Dati congiunturali 2024 elaborati dall’Ufficio Studi di Confcommercio tratteggiano un inizio anno pieno di di incertezze ma non necessariamente negativo.
“Molto– commenta Raffaele Chiappa, Presidente di Confcommercio Piacenza – dipenderà dall’auspicabile soluzione delle recenti tensioni geopolitiche ed in particolare dalla situazione del canale di Suez. Ci auguriamo che non si vengano a creare ulteriori strozzature nella catena di fornitura globali ed anzi che progressivamente si risolvano i problemi attualmente in atto. Questo eviterebbe riflessi negativi sui costi e soprattutto le prevedibili ricadute su consumi ed investimenti”.
Una previsione quella di Chiappa che viene confermata anche dal direttore del Centro Studi di Confcommercio Mariano Bella, che ha recentemente preso parte a Piacenza al convegno sul PUG indetto dall’Amministrazione Comunale “La doppia sfida della crescita e della finanza pubblica – sostiene Bella – si può affrontare con ragionevole serenità a patto appunto che non si verifichino ulteriori tensioni e guerre a livello globale”.
“La fine del 2023 – sottolinea il presidente Chiappa sulla scorta dell’analisi elaborata da Confcommercio – ha fatto emergere alcuni segnali favorevoli come la crescita della fiducia delle imprese e delle famiglie, la tenuta dell’occupazione, lo sviluppo delle vendite al dettaglio in novembre ed un ottobre record per le presenze turistiche nonché la tanto conclamata sconfitta dell’inflazione. Questo dovrebbe tradursi in una variazione del prodotto lordo pari a +0,8%, nel 2023 . Quello che invece ha mostrato andamenti deludenti, anche negli ultimi mesi dello scorso anno, è l’attività industriale che peraltro, stando alle attese, non dovrebbe modificarsi in modo sostanziale, almeno sul breve”.
Un situazione ricca di chiaroscuri come aggiunge Mariano Bella “Pur in un quadro congiunturale che valutiamo positivamente ci sono elementi negativi che ne impediscono una nitida e rilassata lettura. La produzione industriale è tornata a flettere a novembre e le stesse presenze turistiche in novembre destano perplessità: alla solidità dei flussi degli stranieri si contrappone, in modo piuttosto netto, una riduzione delle presenze degli italiani, sia nel confronto con il 2019 sia, che è ben peggio, rispetto al 2022”.
«Guardando nello specifico al settore del commercio vi sono alcune criticità. – rimarca Chiappa – Ad esempio il caldo straordinario di ottobre e novembre ha fatto slittare l’inizio delle vendite invernali da parte dei negozi ed i saldi attualmente in corso non sembrano avere un andamento particolarmente vivace. Si prospetta quindi una possibile contrazione di fatturato per il comparto moda che ci preoccupa. Ci auguriamo che per l’anno venturo la Regione Emilia-Romagna ascolti le nostre richieste e posticipi l’inizio dei saldi che arrivano ormai troppo a ridosso del Natale».
Difficile prevedere come sarà questo nuovo anno che è appena incominciato anche se il PIL appare già in contrazione a gennaio.
«Il PIL – evidenzia il direttore del Centro Studi Confcommercio – appare già in riduzione congiunturale (-0,1%) a gennaio 2024 ma ciò non toglie che i consumi abbiano chiuso bene il 2023: a dicembre si osservano importanti crescite tendenziali per automotive e motocicli, trasporti passeggeri in generale, servizi ricettivi e di ristorazione, servizi ricreativi e culturali, giocattoli, profumeria e cosmesi. Sembrano andare verso la stabilizzazione anche gli alimentari. L’obiettivo della Nadef di una crescita del PIL all’1,2% appare, tuttavia, piuttosto ottimistico. Una crescita poco sotto l’1% è, comunque, alla portata del sistema Italia. In quest’ipotesi, anche un’eventuale manovra correttiva dei conti pubblici assumerebbe entità non dirompente».
«Per questo 2024 – conclude Raffaele Chiappa – ci auguriamo che si continui sulla strada di un rientro ordinato dell’inflazione e speriamo in un possibile miglioramento della dinamica salariale. Questi due elementi potrebbero essere l’asse portante a sostegno della propensione al consumo. Se dovessi riassumere la visione sul prossimo futuro che emerge dai dati, potrei parlare di una moderata fiducia. Occorre però che la politica, sia a livello nazionale, sia a livello locale, sia in grado di dare risposte efficaci ai tanti problemi economici e strutturali che sono sul tappeto e riesca a restituirci un po’ di serenità rispetto ad un domani ancora ipotecato dalle tante tensioni internazionali che hanno caratterizzato l’ultimo quinquennio»
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