Sempre meno negozi di vicinato, Confcommercio: “Un male per la città, con i  prossimi PUG invertire la rotta”

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E’ appena stata resa pubblica da Confcommercio e presentata dal presidente confederale Carlo Sangalli, un’indagine relativa al preoccupante fenomeno della cosiddetta “desertificazione commerciale” ovvero quella continua rarefazione dei numeri dei negozi ed esercizi di vicinato ,  che le nostre città stanno vivendo , specialmente all’interno dei loro centri storici.

Dall’indagine oltre ad una serie di numeri sconfortanti in termini di saldo negativo fra aperture e cessazioni (riscontrati praticamente in tutte le realtà cittadine dalle piccole, alle medie alle grandi metropoli) emerge anche un dato costante, che almeno a livello di opinione corrente e non solo degli addetti ai lavori , lascia ben sperare. Prendendo alla lettera le parole del presidente nazionale Sangalli emerge che: «anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili. Essi rendono le nostre città più vivibili , più attrattive e più sicure. E’ necessario quindi contrastare decisamente la desertificazione di esse. Occorre incentivarne l’innovazione e sostenere con ogni mezzo la riqualificazione urbana, attraverso un migliore utilizzo di fondi europei, nazionali e regionali».

Il punto di vista piacentino

Concorda in pieno con queste affermazioni il Direttore di Unione Commercianti Piacenza, Gian Luca Barbieri , la cui associazione è da tempo profondamente impegnata in percorsi di collaborazione e proposizione nei confronti delle Amministrazioni pubbliche impegnate nella predisposizione di quegli strumenti normativi , come i PUG, i Piani Urbanistici Generali, previsti dalla legge regionale n. 24 / 2017 dell’Emilia Romagna.

«A scendere nel dettaglio – afferma Barbieri – i numeri di questa indagine mettono i brividi: solo per le tabaccherie e le farmacie, gli abitanti delle varie zone dei nostri comuni, ricorrono per la maggior parte ai negozi sotto casa (rispettivamente per il 59% e il 64%). Per tutte le altre categorie merceologiche come ad esempio gli alimentari freschi e conservati, gli accessori per la casa, l’abbigliamento e l’elettronica, invece, il rapporto s’inverte a favore della Grande Distribuzione e dei Centri Commerciali  ( rispettivamente per il 62% , il 77%, il 79% e l’85% ), luoghi di acquisto tra l’altro, quasi sempre ben lontani dalla propria abitazione o dai domicili di lavoro che, in tal modo, creano  anche un fenomeno indotto di traffico automobilistico, con annessi e connessi in termini d’inquinamento ambientale».

Progetto Confederale Cities

«Confcommercio di Piacenza – ricorda il direttore di Confcommercio Piacenza – aderisce al Progetto Confederale Cities, realizzato con l’ausilio anche di eminenti figure dell’urbanistica e dell’università italiane. Quello che chiediamo a tutte le Amministrazioni Comunali con cui siamo in contatto, in primis a quella del capoluogo Piacenza è che il coronamento e lo sbocco naturale dei percorsi partecipativi ai PUG ,  (finora condotti in modo più che positivo con gli organi preposti alla loro conduzione), non abbiano una conclusione finale calata dall’alto al momento della redazione finale.  Al tempo stesso non abbiamo alcuna pretesa di dettare o peggio ancora di volere imporre  soluzioni di nostro gradimento.  Speriamo invece che questi Pug si concretizzino attraverso un ulteriore, costruttiva fase di confronto, di partecipazione e di cittadinanza attiva, nel solo interesse generale delle nostre città».

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