Crediti incagliati legati al superbonus 110%, appello di sindacati e associazioni di categoria

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Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio scorso sulla cessione dei crediti, potrebbe avere effetti devastanti per migliaia di imprese italiane legate al settore dell’edilizia e delle costruzioni. Effetti e problematiche che sono state illustrate ieri al Prefetto di Piacenza, Daniela Lupo, nel corso di un incontro svoltosi a Palazzo del Governo con la presenza, su impulso di CNA Piacenza, di un nutrito gruppo di associazioni di categoria, sindacali e del mondo della cooperazione.

Con CNA, rappresentata dal Presidente provinciale Giovanni Rivaroli e dal Direttore Enrica Gambazza, erano presenti: Ance Piacenza con il Presidente Matteo Raffi, Confindustria con il Direttore Luca Groppi, Confapi con il Vicedirettore Marika Lusardi, Upa-Federimpresa con il Vicepresidente Giancarlo Gerosa, Legacoop con il Coordinatore territoriale Miriam Vallisa, Confcooperative con Luca Cattanei, Uil con il Segretario generale Feneal-Uil Antonio Cuppone e Federico Schifano, Cisl con Roberto Varani della Segreteria Filca-Cisl, e Cgil con il Segretario generale Fillea, Marco Efori.

Gravi problemi che potrebbero derivare dalla recente approvazione del decreto

E’ stato proprio il Presidente di CNA, Giovanni Rivaroli, ad aprire la discussione e ad evidenziare al Prefetto i gravi problemi che potrebbero derivare dalla recente approvazione del decreto che, di fatto, interrompe improvvisamente la cessione dei crediti e lo sconto in fattura e non risolve il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Si tratterebbe in sostanza, secondo i dati forniti proprio dal Governo, di 19 miliardi di euro già maturati dalle aziende e che, se non pagati, metterebbero a rischio 90.000 cantieri per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico.

Concetti portati all’attenzione del Prefetto di Piacenza anche da tutti gli altri rappresentanti delle associazioni e dei sindacati presenti all’incontro, con una particolare sottolineatura ai rischi derivanti da tale blocco a partire dal fallimento di tantissime aziende italiane operanti nel settore, con conseguente perdita del posto di lavoro per migliaia di persone. 

“Sblocco dei crediti pregressi, la prima emergenza”

“La prima emergenza – è stato esposto al Prefetto – è lo sblocco dei crediti pregressi, una misura resa ora possibile anche dal recente Manuale Eurostat 2023, che ha fatto definitivamente cadere l’alibi dell’impatto sui conti dello Stato. Secondo Eurostat, infatti, il pregresso è già interamente conteggiato nel deficit italiano. Per sbloccare i crediti pregressi bisognerebbe prevedere un intervento di acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza, anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate, invitare gli istituti di credito che ancora avessero capienza per farlo ad acquistare i crediti nei cassetti delle aziende, ma soprattutto consentire immediatamente agli Istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie. Misure che però risultano assenti dal decreto-legge approvato dal Governo. Ci aspettiamo che il Governo confermi urgentemente queste misure”.

L’incontro si è concluso con l’appello rivolto al Prefetto dalle associazioni di categoria, sindacali e del mondo della cooperazione affinché in sede governativa venga aperto al più presto un tavolo di confronto per trovare misure di sblocco dei crediti incagliati e di sostegno alla riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare italiano”.

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