Danni economici da coronavirus, Timpano: “La logistica deve ripartire in tempi rapidi” – AUDIO

Lo si ripete da tempo, l’epidemia di coronavirus sta causando gravi danni anche al tessuto economico, non solo delle zone rosse. Abbiamo chiesto a un parere a Francesco Timpano, professore di Politica Economica all’università Cattolica di Piacenza.

“Stavamo già vivendo un momento particolarmente complicato a livello internazionale, tra dazi e Brexit. Improvvisamente arriva il coronavirus, e arriva in Cina, paese con cui tutta Europa ha relazioni economiche. Il rallentamento dell’economia cinese sta mostrando ripercussioni su tutto il mondo”.

“Il rischio recessione per l’Italia esiste. La contrazione era già misurata tra lo 0,1 e lo 0,2 a causa degli effetti negativi a livello mondiale. Ora la situazione è ancora più critica dal momento che la nostra economia è direttamente colpita dal virus. Senza contare che l’epidemia ha interessato la zona dell’Italia dove si produce il 40% del pil nazionale”.

La logistica

“La Logistica è un tema molto delicato perché dal nostro territorio si muovono merci per l’Italia e per l’Europa. Questo settore va fatto ripartire in tempi rapidi. Teniamo presente poi tutti quei comparti che vendono in Cina o ricevono beni intermedi dalla Cina: noi ne abbiamo tante, basta farsi un giro in zona Caorsana. Infine non dimentichiamo l’agroalimentare”.

“Ora dobbiamo aspettare una quindicina di giorni sperando che la diffusione del virus rallenti. Purtroppo questa epidemia è esplosa in un territorio dove esistono aziende e comparti che non si possono fermare”.

La chiusura delle frontiere

“Fortunatamente ci sono Paesi, come la Francia, che hanno dichiarato che non chiuderanno le frontiere con l’Italia. Detto questo sarà fondamentale fare investimenti di respiro europeo. Per ora abbiamo bisogno di interventi immediati, in primis la cassa integrazione in deroga, urgentissima per le aziende nella zona rossa e vicine alla zona rossa. Va fatta partire immediatamente per dare sollievo alle aziende che sono ferme”.

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