Crisi Selta. “No alla chiusura dello stabilmento. Via a un tavolo di confronto per scongiurare il licenziamento di circa un centinaio di maestranze”.
E’ quanto chiede il consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan. “Attualmente, il territorio della Provincia di Piacenza sta vivendo una situazione particolarmente critica. L’azienda Selta, infatti, è interessata da una onerosa crisi aziendale che pregiudica la possibilità di proseguire la propria attività. Con conseguenti ricadute sui lavoratori impiegati presso la suddetta azienda”.
Nonostante l’allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali del territorio piacentino, la Selta non ha affrontato la situazione debitoria. Si specifica che la crisi aziendale ha avuto inizio ben quattro anni fa. Al 31 luglio 2018, l’azienda deteneva un margine operativo lordo negativo per circa 3,3 milioni di euro. La perdita d’esercizio si attestava a 3,4 milioni. Mentre l’esposizione debitoria complessiva ammontava a 47 milioni di euro. Si evince dalla documentazione presentata dalla stessa Azienda alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano.
Malgrado la gravità dei risultati, il suo consiglio di amministrazione non ha apportato modifiche alla propria gestione. Non ha diminuito nemmeno gli emolumenti liquidati ai suoi componenti.
Attualmente, i lavoratori dello stabilimento di Cadeo si trovano in cassa integrazione a zero ore. Non riescono a confrontarsi con il presidente del gruppo, benché l’azienda registri ancora un buon portafoglio di ordini.
“La situazione, già di per sé gravissima, rischia di degenerare ulteriormente, pertanto – sottolinea Rancan – è quanto mai necessario un intervento che sia urgente e risolutivo. Poiché la Regione Emilia – Romagna dovrebbe svolgere un ruolo importante durante le crisi aziendali, “riteniamo necessario il suo interessamento in prima persona nella vicenda”.
Da qui la richiesta avanzata dal consigliere del Carroccio alla Giunta regionale. “Attivarsi tempestivamente per tutelare i lavoratori della Selta Spa. Un fiore all’occhiello del territorio piacentino e del Made in Italy in tutto il mondo e dall’alto valore strategico. Inoltre monitorare gli sviluppi della crisi dell’azienda stessa, scongiurarne la chiusura e i licenziamenti”.
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