Controllare il livello di saturazione dell’ossigeno, effettuare terapie di supporto precoce e monitoraggio, intubare. Sviluppare, cioè, una serie di competenze in modo da poter affrontare e gestire emergenze, epidemie e situazioni catastrofiche, indipendentemente dal tipo di specializzazione medica che si sta completando. È quello che potranno fare 800 medici specializzandi dell’ultimo anno degli atenei di Parma, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, attraverso un percorso sperimentale ad hoc approvato dalla Giunta regionale nel corso dell’ultima seduta.
Il percorso formativo
Un percorso formativo in parte a distanza, online, ma anche con simulazioni su manichino e tirocinio pratico sul campo. Verrà sviluppato in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, per cui la Regione si impegna a destinare un finanziamento di 127mila euro.
Nella stessa delibera la Regione ha approvato anche lo schema di Accordo di collaborazione tra la Regione e UniMoRe per l’attuazione dell’intero percorso.
Tutto è nato da una proposta del professor Giovanni Pellacani, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Modena e Reggio Emilia e presidente dell’Osservatorio regionale per la Formazione specialistica. Pellacani ha illustrato all’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
“Le esperienze maturate nella gestione dell’emergenza da Covid-19 hanno mostrato come medici di diverse specialità abbiano contribuito a sostenere i reparti interessati; e come la maggior parte dei professionisti coinvolti abbia comunque avuto bisogno di una formazione specifica e di un affiancamento- commenta Donini-. Pertanto, come Regione riteniamo utile e necessario per il nostro Servizio sanitario contribuire alla preparazione dei medici all’ultimo anno di corso delle Scuole di specializzazione nell’affrontare situazioni di epidemia e pazienti in emergenza-urgenza. Ringrazio dunque il professor Pellacani e l’Osservatorio regionale, che hanno proposto questo percorso formativo- conclude l’assessore- e la collaborazione delle Università della regione per l’attuazione”.
Il percorso, che si svolgerà entro il mese di ottobre, “consoliderà la preparazione dei medici specializzandi all’ultimo anno di corso attraverso un gruppo di docenti che definirà i contenuti formativi e le modalità di apprendimento” spiega il professor Pellacani. “È un po’ come se dovessimo formare dei soldati per renderli capaci di entrare in guerra nel modo più veloce possibile. La sfida è il tempo: l’obiettivo è avviare il percorso in tempi piuttosto rapidi- conclude Pellacani. “Vogliamo che i nostri specialisti siano pronti ad affrontare ogni emergenza, a partire da una possibile recrudescenza del Coronavirus”.
La ccollaborazione con le università
Le quattro Università si occuperanno di definire il percorso formativo e l’individuazione dei docenti, dei formatori, dei tutor. Ma anchel’utilizzo dei laboratori nelle diverse sedi per la simulazione e per le attività pratiche. L’Università di Modena e Reggio Emilia assicurerà la configurazione dell’infrastruttura telematica utile all’erogazione dei contenuti formativi a distanza, l’assistenza remota agli utenti; ma anche la segreteria organizzativa, la produzione e la pubblicazione del corso a distanza, il rilascio delle credenziali per l’accesso. Concorrerà inoltre alla progettazione dei contenuti e alla valorizzazione degli esiti. La Regione, dal canto proprio, finanzierà il percorso con 127mila euro, per i costi tecnici, della docenza e del tutorato nella formazione.
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