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Disturbi alimentari, 195 casi a Piacenza: “Oltre la metà dei pazienti tra i 16 e i 20 anni”. Tre iniziative in programma per la Giornata fiocchetto lilla – AUDIO

Disturbi alimentari e nutrizionali, un fenomeno in crescita con un preoccupante abbassamento dell’età d’esordio che può arrivare a scendere sotto gli 11 anni. Una condizione che colpisce per lo più il mondo femminile, ma che si sta diffondendo anche nel panorama maschile.

I disturbi del comportamento alimentare – anche identificati con l’acronimo DCA – sono disturbi psichiatrici complessi dell’area psicosomatica che possono portare a gravi conseguenze fino alla morte nei casi più gravi.

In occasione della Giornata del fiocchetto lilla, che si svolgerà il 15 marzo, facciamo il punto su questo delicato tema.

“La letteratura e gli studi – ha sottolineato Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza affiancata dal direttore sanitario Andrea Magnacavallo – ci dicono che nei Paesi Occidentali i disturbi del comportamento alimentare conoscono una continua espansione. Ci si ammala sempre prima: l’età in cui compaiono i primi disturbi dell’alimentazione e della nutrizione può essere addirittura tra gli 11 e i 12 anni, talvolta anche prima. L’Azienda Usl di Piacenza è da sempre impegnata su questo delicato tema con un percorso dedicato e iniziative di supporto a pazienti e famiglie”.

Un percorso integrato e multidisciplinare

“Un ottimo esempio aziendale di percorso integrato e multidisciplinare, dove lavorano insieme equipe ospedaliere e territoriali per curare sia il corpo sia la psiche. I sanitari che, in modo trasversale ma sinergico, si occupano di questi disturbi sono una trentina tra psichiatri e neuropsichiatri infantili, psicologi, medici e pediatri nutrizionisti, dietisti e biologi nutrizionisti, nonché infermieri per l’area internistica nutrizionale. La frequenza del problema, il suo impatto in costi umani e sociali e la tendenza all’incremento dell’incidenza del fenomeno richiedono uno specifico intervento di cura e di prevenzione dove siano integrate le terapie, le professionalità e le unità operative della nostro sistema. Quali possono essere gli obiettivi di miglioramento del percorso? Cercare una maggiore collaborazione con le realtà associative e le scuole e implementare gli interventi di supporto alle famiglie”.

Dati alla mano, dopo l’aumento dei casi nel 2021, complice il periodo pandemico e post pandemico – con un passaggio da 20 casi all’anno ai 67 registrati nel 2021 – attualmente i pazienti residenti a Piacenza in carico dell’Azienda sanitaria di Piacenza registra una crescita stabile. L’età di esordio è stabilizzata tra i 10 e i 30 anni con età media di 17 anni, ma si registra un crescente abbassamento.

I numeri a Piacenza

“Sono 195 i casi residenti a Piacenza in carico all’Azienda – sottolinea Massimo Rossetti, direttore di Neuropsichiatria e psicologia infanzia e adolescenza e responsabile del percorso diagnostico e terapeutico creato dalla Ausl – Di questi la metà ha un’età compresa tra i 18 e 30 anni, il 12% è maggiore di 30 anni, il 31% ha un’età compresa tra i 15 e i 18 anni e il 7% ha meno di 15 anni. L’età di esordio è per lo più tra gli 11 e i 12 anni, ma si sono registrati casi di soggetti di 9 anni”.

“I pazienti inseriti nel percorso diagnostico terapeutico assistenziale sono 77 su i già citati 195. Il numero è dato da alcuni fattori che determinano l’accesso al percorso come la fascia di età, che va dai 12 ai 30 anni, la residenza sul territorio e, fattore determinante, l’adesione del paziente al percorso che si articola su più discipline e livelli di assistenza. Il 60% dei soggetti inseriti nel percorso soffre di anoressia nervosa, il 20% di bulimia e il 20% di Binge eating desorder, ovvero il disturbo dell’alimentazione incontrollata”.

Il 55% dei pazienti è di età tra i 16 e i 20 anni

“Oltre la metà dei pazienti (55%) ha tra i 16 e i 20 anni, il 22% tra i 21 e 29 anni e il 23% sono giovanissimi tra i 12 e i 15 anni. L’anoressia è il disturbo con maggior rischio di mortalità e compromissioni organiche gravi oltre che comorbidità psichiatriche: il 30% dei nostri pazienti rientra nella fascia di gravità estrema con un indice di massa corporea sotto ai 16, quindi gravemente sottopeso che hanno dato origine ricoveri ospedalieri. Anche per la bulimia il dato di gravità estrema è molto alto e si attesta su una percentuale del 30% dei pazienti complessivi. In questo quadro è fondamentale la tempestività d’intervento, sia come criterio di età, sia nella comparsa dei sintomi. Intercettare il disagio nelle sue fasi iniziali consente di facilitare la remissione parziale e totale della patologia”.

“Cosa intendiamo per remissione? La scomparsa del comportamento patologico con un miglior funzionamento della comportamento, per la remissione parziale, e una riduzione o scomparsa degli stati psicologici scatenanti per la remissione totale. Oggi per l’anoressia nei 5 anni di media del percorso abbiamo il 58% di remissione parziale, il 39% di remissione totale e il 3% di cronicizzazione. Nel campo della bulimia la remissione parziale arriva al 75% e quella totale al 25%”.

Pediatria e Neonatologia

In Pediatria e Neonatologia, diretta dal professor Giacomo Biasucci, nell’anno appena trascorso si sono registrati 142 pazienti in carico, con 67 prime visite prenotate tramite Cup – quindi 67 nuovi casi – 521 accessi ambulatoriali per controllo e ben 16 pazienti ricoverati con 150 ragazzi in follow up.

“Il reparto – sottolinea il professor Biasucci – è centro di riferimento per l’Area Vasta per la riabilitazione organica dei pazienti affetti da grave malnutrizione per la fascia di età 0-18 anni. Siamo l’unica realtà in Regione, come Pediatria, che si è dedica alla cura dei pazienti di Dca. Il team medico è composto da un medico pediatra nutrizionista, da uno psicologo psicoterapeuta e da una dietista. Il ricovero viene predisposto quando il soggetto necessita di una riabilitazione organica e psicologica d’urgenza. La quasi totalità dei casi è relativa all’anoressia, quindi una malnutrizione per difetto che rischia di mettere in pericolo di vita il soggetto”.

Approccio multidisciplinare

“L’approccio è multidisciplinare fisico e psicologico e ha come fine in primo luogo l’educazione del paziente alla nutrizione e, di conseguenza, al recupero del peso. Le azioni sono molteplici e impegnative per il paziente e gli operatori: il pasto assistito, per esempio, è uno step fondamentale poiché supporta il soggetto nel momento più difficile, quello del pasto e comprende un’osservazione sia durante, sia di prevenzione delle possibili azioni secondarie. L’altro cardine del programma è il diario emotivo alimentare: il paziente tiene un dettagliato resoconto delle emozioni che ha provato durante il pasto e le analizza insieme allo psicologo per creare i presupposti di una corretta gestione dell’alimentazione. Tutto questo avviene e può avvenire solo in collaborazione con il paziente che è parte attiva del percorso”.

Il percorso diagnostico e terapeutico

Il percorso diagnostico e terapeutico per i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione – varato per la prima volta nel 2003 e poi trasformato in percorso aziendale nel 2014 – si caratterizza come un’assistenza sanitaria integrata psico-nutrizionale, che cura il corpo e la psiche ecco perché, tra i primi passi da compiere, c’è la valutazione e diagnosi psichiatrica specialistica di disturbi e la valutazione e diagnosi psichiatrica specialistica di disturbi. La rete aziendale del percorso diagnostico terapeutico assistenziale è articolata e trasversale ai diversi servizi territoriali e ospedalieri della Azienda e comprende Neuropsichiatria infanzia e adolescenza, le direzione centri di Salute mentale, Emergenza urgenza psichiatrica, il servizio dipendenze patologiche Levante-Ponente, il team specialistico ospedaliero Pediatria e il team specialistico ospedaliero disturbi del comportamento alimentare negli adulti.

Tre iniziative in programma

In quest’ottica si inquadrano le tre iniziative organizzati a Piacenza in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla il 15 marzo 2023

sabato 11 marzo

– Un convegno in programma sabato 11 marzo dalle 9 alla sala Colonne dell’ospedale di Piacenza con il titolo “I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (Dna): il ruolo della famiglia e della scuola”. L’incontro è organizzato dall’Ausl di Piacenza e dall’associazione Puntoeacapo e sarà moderato da Mara Negrati, medico nutrizionista e presidente dell’associazione. Vedrà la partecipazione di Massimo Rossetti, Jessica Rolla medico nutrizionista, Alessandro Rampulla biologo nutrizionista, delle psicologhe psicoterapeute Giulia Bensi, Elisa Bisagni e Anna Vecchi, oltre che di Stefano Bertomoro, vicepresidente del coordinamento nazionale dei gruppi di auto mutuo aiuto per disturbi alimentari. Il sindaco Katia Tarasconi saluterà i partecipanti a inizio convegno. Ricordiamo che per l’accesso in ospedale è necessario indossare la mascherina.

“In Italia – sottolinea la dottoressa Mara Negrati – l’anoressia ha un’incidenza di 8 nuovi casi all’anno ogni 100mila abitanti nelle donne e una media di 0,2 o 1,4 casi per 100 mila abitanti negli uomini, mentre la bulimia registra 12 casi all’anno nel sesso femminile e 0,8 in quello maschile. Dati in costante aumento che ci devono portare a una riflessione sul ruolo di famiglia e scuola. Le recenti ricerche hanno dimostrato che la famiglia gioca un ruolo determinante nella buona riuscita del recupero dei ragazzi, ma per arrivare a questo è necessario che il nucleo familiare sia supportato e guidato per ridurre il carico di stress in capo al soggetto e al gruppo”.

“Lo stesso vale per la scuola, che deve essere luogo di ascolto e accoglienza oltre che di indirizzo verso le buone pratiche alimentari. Formazione e una stretta collaborazione tra docenti e team di professionisti sanitari sono le chiavi per prevenire l’insorgenza di questi disturbi e per guidare i ragazzi fuori da questo tunnel”.

mercoledi 15 marzo

– Il secondo appuntamento in calendario tra le iniziative della Giornata del fiocchetto Lilla si terrà al liceo scientifico Lorenzo Respighi (aula Modonesi), piazzale Genova 1, mercoledì 15 marzo alle 18. Il dottor Rossetti e altri professionisti Ausl (Graziella Filati, Alessandro Rampulla e Jessica Borsotti) incontreranno i genitori degli studenti all’interno di una iniziativa dal titolo “I disturbi del comportamento alimentare. Essere informati per capire e prevenire”. Per partecipare occorre inviare una email a incontro.disturbi.alimentari@liceorespighi.it

Open day il 15 marzo

– Sempre giovedì 15 marzo è previsto l’Open day dell’ambulatorio dei Disturbi comportamenti alimentari/Malattie metaboliche. Dalle 8,30 alle 13 i professionisti dell’ambulatorio saranno a disposizione per informazioni e consulenze a pazienti o familiari: saranno presenti la dottoressa Jessica Rolla, medico nutrizionista responsabile dell’ambulatorio, affiancata da una dietista.

Nel 2022 le nuove diagnosi sono state 28

“Nel 2022 – ha evidenziato la professionista – l’ambulatorio ha effettuato 160 nuove visite per valutazioni mediche per sospetto disturbo del comportamento alimentare. Di queste 28 pazienti hanno ricevuto una diagnosi di disturbo alimentare e 11 sono entrare nel percorso terapeutico. Altre 60 sono state mantenute in follow up per monitoraggio. Nel nostro ambulatorio svolgiamo anche un attivo supporto per la gestione dei pasti assistiti: nel 2022 sono stati in totale 2015 pasti con la compresenza fino a 12 pazienti per pasto. Il 2023 conta 12 valutazioni effettuate di cui 4 con diagnosi già accertata in 4 pazienti”.

Presenta alla conferenza stampa anche il sindaco Katia Tarasconi che ha voluto ringraziare i professionisti e la dottoressa Mara Negrati per “l’impegno che quotidianamente mettono per combattere questa subdola patologia che colpisce sempre più in età giovanile. Eventi come quelli in programma sono importanti per aumentare la consapevolezza del problema nei giovani, ma anche nei genitori. Sarebbe bello, il prossimo anno, ritrovarci qui a dire: i numeri sono diminuiti”.

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