Attualità

“Einaudi, una scuola di vita anche per i giovani d’oggi”, il ricordo a palazzo Galli

«Grazie ai tanti giovani che hanno partecipato a questa scuola di vita». Il pensiero finale del presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani è per i gruppi di studenti del liceo Respighi e del liceo San Benedetto, intervenuti all’incontro organizzato a Palazzo Galli dall’Istituto di credito in ricordo del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, a 70 anni dalla visita a Piacenza.

Un uomo che fu – è stato ricordato – grande maestro di scienza e di vita, artefice della rinascita economica dell’Italia ferita dalla guerra e il cui pensiero può essere davvero di grande insegnamento anche ai ragazzi di oggi.

E la stessa lezione di vita altri giovani l’hanno potuta seguire assistendo all’esercitazione del 2° Reggimento del Genio Pontieri, citata nella premessa del suo intervento dal presidente Sforza: «Ieri – ha affermato – abbiamo assistito ad una riuscita manifestazione, i giovani che l’hanno vista il giorno precedente hanno capito che l’ordine e il comportamento delle persone va di pari passo (e deve andare di pari passo) con l’ordine interiore, morale e intellettuale. Ho detto ieri in privato (e dico oggi in pubblico) al comandante col. Tambè (presente in sala, ndr) che eventi come questi sollevano il morale».

In una Sala Panini gremita (con Sala Verdi video collegata) e alla presenza delle maggiori autorità (dal prefetto, al questore, al comandante dei Carabinieri, al comandante del Genio Pontieri, al direttore del Polo di Mantenimento, ai comandanti dei Vigili del Fuoco e della Polizia comunale) è stata ricostruita la «grande giornata» del 30 ottobre 1949, quando Luigi Einaudi venne nella nostra città ad inaugurare il ponte sul Po, ricostruito dopo le distruzioni belliche, nonché a posare la prima pietra della Facoltà di Agraria e ad appuntare al gonfalone di Piacenza la medaglia d’argento al merito della Resistenza.

«Einaudi – ha ricordato l’avv. Sforza Fogliani – era stato eletto Presidente un po’ a sorpresa, su richiesta di De Gasperi, poco più di un anno prima. La notte dell’elezione stese il suo discorso d’insediamento, che lesse il giorno dopo al Parlamento. Un discorso di grandissima profondità, che fissava dati e obiettivi di un’Italia rinnovata.

C’è in particolare un passaggio che amo citare: “Quello che più mi dispiace – disse Einaudi -, è che non potrò più partecipare alle discussioni parlamentari e provare il piacere intellettuale di cambiare la mia opinione sulla base delle osservazioni degli altri”. Basta questo per capire la grandezza dell’uomo, che ebbi la fortuna di conoscere nella sua Dogliani – ha proseguito il Presidente Sforza – quando avevo 23 anni.

Un incontro che ha cambiato la mia vita. Einaudi è sempre stato vicino a Piacenza, che conosceva bene essendo stato segretario del vescovo Scalabrini nella Conferenza internazionale per gli emigrati. Conosceva molto bene anche il ministro Raineri e Vincenzo Porri, grande economista piacentino, suo allievo, che pochi ricordano ma che si trova sul Dizionario biografico della Banca».

Il presidente Sforza ha proseguito delineando la figura del prefetto di allora, Amerigo De Bonis, unico – che si sappia –  che ricoprì il ruolo sia prima che dopo la parentesi repubblichina: «I piacentini hanno ricordo di lui, perché fu il promotore della vitalità del territorio. Alla sua azione si deve proprio la Facoltà d’Agraria, la più accreditata che abbiamo oggi in Italia».

Robert Gionelli ha quindi raccontato – con grande documentazione inedita, proiettata in sala – la visita presidenziale di domenica 30 ottobre 1949, con l’aiuto di alcune eccezionali fotografie dell’Archivio Croce: «Una giornata intensa per Einaudi, con ali di folla entusiasta a salutarlo, perché era un presidente molto amato per il suo modo di fare e di agire». L’arrivo, puntuale, in treno, con il vicepresidente del Senato Antonio Alberti e il vicepresidente della Camera Egidio Tosato, accolti dal sindaco Ettore Crovini. Il corteo presidenziale era composto da ben 40 automobili; quella utilizzata per Einaudi era una rara Fiat 2800 messa a disposizione da una famiglia piacentina e guidata dal concittadino Mario Tizzi.

La prima tappa in Prefettura per gli incontri istituzionali, poi a piazzale Milano per l’inaugurazione del ponte. Quindi in piazza Cavalli per passare in rassegna le truppe e consegnare la medaglia d’argento alla città. Ultima tappa (o meglio penultima, perché fuori protocollo visitò anche il Collegio Alberoni) all’Università Cattolica, con la posa della prima pietra della Facoltà d’Agraria, presente padre Agostino Gemelli.

Un momento – quello della posa della prima pietra – che fu immortalato da un ragazzino di 11 anni che mandò le foto fatte con una Kodak a soffietto al Presidente Einaudi, il quale gliene ritornò una autografata (dell’aneddoto scrisse il settimanale Piacenza Oggi in prima pagina). Una fotografia che è diventata il simbolo della rievocazione di Palazzo Galli (una riproduzione è stata dalla Banca distribuita a tutti gli intervenuti).

L’undicenne di allora – oggi prof. Tomaso Lugli – ha portato la sua testimonianza: «Ho un ricordo vivissimo di quel giorno. Andai con mio padre, che mi aveva insegnato ad usare la macchina fotografica. Le stampai da Manzotti, vidi che erano riuscite bene. Mio papà mi suggerì di mandarle al Presidente.

Il resto della storia la conoscete. Ancora oggi le conservo con grande cura. Appartengono alla mia vita, testimoni di un piccolo exploit di un ragazzino». Anche l’avv. Sforza – che partecipò, ragazzo, alla inaugurazione insieme al papà – ha confermato il clima festoso che regnò quel giorno in città.

L’incontro si è concluso con l’intervento del prefetto, che ha ringraziato la Banca per «questo bel tuffo nel passato». Il dott. Maurizio Falco ha ribadito l’importanza dello svolgere le funzioni prefettizie stando in mezzo alla gente per «garantire sicurezza e trasparenza».

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