La Dott.ssa Daniela Aschieri, primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Castel San Giovanni è intervenuta in diretta ai microfoni di Radio Sound, spiegando la situazione attuale che stanno vivendo in ospedale e rispondendo ad alcune domande pervenute in redazione. E’ possibile inviare le proprie domanda, scrivendo tramite WhatsApp.
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AVIGAN, T-705, è un farmaco antivirale sviluppato da Toyama Chemical del Giappone con attività contro molti virus RNA. Nel febbraio 2020 Favipiravir veniva studiato in Cina per il trattamento sperimentale dell’emergente malattia COVID-19.
Aschieri mette subito le cose in chiaro per allontanare false e dannose illusioni: “Una cura non esiste. Si stanno sperimentando farmaci che erroneamente sono stati definiti miracolosi, ma non è così”. Qualcuno di questi può avere effetti positivi su alcuni pazienti ma non su altri: nessuno rappresenta una cura. Anche a Castel San Giovanni stiamo provando metodi sperimentali che sappiamo non fare male, che al massimo possono solo fare bene. Vitamina C, vitamina D, anche noi stiamo sperimentando ma se le persone continuano a morire è perché una cura non esiste. Impieghiamo anche i metodi farmacologici più all’avanguardia, i metodi sono standardizzati per tutti i medici e le strutture. Per ora però una cura non c’è”.
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“Piacenza ha una popolazione anziana, persone che magari non hanno le difese contro una malattia così aggressiva. Anche per questo nella nostra provincia potrebbero verificarsi decessi così numerosi. Va detto anche però che a Piacenza il contagio è esploso in una settimana, subito dopo Lodi. Io penso che le altre città emiliane, coperte dalle attuali misure restrittive, non arriveranno a trovarsi in trincea come noi. L’unica soluzione, per ora, è lavorare tanto e, per quanto riguarda i cittadini, restare in casa”.
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“Rispetto a una normale influenza è molto più numeroso il numero dei malati e quindi anche dei decessi. Il virus, inoltre, è più mortale perché intacca le persone con una grave polmonite. Certo, alcune persone passano questa patologia come fosse una normale influenza, molti invece si complicano con una brutta polmonite che non sappiamo come potrebbe evolvere. I più robusti come costituzione passano questa polmonite, certo, ma comunque non senza difficoltà”.
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