Per la sua grande esperienza Ermeti riesce a fondere con indiscussa sensibilità storia passata e attese del presente, collaudate dinamiche visive e visionarietà del nostro tempo. A dispetto di tutto e tutti, ricostruisce nell’ultimo ciclo soprattutto il nostro paesaggio collinare all’insegna e nel ricordo di grandi stagioni pittoriche di respiro europeo. E proprio nella commistione fra il pacato vedutismo piacentino e la forza impressionistica talora dirompente di certe immagini sta la grandezza di Ermeti.
Per la pittura piacentina degli ultimi decenni la figura e il contributo di Ermeti sono allora fondamentali per vari motivi: dall’immanenza del genere alla novità visiva, dalla valorizzazione del colore alla riscoperta di una manualità quasi dimenticata, infine negazione dell’immagine sempre più subordinata all’eccellenza artistica e all’ispirazione pittorica. Quello di Ermeti è dunque un lavoro storico che diventa cultura, parte da lontano ma si va progressivamente ringiovanendo, presuppone la tradizione ma la supera in nome di una vivacità cromatica che ben traduce le attuali suggestioni visive.
La mostra
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