L’Eparina impiegata come cura nei casi di polmonite interstiziale. Un ulteriore strumento nella cura dei pazienti affetti da covid-19.
Risultati positivi dell’utilizzo dell’eparina nei casi di polmonite interstiziale sperimentato all’ospedale di Castel San Giovanni. Dottoressa Daniela Aschieri: “I pazienti in cura stanno guarendo. Alcuni sono stati dimessi”
Nasce a Castel San Giovanni, che dal 29 febbraio è diventato il primo ospedale Covid dedicato in Italia, una nuova speranza di cura con l’eparina per i pazienti positivi. L’idea scaturisce dall’intuizione del primario di Chirurgia plastica, Marco Stabile, che l’aveva già ampiamente utilizzata nella cura dei grandi ustionati con risultati sorprendenti. Questa terapia sfrutta da un lato il potere antiinfiammatorio dell’eparina e, dall’altro, la capacità anticoagulante della stessa che previene una delle maggiori complicanze osservate nei pazienti covid positivi: la trombosi diffusa. Il trend positivo osservato sugli indici di infiammazione conferma l’utilità dell’impiego in questa patologia.
L’eparina è un glicosaminoglicano altamente solfatato, è ampiamente utilizzato come farmaco iniettabile anticoagulante. Ha la più alta densità di carica negativa tra tutte le biomolecole conosciute.
Ad aprile 2020 l’Eparina è stata impiegata come nuovo strumento nella cura dei pazienti affetti da Coronavirus: una scoperta tutta piacentina. Come evidenzia anche il dr. Marco Stabile, primario del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale di Castel San Giovanni che dal 29 febbraio è diventato il primo ospedale Covid-19 in Italia, l’eparina ha un effetto anti infiammatorio e quindi può essere utilizzata come cura al covid-19.
Il protocollo è stato condiviso con l’equipe multidisciplinare dell’ospedale di Castel San Giovanni costituita da cardiologi, internisti, infettivologi, medici di Pronto soccorso, pneumologi, fisiatri, ortopedici, rianimatori, chirurghi generali e plastici ed è applicato dal 17 marzo in più di 150 pazienti ricoverati per polmonite interstiziale con risultati promettenti in termini di miglioramento clinico e verrà esteso a livello di tutta l’Azienda Usl di Piacenza. L’esperienza in corso apre quindi la strada a nuovi protocolli nella cura dei pazienti affetti da coronavirus e potrà essere condivisa con altri ospedali.
“Sono consapevole che l’utilizzo dell’eparina a basso peso molecolare – commenta Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna – rientra tra i trattamenti di prevenzione delle complicanze legate alla polmonite e sono particolarmente interessato agli esiti di questa ulteriore sperimentazione. Penso pertanto che ogni trattamento farmacologico sperimentale in corso debba essere tempestivamente valutato dall’Aifa e successivamente validato dal comitato scientifico o dalla struttura commissariale, per poterne estendere il più possibile gli incoraggianti risultati documentati”.
Questa notizia proviene dalla categoria attualità Piacenza, del quotidiano di Piacenza 24. Segui ed approfondisci altre notizie dell’argomento Coronavirus
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