«Grazie per questa bellissima serata per la quale esprimo vivissimo apprezzamento per il livello artistico e culturale». Sono le parole del cardinale Giovanni Battista Re pronunciate al termine del reading teatrale “Cronache dal vivo delle pestilenze (con ampi riferimenti alle epidemie che hanno colpito Piacenza)” organizzato dalla Banca di Piacenza alla Sala convegni della Veggioletta. Una serata ad inviti, a causa del necessario rispetto della normativa emergenziale, contrariamente alla tradizione della Banca. A presentarla, Robert Gionelli («è il primo evento culturale proposto nella nostra provincia dopo l’emergenza»), con gli attori Mino Manni e Marta Ossoli che hanno letto brani (scelti da Gianmarco Maiavacca) sulle pandemie che hanno segnato la storia dell’umanità tratti dalla Bibbia, da testi scientifici (Galeno), letterari (Boccaccio e Manzoni) e da scritti di storici e cronisti piacentini (Cristoforo Poggiali, Francesco Giarelli, Anton Domenico Rossi, Gabriele de’ Mussi), con l’accompagnamento musicale di Silvia Mangiarotti (violino) e Alice Boiardi (violoncello).
«Se confrontiamo le pestilenze del passato raccontate questa sera con la situazione pandemica vissuta oggi – ha proseguito il card. Re -, possiamo dire di essere stati persino fortunati. Durante questa emergenza abbiamo visto gesti di solidarietà che hanno impressionato, da parte di medici, infermieri, volontari e di tanti altri. Solo con sentimenti di fraternità e considerandoci parte di un’unica famiglia, riusciremo ad uscire dalla crisi per riprendere il cammino verso un futuro migliore».
Il presidente esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani ha ringraziato il card. Re («che ci ha fatto il grande onore di essere con noi») e mons. Gianni Ambrosio: «Stiamo aspettando un nuovo vescovo e preghiamo la Santa Sede – ha detto il presidente Sforza rivolgendosi al card. Re – di scegliere un “santo vescovo” come l’attuale, che ha saputo affrontare situazioni anche non semplici senza cedimenti, ma sempre con grande umanità»; «Piacenza – ha risposto il cardinale – merita un grande vescovo, se non altro per il contributo in porporati che ha nel tempo dato e comunque – ha aggiunto sorridendo – mons. Ambrosio può “tirare la carretta” ancora un po’».
«Quello che avete sentito – ha spiegato l’avv. Sforza riferendosi al reading – è solo una piccola parte dei testi contenuti in una pubblicazione curata da Gianmarco Maiavacca, che ringrazio per la perizia e l’impegno, sulle cronache delle pandemie, dalla Bibbia alla Spagnola. Un volume, edito dalla Banca, che verrà distribuito giovedì 2 luglio, in occasione della riproposizione, ampliata, dello spettacolo di Manni e Ossoli a Palazzo Galli. Una pubblicazione che rappresenta un unicum sul piano nazionale e locale: non esiste, che io sappia, un altro libro che raccolga la storia delle pestilenze come narrate e viste dai contemporanei. Il libro si apre con una frase di Einstein (“la crisi porta progressi”) che fa meditare. In effetti, le epidemie sono un buon segno: la peste del 1346 aprì la strada al Rinascimento, quella seicentesca ruppe la società corporativa e insegnò che solo una società aperta, libera, può innescare una vera rinascita, facendo strame di una soffocante burocrazia che, proprio nel combattere l’ultimo contagio, ha dimostrato tutta la sua incapacità».
Il presidente Sforza ha quindi ringraziato gli attori e i musicisti per l’ottima e suggestiva interpretazione, ringraziamenti ricambiati da Mino Manni: «Per noi è stato un inedito esperimento – ha commentato – ma è sempre un piacere accettare le sfide che la Banca ci lancia. E’ stato emozionante esibirsi per la prima volta dopo tre mesi e incontrare il pubblico, che è la nostra vita. Sono convinto che la cultura ci salverà».
Il salone della Veggioletta è il primo spazio per pubblici incontri stabilmente allestito in osservanza delle normative sul distanziamento interpersonale. Apprezzata, dagli invitati alla serata, l’idea della Banca di occupare le poltrone dove non ci si può sedere con un simpatico orsetto bianco con la scritta “Vorrei lasciarti il posto ma non posso”.
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