Il comitato Fondo Ambiente e Territorio esprime preoccupazione per l’imminente “danno grave, qualora i lavori di demolizione proseguissero interessando anche gli edifici dell’ex mercato ortofrutticolo: si ribadisce che tale intervento costituirebbe un illecito edilizio”.
A Piacenza, nell’ex mercato ortofrutticolo comunale di via Colombo, si è conclusa sabato 20 novembre, la demolizione della tettoia centrale realizzata all’inizio degli anni ’90.
La ditta Furia, incaricata dalla società Terrepadane, ha rimosso le lastre di copertura e le strutture portanti metalliche della tettoia, intaccando parti delle pensiline di cemento armato antistanti i corpi di fabbrica del mercato, realizzato nel 1934 e funzionante fino alla fine del 2013.
Il Comune ha previsto la demolizione dell’intero mercato, tranne l’edificio principale dell’ex direzione, per adibire l’area a parcheggio e in parte alla costruzione di un albergo.
Il tutto nell’ambito dell’accordo Comune-Terrepadane del 30 aprile, avente per oggetto la trasformazione dell’ex consorzio agrario di via Colombo in centro commerciale-terziario. Il progetto è compreso nel Bando periferie.
A norma di legge il progetto per la trasformazione in parcheggio dell’ex ortomercato, in variante al Piano urbanistico (RUE), è stato depositato in Comune il 13 ottobre scorso per 60 giorni per la libera consultazione e potrà essere attuato solo dopo la ratifica, da parte del Consiglio Comunale, delle controdeduzioni alle osservazioni dei cittadini. In pratica fra alcune settimane.
Il procedimento in corso per l’abbattimento e la realizzazione del parcheggio presenta diverse irregolarità segnalate nella petizione-diffida inviata il 3 giugno agli Enti competenti dallo studio legale Fantigrossi tramite PEC, per conto dei cittadini e associazioni firmatari. Di seguito se ne citano alcune.
Non si comprende come abbia potuto essere autorizzata l’apertura del cantiere prima dell’approvazione del progetto e della ratifica del Consiglio Comunale.
L’esecuzione delle opere prima che il progetto abbia concluso l’iter di approvazione costituirebbe un illecito edilizio. Lo denuncia l’esposto presentato alla Procura il 7 luglio scorso dallo studio legale Fantigrossi, per conto del Comitato di cittadini ora organizzati come Fondo Ambiente e Territorio.
L’approvazione del progetto in variante al RUE renderà possibile l’esecuzione del parcheggio, ma l’esecutore dovrà essere il Comune tramite gara d’appalto pubblica, non potrà essere Terrepadane, mediante affidamento a una ditta di fiducia, in esecuzione dell’accordo del 30 aprile.
L’esposto è stato presentato perché sono rimasti inascoltati gli appelli, rivolti al Comune e alla Soprintendenza, affinché l’ex mercato ortofrutticolo venga conservato in quanto bene di interesse storico documentario e non sia declassato a piazzale per la sosta delle auto, privando i cittadini di preziosi spazi di utilità sociale e culturale.
Non è noto se la Procura abbia preso in esame l’esposto né se lo farà prima che i lavori si compiano.
L’esecuzione di quest’intervento comporterà danni irreparabili, non solo ai valori culturali e urbanistici, ma anche all’erario comunale, dato che non è stata fatta una stima del valore economico dell’ex mercato sulla base della consistenza e stato di conservazione, della posizione centrale e della destinazione urbanistica.
La sua trasformazione in parcheggio determinerà un’ingente perdita economica per il patrimonio comunale, che non potrà essere compensata da un superiore interesse pubblico; interesse consistente, secondo l’Amministrazione Comunale, nel fatto che il parcheggio servirebbe all’autostazione, alla stazione ferroviaria e alla zona circostante, senza peraltro considerare altri possibili usi d’interesse generale.
In realtà, tutti gli atti comunali relativi al progetto di rigenerazione urbana dell’ex consorzio agrario affermano che la realizzazione del parcheggio costituisce un’anticipazione delle opere di urbanizzazione primaria a servizio del quartiere commerciale-terziario in progetto. Pertanto l’uso prevalente del parcheggio sarà a vantaggio degli utenti di quel quartiere. Il fatto che Terrepadane abbia avuto in consegna l’area comunale e abbia affidato l’appalto ne è la riprova.
Sono trascorsi circa sei anni dalla prima proposta di Terrepadane e a tutt’oggi sussistono problemi procedurali e di contenuti non risolti. Ipotesi progettuali diverse, conformi alla legge, che tengano conto degli interessi generali e non solo di quelli particolari sono possibili.
Il fabbisogno di parcheggi a supporto della stazione ferroviaria e dell’autostazione e i problemi di traffico possono trovare una più adeguata soluzione, nella stessa zona, in aree più idonee per dimensioni e ubicazione rispetto al nodo di interscambio treno-bus-auto, come illustrerà una proposta che il Comitato sottoporrà prossimamente all’Amministrazione Comunale e alla cittadinanza per un aperto confronto di idee.
Per il Comitato Fondo Ambiente e Territorio Piacenza
Domenico Ferrari Cesena
Giovanni Monti
Gabriella Barbieri
Stefano Benedetti
Fabrizio Bernini
Leo Bolliger
Giuseppe Castelnuovo
Artemio Cavagna
Pietro Chiappelloni
Adriano Corsi
Giorgio Gaiuffi
Adriana Gatti
Anna Lalatta
Guido Lavelli
Paolo Lega
Roberto Maffi
Giuseppe Marchetti
Francesca Molinari
Marco Natali
Adriana Sottili
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