Cure domiciliari: il Tar boccia la circolare del Ministero, ma il Consiglio di Stato interviene con una sospensione. L’Avvocato Mannina: “La sentenza avrebbe aperto un varco e una serie di domande sul tema”. Il presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini, ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio che pochi giorni fa aveva annullato la circolare sulle terapie domiciliari Covid. La sospensione afferma che la circolare contiene “raccomandazioni” e “non prescrizioni vincolanti”.
Il Tar del Lazio era intervenuto sul contenuto della nota ministeriale, in cui si prevede una “vigile attesa” e la somministrazione di antinfiammatori e paracetamolo. Questa nota, sempre secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, risulterebbe: “in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale”.
Cure domiciliari: le interviste
“Con questa sospensiva della sentenza del Tar del Lazio – spiega l’Avvocato Rosarita Mannina – operata in questo modo immediato e quasi magico, si ribalta la situazione sui medici di base. In particolare lo si fa dicendo che c’era una raccomandazione e non un obbligo. In pratica i bravi medici della prima ondata, improvvisamente sono i responsabili di tutto questo. Perché è chiaro che di fronte a una sentenza che bacchetta così clamorosamente il Ministero della Salute si sarebbe aperta la stura a una serie di interessanti domande. Tutte le persone morte per l’indicazione di Tachipirina e vigile attesa, chi le riporta in vita? Chi ripaga le famiglie? E’ chiaro che si potrebbe aprire una voragine di contenziosi e di risposte. In particolare in primo piano strettamente morale e in seconda battuta la sentenza avrebbe aperto la responsabilità dello Stato. Quindi è comprensibile che ci sia stata la corsa ai ripari da parte del Mistero della Salute perché altrimenti si sarebbe aperto un varco”.
La sentenza del Tar era molto attesa dai medici?
“Una sentenza importante, perché a qualcuno potrebbe essere stato impedito di agire in scienza e coscienza. Le prime indicazioni sulla vigile attesa potevano essere giustificabili durante l’inizio del periodo legato al Covid perché ha colto di sorpresa tutti, ma reiterare la circolare nell’aprile 2021, e tenerla ancora vigente, è clamorosamente un lusso estremo. Non ci sono più giustificazioni, perché l’azione primaria che oggi i medici fanno è quello di intervenire subito ai primi sintomi. Quindi che esista ancora in Italia una circolare simile è veramente clamoroso!”
Alessandro Capucci, professore ordinario di malattie cardiovascolari
La sentenza del Tar nasce dalla convergenza di esperienze tra il sottoscritto, il Prof. Cavanna a Piacenza e altri esponenti importanti. Più di un anno fa ci eravamo trovati confrontando le nostre esperienze di cura domiciliare trovando dei dati sovrapponibili e incoraggianti. Nel senso che tra i pazienti curati a domicilio con la malattia con un approccio immediato di terapie, solo il 5% è andato in ospedale e l’1% in terapia intensiva. La sentenza rimetteva in discussione il discorso della vigile attesa e della Tachipirina aprendo la possibilità al medico finalmente di trattare i pazienti a domicilio come si faceva con tutte le patologie in precedenza. Non si capisce perché la patologia da Covid 19 non debba essere trattata alla stregua di altre infezioni virali come si era sempre fatto, in particolare con trattamenti che avevano portato comunque dei buoni risultati. Quindi libertà al medico di agire in scienza e coscienza secondo la possibilità di utilizzo dei farmaci comunemente presenti in commercio. Agendo in questo modo si risparmiano vite. Io ho trattato un centinaio di pazienti e nessuno è andato in ospedale, però è una patologia che va aggredita subito! Al primo giorno di febbre. Prima ancora di sapere l’esito del tampone. Serve un monitoraggio attivo e non passivo come la vigile attesa.
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