“Un beato doc nel senso che è un sacerdote nato in questa chiesa e martirizzato in questa chiesa. Il suo percorso si apre in maniera discreta e si chiude in maniera discreta, eppure la sua scelta di rimanere vicino a coloro che erano in balia di quella violenza insensata ci fa capire dove può arrivare l’amore”. Con queste parole il vescovo di Piacenza, monsignor Adriano Cevolotto, commenta la beatificazione di don Giuseppe Beotti.
Le voci di Monsignor Adriano Cevolotto, del cardinale Marcello Semeraro e di Monsignor Massimo Cassola
A presiedere le celebrazioni in Duomo è stato il cardinale Marcello Semeraro: “Abbiamo un elemento che è importante in questa storia, l’accoglienza. A don Beotti non è stato chiesto esplicitamente di rinnegare la fede, ma di fatto è stato messo a morte perché ha colto e ha donato. E questo oggi è un fatto molto significativo. Il martirio è la forma più alta della santità, tutte le altre forme sono subordinate a questa e sono intese dalla Chiesa come forme non cruente di martirio. L’offerta della vita è elemento determinante per qualificare la santità perché è la perfetta imitazione di Cristo che ha dato la vita per noi”.
“L’aspetto che colpisce maggiormente nella figura di don Giuseppe è la semplicità. Giuseppe era un figlio della nostra terra, un povero che non ha mai voluto essere altro che un povero. Il suo attaccamento alla preghiera e la sua paternità che donava a tutti, anche in tempo di guerra”, spiega il postulatore della causa di beatificazione, mons. Massimo Cassola.
“Una figura che rappresenta i nostri valori: libertà, rispetto della fede e misericordia. Valori per cui sono caduti molti sacerdoti. Nel 1977, sul Monte Penna, vennero ricordati i numerosi sacerdoti caduti e imprigionati e venne consegnata una medaglia d’oro alla sorella di Giuseppe Beotti, Savina Beotti”, commenta Ferdinando Sandroni, vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.
LA CERIMONIA
La processione d’ingresso dei concelebranti – Cardinale, Vescovi, sacerdoti e diaconi – è partita dal Palazzo vescovile. Dopo l’atto penitenziale, il vescovo mons. Adriano Cevolotto si è rivolto al cardinale Semeraro giunto a Piacenza come rappresentante del Papa: “Eminenza Reverendissima, la Diocesi di Piacenza-Bobbio umilmente chiede a Sua Santità il Papa Francesco di voler iscrivere nel numero dei Beati il Venerabile Servo di Dio don Giuseppe Beotti, presbitero e martire”. Subito dopo, il postulatore della causa di beatificazione, mons. Massimo Cassola, ha letto un breve profilo biografico di don Beotti.
Il Cardinale ha dato poi lettura della Lettera Apostolica del Santo Padre – il testo è in latino – in cui è stato dichiarato beato don Beotti.
Contemporaneamente è stata svelata l’immagine del nuovo Beato collocato sulla colonna opposta a quella in cui si trova il pulpito. Anche all’esterno della Cattedrale, nella loggia centrale, verrà collocata l’immagine del nuovo Beato.
Il Cardinale ha incensato le reliquie. Il Vescovo ha espresso poi il grazie della Chiesa piacentina-bobbiese per il dono di un nuovo beato; l’abbraccio di pace tra mons. Cevolotto e il Porporato ha concluso il rito di beatificazione. Al termine della messa, prima della benedizione, una reliquia del nuovo beato è stata consegnata a ciascuno dei moderatori delle 38 Comunità pastorali in cui è articolato il territorio della diocesi.
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