“Scegliete per voi stessi”. E’ un momento importante per i ragazzi delle seconde dell’Istituto Alberghiero che devono scegliere l’indirizzo (Sala, Cucina, Pasticceria o Accoglienza Turistica). Una scelta che ha il sapore della domanda esistenziale, del tipo “stai crescendo e devi pensare alla direzione che vuoi dare alla tua vita”.
Una riflessione urgente e a volte combattuta che per tradizione all’Alberghiero si fa con gli ex alunni che ci sono già passati e che sono ormai in grado, seppur siano ancora giovani, di fare un bilancio a dare un supporto, un consiglio e anche di ascoltare. Così in aula magna Enea Bonati, Saverio Rizzo, Chiara Politi e Sofia Pinotti hanno raccontato il loro percorso all’Alberghiero, le loro storie umane e professionali.
“Qui siete in una bolla, il mondo fuori è differente. Ma la buona notizia è che là fuori potete fare quello che volete se avete una passione. Per questo vi consiglio di usare questo momento per conoscervi e capire cosa vi serve” è stato l’incipit di Enea Bonati che ha raccontato la sua esperienza di ragazzo timido, rappresentante di istituto, giovane diplomato impiegato come lavapiatti e aiuto cuoco, la cucina tradizionale in una trattoria, poi il catering e l’organizzazione di eventi.
“La cucina non è solo cucinare, ci sono tante attività sovrapposte, io ho cambiato settori perché sono curioso, perché bisogna rubare con gli occhi, anche quando sei alla plonge, nella vita bisogna sempre avere fame. Questo, insieme alla disponibilità a fare di tutto, sono state le mie carte vincenti”.
Gli fa eco Sofia Pinotti, anche lei diplomata in Cucina: “Vi assicuro che la gavetta va fatta”. Anche lei ha occhi che brillano, quelli che ci vogliono per gestire un locale a 25 anni. “Per me sono stati molto importanti gli stage (oggi PCTO, ndr), li ho fatti all’Isola d’Elba, fuori provincia, ho lavorato nella cucina di un hotel scoprendo che ogni cucina ha i suoi ritmi, i suoi tempi, le proprie dinamiche. Ho imparato a fare sacrifici e sono andata all’estero, a Barcellona, a lavorare, da sola. Non avevo alcun punto di riferimento e ho dovuto adattarmi a tutto, la lingua, la cucina, la cultura. E’ stata l’esperienza più importante per la mia formazione”.
“La scelta di questa scuola è stata la migliore della mia vita” ha aggiunto Saverio Rizzo che lavora al Park Hotel. “In terza, al primo stage, ho capito che avevo fatto bene a scegliere Accoglienza. Ho smesso di essere timido e ho scoperto quanto è emozionante rendere contente le persone con il nostro servizio e il nostro sorriso. Essere qui a parlare del mio lavoro mi emoziona”.
Chiara Politi ha invece parlato dell’indecisione che ha accompagnato la sua scelta, che è poi stata dell’indirizzo turistico. “Chiedevo a tutti i prof, che mi hanno sempre aiutata cercando di non condizionarmi. Ma ricordo quando ero come voi, come era difficile capire cosa fare. C’era l’idea di fare sala, una sorta di sogno di bambina che mi ha portato a scegliere questa scuola e la crescente predilezione per l’Accoglienza. Alla fine, ho fatto un po’ di tutto, avere competenze varie e trasversali ci dà una marcia in più e ci rende liberi e aperti. Non chiudete mai nessuna porta, nella vita si può cambiare!”.
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