Facebook sospende l’account di Torre reo di aver distrutto un libro di poesie. La provocazione di Torre sul Museo della Poesia non è piaciuta a Facebook che ha deciso di sospendere il suo account per sette giorni.
Torre aveva tenuto un comizio a Cortemaggiore durante il quale ha strappato un libro di poesie di Massimo Silvotti, direttore del Piccolo Museo della Poesia.
Il gesto eclatante e fuori dall’ordinario voleva essere di sostegno allo stesso Silvotti; in questi giorni alla ricerca di soluzioni che consentano al suo Museo di rimanere in vita; ma è evidentemente stato interpretato alla lettera.
Così si è arrivati alla sospensione dell’account di Torre; che impedisce la pubblicazione di contenuti per una settimana, pur senza eliminare il post che ha cagionato la sospensione.
Evidentemente il social di Zuckerberg non è in grado di apprezzare la satira, e quindi ha operato una censura preventiva alla attività dell’ex candidato sindaco di Piiacenza.
“Probabilmente”, ci spiega Stefano Torre, “qualche utente che non ha esattamente capito il mio intento provocatorio, ha segnalato il post. I censori di facebook non sono stati in grado di distinguere la satira che pervadeva quella performance; e la hanno letta come se fosse realmente una invettiva contro Massimo Silvotti. La modalità particolarmente forte, con la quale ho recitato il testo, ha fatto il resto, inducendo facebook a sospendere le mie attività per una settimana.”
Le considerazioni da fare sono decisamente tante, in primis il fatto che Facebook, di fatto, con la sua attività di censura, impedisce alle idee contrarie al comune ben pensare, di essere espresse; e quindi di potersi affermare; la seconda è l’utilizzo di pesi ed unità di misura differenti a seconda degli utenti visto che ai politici di rango nazionale viene consentita una sistematica violazione della netiquette.
Resta il fatto che censurare la satira è da sempre l’anticamera della dittatura. E qui si innesta un dibattito dai toni inevitabilmente forti su cosa sia ammissibile e cosa no, in considerazione del fatto che nessun social può avere una linea editoriale poiché sono un palcoscenico pubblico e libero per i loro utenti.
Da un lato è un bene che la libertà di espressione venga limitata facendola rimanere entro un alveo di decenza e rispetto; ma dall’altro l’opinabilità delle idee che possono essere espresse non può diventare un metro per decidere cosa può o non può essere pubblicato.
Diversamente ci si addentrerebbe in un campo minato, finendo inevitabilmente per soffocare la libertà di espressione, come viceversa, purtroppo sta avvenendo.
Non è la prima volta che la satira di Torre non viene apprezzata dal social blu, in precedenza fu un post sul Presidente Della Repubblica, a determinare una sospensione di 30 giorni, e successivamente un post che parlava come di un errore l’aver convesso il voto alle donne.
Quel che è evidente è che certi temi su Facebook non possono essere trattati nemmeno per iperboli paradossali e satiriche.
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