Un’altra occasione per comprendere insieme che è possibile combattere le illegalità, le mafie e la corruzione nei nostri territori. Ci vuole il coraggio dell’onestà, concetto troppo spesso ritenuto persino “antiquato”. In antitesi con i disvalori mafiosi, solo l’Amore per i nostri territori ci salverà. Dove mafie, corruzione, subcultura clientelare la fanno da padroni, i territori sono destinati a spegnersi, a non crescere economicamente, a diventare “servi” di poteri malevoli, tristi e aridi. Le donne che ospiteremo ci dimostrano che la Libertà ha un prezzo, ma questo prezzo lo si paga con l’entusiasmo di chi ha scelto da che parte stare. Perché la giusta parte esiste, ed ognuno di noi può contribuire a ristabilirne il valore.
Martedì 9 luglio 2019 alle ore 21, presso la Biblioteca di strada del Comune di Piacenza, si terrà il prossimo appuntamento della rassegna “serate di cultura antimafiosa”.
Ospiti della serata:
– Cinzia Franchini, editrice di “La Pressa”, ex Presidente di Cna-Fita Autotrasportatori. Ha denunciato e portato l’associazione a costituirsi parte civile nel processo Aemilia
– Giulia Paltrinieri, giornalista, autrice del webdoc “Le mani sul fiume”, vincitrice del Premio Roberto Morrione nel 2017
– Catia Silva, ex consigliera comunale di opposizione di Brescello(RE), primo comune Emiliano commissariato per mafia.
Modera Rossella Noviello, di 100×100 in movimento
PROGRAMMA
Introduzione serata
Proiezione webdoc “Le mani sul fiume”
Testimonianze e dibattito
Il webdoc di Giulia Paltrinieri
“Delle mani (dei clan) sul Grande Fiume inizia a parlare Giuseppe Giglio. Primo pentito di Aemilia, “Pino” Giglio era considerato il “commercialista” dei Grandi Aracri: quello che usava società per comprare sabbia e ghiaia in nero, quello che ripuliva il contante delle ‘ndrine emettendo fatture per operazioni inesistenti. Durante il suo interrogatorio racconta di come si fosse riuscito a mettere in piedi nel mondo delle escavazioni un sistema criminale tra Reggio, Mantova e Modena. Giglio si era appena trasferito dalla Calabria a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, e aveva comprato un camion. La ‘ndrangheta intanto si era spartita le sponde del Po. Non a caso, sulla riva lombarda del Fiume, qualche tempo dopo il terremoto Aemilia, prende il via il processo Pesci: gli imputati al banco, il più delle volte, sono gli stessi.”
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