Attualità

Cyberbullismo: quasi cento denunce tra diffamazione, furti d’identità e revenge porn

Il Prefetto di Piacenza, Daniela Lupo, in occasione della ricorrenza della “Giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo a scuola”, che si svolgerà il prossimo 7 febbraio, dedicata ad azioni di sensibilizzazione rivolte agli studenti e a tutta la comunità, esorta a porre l’attenzione su tali fenomeni che, originati dalla stessa attitudine, sono diversi nelle modalità ma anche nella pericolosità sociale.

I dati a Piacenza

In base all’attività di competenza della Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel corso del 2020, sono stati denunciati 35 episodi di diffamazione, rispettivamente da parte di 5 minorenni e 30 maggiorenni; 12 episodi di minacce, 4 molestie, 42 furti di identità e due casi di “revenge porn”. Si stima comunque che il dato ufficiale possano sottendere un numero “oscuro” di reati maggiore, data la ritrosia comunque tuttora diffusa a denunciare tali fatti.

A scuola

Il bullismo, specialmente in ambito scolastico, attira più facilmente l’attenzione dei docenti e degli altri operatori, il cyberbullismo segue percorsi social difficilmente presidiabili sia dalle famiglie che dalla scuola, durante il loro svolgimento.

Entrambi sono basati sulla persecuzione, sulla ripetizione ossessiva di atti che umiliano la persona, praticati da personalità fortemente insicure, al fine di trarne una rassicurazione del loro potere sugli altri.

Chi assiste e, specialmente nel cyberbullismo, diventa partecipante attivo, è animato dall’emulazione dei soggetti che appaiono dominanti e popolari, ma anche dal timore di diventarne vittime a loro volta.

Il sempre maggiore ricorso all’uso di strumenti social consente ai cyberbulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandoli con messaggi, immagini, video offensivi.

Il Prefetto sottolinea che “In questo quadro, si rivela essenziale l’azione educativa delle famiglie e della scuola, unico strumento per strutturare ragazze e ragazzi in grado di convivere serenamente l’incontro/scontro con i coetanei, riconoscendo nell’altro da sé le stesse paure, insicurezze, bisogno di affettività che si portano dentro”.

Ma per allevare i ragazzi ci vuole un villaggio, secondo il noto detto africano, la famiglia e la scuola hanno bisogno anche del supporto dell’intera comunità. 

Tante iniziative in programma

Sul territorio tantissime le iniziative che sono attive nei luoghi di ritrovo dei ragazzi e che operano per mettere al centro la tutela dei minori in un’ottica di informazione, prevenzione, formazione ed inclusione; per contribuire in modo costruttivo alla definizione di percorsi di consapevolezza e responsabilizzazione.

Proprio in quest’ottica, è in fase di rinnovo il protocollo sul Disagio Giovanile sottoscritto in Prefettura il 6 novembre 2018 e che insieme alla Prefettura vede cooperare, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Ufficio Scolastico Provinciale di Piacenza, A.U.S.L. di Piacenza,  AGE Associazione Italiana Genitori sedi di  Carpaneto Piacentino e Fiorenzuola d’Arda, Movimento dei Genitori (Moige) e Associazione Genitori Piacenza 4 per la creazione di un modello operativo innovativo di dialogo intergenerazionale ed inter-istituzionale per la prevenzione strutturale delle forme di disagio giovanile.

Questo strumento vede contemporaneamente i ragazzi destinatari dell’azione educativa e protagonisti di un racconto personale e collettivo, che combatta l’emarginazione dei più deboli. 

E come ricordato dal Sindaco di Piacenza nonché Presidente della Provinciala giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo è l’occasione per accendere i riflettori su un fenomeno che trova i migliori alleati, purtroppo, proprio nel silenzio e nella solitudine, che questi mesi di inevitabili restrizioni possono aver acuito“.

Polizia

Il Questore, Filippo Guglielmino, inoltre ricorda che, in base alla legge 71/2017 determinate ipotesi di condotta costituiscono una vera e propria fattispecie di reato, sanzionate penalmente.

Il cyberbullismo

In particolare si possono elencare nell’ambito del CYBERBULLISMO quattro specifiche ipotesi:

– DIFFAMAZIONE ONLINE

– MINACCE e MOLESTIE tramite social network

– FURTO DI IDENTITA’

In base all’attività di competenza della Polizia Postale e delle Comunicazioni (articolazione della POLIZIA DI STATO specializzata in materia) nell’ambito della Provincia di Piacenza, nel decorso anno 2020, sono stati denunciati 35 episodi di diffamazione, rispettivamente da parte di 5 minorenni e 30 maggiorenni, 12 episodi di minacce, 4 molestie, 42 furti di identità e due casi di “revenge porn”. Si stima comunque che il dato ufficiale possano sottendere un numero “oscuro” di reati maggiore, data la ritrosia comunque tuttora diffusa a denunciare tali fatti.

A tal proposito ha precisato che è sempre la medesima L. 71/2017 a prevedere la possibilità da parte del Questore di adottare la misura di prevenzione dell’AMMONIMENTO (come già previsto nei casi di c.d. “STALKING”) anche nei confronti di minorenni tra i 14 e di 18 anni, anche se non sia stata presentata specifica denuncia penale da inoltrare alla competente Autorità Giudiziaria.

La finalità di tale provvedimento è quella di prevenire, in maniera incisiva, ma senza il ricorso ad un procedimento penale, la reiterazione di tale condotte purtroppo insidiose ed ancora diffuse in particolare tra gli adolescenti.

Carabinieri

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Paolo Abrate rende noto che il contributo del Comando Provinciale Carabinieri di Piacenza nel contrasto al fenomeno del Cyberbullismo  si concretizza nello svolgimento delle attività d’indagine conseguenti alle denunce sporte presso le Stazioni Carabinieri, nonché nell’espletamento di conferenze nelle scuole, per offrire agli studenti l’opportunità di confrontarsi direttamente con i Comandanti di Compagnia che operano sul territorio e con altre figure professionali ad elevata specializzazione di volta in volta coinvolte (psicologi, pediatri, esperti in indagini telematiche).

Per quanto attiene all’Arma dei Carabinieri, sin dal 2007, è stata prevista la collaborazione con i direttori degli istituti e gli insegnanti; obiettivo raccogliere segnalazioni meritevoli di attenzione investigativa, ma anche per partecipare a percorsi educativi, in funzione preventiva, incontrando gli studenti al fine di promuovere il valore e la pratica della legalità.

Al riguardo, si evidenzia che l’uso consapevole dei Social Network è un temastrettamente connesso con quello del Cyberbullismo e l’Arma dei carabinieri è da sempre impegnata nella più larga diffusione della cultura della legalità anche in questo settore.

L’Ufficio Stampa del Comando Generale, sul sito internet istituzionale www.carabinieri.it, ha realizzato delle aree tematiche specificamente dedicate a “bullismo e cyberbullismo” (http://www.carabinieri.it/cittadino/consigli/tematici/questioni-di-vita/il-bullismo/il-bullismo); poi “Consigli per i più piccoli” (http://www.carabinieri.it/cittadino/consigli/per-i-piu-piccoli/fumetti); mediante l’utilizzo di brevi storie a fumetti, si forniscono consigli su varie tematiche: bullismo, sicurezza in internet, sicurezza domestica, diffidare degli sconosciuti.

Sul canale Youtube si trova la playlist “Diffusione della cultura della legalità tra i giovani”. All’interno sono presenti dei cortometraggi realizzati dalla Scuola Ufficiali Carabinieri con la collaborazione di ragazzi di istituti di istruzione secondaria romani che affrontano vari temi, tra cui quello del Bullismo e del Cyberbullismo (https://www.youtube.com/watch?v=PhvdHoSWgto&list=PLDBimDfSeasJgZqNm3T_HBHDmNI_KTtrm&index=5). 

I video sono ripresi anche sulla pagina Facebook istituzionale.

Il Prefetto Lupo soggiunge che “Educare alla cultura della convivenza significa, quindi, anche saper elaborare e diffondere una autentica cultura della legalità, partendo dall’educazione dei più giovani al saper essere cittadino, per arrivare nell’età più matura a diffondere il rispetto per la diversità e dei diritti inviolabili di ogni individuo. Ecco quindi che Istituzioni e cittadini, sono entrambi, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, a fare il possibile per contribuire a formare i giovani a diventare adulti consapevoli del vincolo di solidarietà che lega ogni persona”.

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