Il Vicepresidente del CRER FIGC con delega all’attività giovanile: “Rispetto alla scorsa stagione abbiamo registrato un aumento delle iscrizioni ai campionati giovanili: +12 negli Allievi e +7 nei Giovanissimi”. Più squadre Élite (42 anziché 32), confermato il format con una fase autunnale provinciale e una regionale primaverile. C’è speranza. “Dopo due settimane dall’apertura delle scuole, la situazione è sotto controllo”
I numeri, che non mentono mai, danno ragione alla linea dettata dal Comitato Regionale dell’Emilia Romagna. Rispetto alla stagione sportiva 2019/2020, quella attuale ha fatto registrare un aumento delle formazioni nei campionati Allievi (+12, da 370 a 382) e Giovanissimi (+7, da 468 a 475), confermando il grande desiderio dei Club di tornare a giocare.
“Abbiamo riproposto il format che prevede i campionati Élite – spiega Celso Menozzi, Vicepresidente Regionale CRER FIGC -, modificandone però la struttura; anziché due gironi da 16 selezioni ciascuno, quest’anno ne avremo 3 da 14 squadre, con l’obiettivo di tornare al format precedente tra due anni.
Contestualmente abbiamo mantenuto la suddivisione dei campionati Allievi e Giovanissimi in una fase autunnale provinciale e in una primaverile regionale, a cui accederanno quaranta squadre divise in cinque gironi da otto formazioni ciascuno”.
Il protocollo
L’applicazione dell’attuale Protocollo è un problema per le squadre giovanili? “Per quelle più strutturate – ribatte Menozzi – no. Seguire queste norme è indubbiamente laborioso, ma è possibile. A confermarlo sono i tornei organizzati in questo periodo. A Ferrara l’attività è già ricominciata, nelle altre province ripartirà a cavallo dell’11 ottobre in modo da sfruttare al meglio le alternanze, un aspetto a cui abbiamo prestato grande attenzione: se al mattino il campo è occupato per una gara del settore giovanile, bisogna dare il tempo necessario alla Società di sanificare tutto per le sfide in programma nel pomeriggio”.
Fiducia diffusa
La fiducia dei Club è diffusa, nonostante qualche difficoltà. “In linea di massima tutti hanno voluto ricominciare a giocare. In alcune province abbiamo riscontrato il problema legato ai lunghi tempi per le visite mediche necessarie ai tesseramenti. Sulla questione ci siamo attivati per cercare una pronta soluzione dialogando con la Regione Emilia Romagna”.
Capitolo pubblico
Domenica scorsa si è giocato a porte chiuse. “La nostra convinzione è che il pubblico potrebbe anche entrare; nel calcio dilettantistico quando va bene ci sono quaranta o cinquanta spettatori, per cui, osservando il distanziamento sociale, indossando la mascherina, misurando la temperatura all’ingresso e presentando l’apposita autocertificazione, credo che le Società potrebbero aprire le porte dei loro impianti. Ma non decidiamo noi. Possiamo solo attenerci a quanto viene comunicato dalla Regione, dal Governo e dal Comitato Tecnico Scientifico. La mia opinione personale è che, guardando quello che sta succedendo in Francia, in Spagna, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, mi devo fidare, perché l’Italia sta contenendo la pandemia in modo più efficace.
C’è un altro aspetto che fa ben sperare: dopo quindici giorni dall’apertura delle scuole, la situazione generale è ancora sotto controllo. Questo regala ottimismo per la ripresa e il proseguimento dell’attività del settore giovanile”.
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