Fallimento del Piacenza Calcio nel 2012. Seconda udienza nel processo che vede imputato Maurizio Riccardi, all’epoca dei fatti amministratore delegato del club, insieme a Giuseppe Galli e Antonino Imborgia, procuratori. Secondo la tesi dell’accusa, rappresentata dal pm Antonio Colonna, i tre avrebbero emesso fatturazioni per prestazioni mai eseguite, con lo scopo di sottrarre denaro alla società.
Nel corso del tempo sarebbero riusciti a impossessarsi di 1 milione e 370 mila euro. In questo senso, sotto la lente degli inquirenti sarebbero finite alcune schede compilate dai due procuratori in fase di scouting: schede inerenti calciatori tenuti d’occhio dai procuratori ma mai messi effettivamente sotto contratto. Fino a qui non ci sarebbe nulla di strano, in realtà: il punto è che tra i giocatori attenzionati dal club biancorosso rientravano anche atleti considerati “fuori portata”.
Franco Spezia, curatore fallimentare dopo la debacle del club biancorosso, ha portato l’esempio di Angel Fabian Di Maria e Federico Fazio, quest’ultimo campione del mondo argentino con la Nazionale under 20. Giocatori evidentemente fuori portata per un Piacenza che in quel periodo non godeva certo di buona salute finanziaria: il sospetto è che i procuratori compilassero schede solo per giustificare un’attività di osservazione in realtà mai svolta.
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