Covid e scuola. “Non è una didattica che risponde sicuramente alle esigenze di apprendimento fatto giustamente in presenza, come i ragazzi hanno sempre fatto. Preoccupa soprattutto l’aspetto legato ai laboratori, ai corsi professionalizzanti. Si è deciso di tagliare sulla scuola senza intervenire su quelli che erano i fattori che hanno messo a rischio la frequenza a scuola. L’aspetto dei trasporti andava curato in modo molto più oculato e puntuale”. Lo sostiene Paola Votto, segretario Cisl Scuola.
“Chi taglia, taglia dove è più facile tagliare. Peccato che si tagli sulla pelle dei ragazzi”.
“La didattica a distanza rende più difficile per il docente agire su una valutazione che sia più formativa che sommativa. Ovvero una valutazione che tenga conto del percorso intrapreso dal ragazzo piuttosto che dell’esito numerico dei vari test”.
“L’aspetto negativo è che non si è dato il tempo alle scuole di maturare questo tipo di didattica e sperimentarla a fondo. Siamo molto preoccupati per la piega che sta prendendo l’insieme delle soluzioni prese a fronte dell’impennata epidemiologica”.
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