Come chiesto dal Coordinamento provinciale sulla sanità, si è tenuto il 1 marzo un incontro con i sindaci della conferenza sociosanitaria Piacentina, alla presenza anche del direttore Asl Baldino.
Obiettivo del coordinamento era quello si chiamare i Sindaci, che, per responsabilità e dovere istituzionale rappresentano, di fronte ai loro cittadini, la principale autorità sanitaria locale, ad un confronto su alcuni temi scottanti riguardanti la salute e l’accesso alle cure nella nostra provincia.
In particolare i temi da noi proposti, oggi particolarmente sentiti, sono stati
Abbiamo tutti la consapevolezza che la nostra sanità pubblica, investita dalla emergenza Covid19, si è trovata per lungo tempo nella impossibilità di seguire, con la necessaria adeguatezza, altre patologie non meno importanti. Per mesi abbiamo dovuto fare i conti con un organico sanitario sotto stress, reparti riconvertiti, esami, visite e ricoveri rimandati, pronto soccorso ridimensionati a punti di primo intervento se non addirittura sospesi.
Una situazione che ha prodotto un sostanziale mancato rispetto dei livelli minimi di assistenza (LEA) per visite, esami (previsti dalle normative nazionali e regionali), ricoveri e cure rinviate (con conseguente accumulo di un ritardo che sarà difficile recuperare in tempi brevi), con ricadute pesanti sulla salute della popolazione ed un aumento del ricorso alla sanità privata e relativo aumento dei costi per le finanze pubbliche.
Nel confronto del 1 marzo scorso tutti i Sindaci hanno rimarcato il loro impegno per fronteggiare questa situazione straordinaria. Impegno che riconosciamo e non è nostra intenzione mettere in dubbio. Tuttavia, ad un anno dall’inizio della pandemia – nonostante l’impegno e il sacrificio che va riconosciuto al personale sanitario – la situazione non è sostanzialmente mutata e, considerato che probabilmente l’emergenza Covid continuerà anche nei prossimi mesi, riteniamo che sia necessario fare il punto della situazione e riflettere come intervenire concretamente per arginare una situazione preoccupante e non più sostenibile per le patologie No Covid (altrettanto importanti ed urgenti) e per il recupero delle visite, cure ed esami rinviate. Anche tenuto conto che tali ritardi non si riflettono solo in maggiore sofferenza fisica ma anche in ulteriori spese sanitarie.
Abbiamo quindi svolto un ruolo di sollecito e di sostegno ai Sindaci nell’azione verso l’ASL, e verso la Regione perché il Piano nazionale del Governo in merito ai LEA sia rispettato (come anche diverse sentenze della magistratura richiedono). Stiamo parlando non di semplici desideri ma di diritti costituzionali che vanno garantiti ed a cui bisogna sforzarsi si dare adeguata risposta.
Abbiamo quindi chiesto ai Sindaci una loro valutazione su:
Abbiamo chiesto ai Sindaci (ed al direttore dell’ASL) di chiarirci quale sia il progetto di medicina territoriale che hanno in mente poiché, onestamente, non si riesce a coglierne l’obiettivo di fondo.
Si parla molto e quasi esclusivamente di case della Salute come luoghi in cui organizzare l’attività dei MMG (per altro liberi di aderire o meno), oltre che delle USCA.
Ma case della salute ed USCA sono oggi pensate sopratutto come risposta emergenziale al
Covid (Vaccinazioni, presa in carico a domicilio).
Come Coordinamento dei Comitati non sottovalutiamo affatto l’utilità di tali provvedimenti emergenziali ma riteniamo necessario definire un quadro preciso della strategia della medicina territoriale (di cui tutti parlano e per la quale la Regione ha promesso importanti finanziamenti) che possa produrre i suoi effetti anche nel periodo post Covid.
Abbiamo ricordato come il Piano Sanitario Regionale del 2016 (ripreso anche nel piano socio sanitario piacentino del 2017) indicava nella medicina territoriale diversi altri interventi da strutturare e potenziare. Per esempio:
Una rete di cura ed assistenza con investimenti in personale e dotazioni da parte dell’Asl, sapendo inoltre che la medicina territoriale ha bisogno anche di una stretta collaborazione coi presidi ospedalieri sul territorio, (diagnostica, Pronti soccorso, risposte di presa in cura) che vanno quindi potenziati in questo senso.
I Sindaci presenti (e lo stesso direttore ASL presente) hanno riconosciuto fondate le nostre osservazioni, ma hanno sottolineato come fin tanto che l’emergenza Covid permarrà, sarà difficile avviare iniziative che rispondano compiutamente a queste domande.
Una risposta che non ci soddisfa. Appunto perchè l’emergenza Covid sarà destinata a durare ancora a lungo, non si può non pensare come sia necessario invece uno sforzo straordinario proprio mirato a tutelare quei cittadini colpiti da altre patologie. E non possiamo pensare di poter rinviare risposte di cura fra mesi, anni, una volta superata l’emergenza Covid.
Certo sono necessari investimenti, progetti, ricerca di personale per tornare ad offrire nel minor tempo possibile risposte adeguate ad una situazione che pesa molto, ogni giorno di più, sulle persone.
Governo e Regione hanno promesso importanti finanziamenti. La questione è come utilizzarli; se solo progettando strutture con tempi di realizzazione di anni o con personale e servizi da organizzare in tempi medio/brevi.
Su questo il ruolo dei Sindaci, per le responsabilità che hanno in quanto rappresentanti dei cittadini, è fondamentale e per questo a loro chiediamo, anche dopo il confronto realizzato il 1 marzo, di attivarsi, di far pesare il loro ruolo all’interno della Conferenza Socio Sanitaria, perchè la sanità pubblica piacentina si faccia carico di tutte queste preoccupazioni per intervenire nel modo più sollecito ed efficace possibile.
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