“Il percorso del Consorzio di bonifica verso la consultazione elettorale è complicato, accidentato, periglioso ma non si trova alcuna Autorità di qualsivoglia specie né alcun Corpo legislativo, nazionale locale o regionale, che se ne occupi”. E’ la conclusione alla quale giunge un comunicato di Confedilizia Piacenza che, insieme al Sindacato della Proprietà fondiaria ed a Legambiente e Italia Nostra, si occupa della questione.
“I dpcm anticovid si susseguono uno dopo l’altro, tutti prevedono che le riunioni nell’ambito della p.a. (come sono le consultazioni elettorali per un ente pubblico come il Consorzio di bonifica) debbano essere tenute a distanza e quindi, nella specie, in modo telematico e/o elettronico, salvo motivate ragioni. Queste, nel caso, non ci sono (come prova il fatto che, da mesi, il Consorzio di bonifica va avanti pur essendo scaduto) ma nessuno controlla – pur in vario modo informati della convocazione elettorale – se sussistano o meno le motivate ragioni.
Il Parlamento è stato dal canto suo investito della questione ma, in buona sostanza, la Commissione Affari costituzionali del Senato ha detto che non si poteva occupare dell’argomento perché di competenza regionale. Ha comunque approvato un ordine del giorno che invita il Governo (che ha dato parere favorevole all’ordine del giorno stesso) “a valutare l’opportunità di sensibilizzare la Regione affinché si preveda il rinvio delle elezioni per il rinnovo degli organi del Consorzio di bonifica di Piacenza come degli altri”. Interrogazioni urgenti sul “caso Piacenza”, anche a richiesta di risposta in Commissione, giacciono alla Camera senza risposta.
Il 19 febbraio, a richiesta del Consorzio di bonifica ricevuta in pari data (quindi, con una velocità supersonica, anche se non si fosse in un ambiente pubblico), la Regione ha scritto una lettera al Consorzio stesso nella quale conferma che “gli attuali organi restano investiti della gestione ORDINARIA del Consorzio di bonifica di Piacenza per le esigenze e secondo le tempistiche” rappresentate dal Consorzio e questo “fino all’insediamento dei nuovi organi”. Due giorni dopo, in fretta e furia, il Consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica ha fissato la data delle elezioni consortili per il 18-19 aprile e nessuno s’è mosso. Solo il Sindaco di Piacenza, il 24 marzo, ha invitato esplicitamente il Consorzio a rinviare le elezioni, dando informazione della cosa al Presidente della Regione, che non ha – che risulti – mosso un dito.
Il rimpallo di competenze, perchè nessuno vuole provvedere, è evidente. Lo stato di diritto è a pezzi perchè non esiste Autorità che si faccia carico di decidere. La Regione ha, finora, solo favorito il Consorzio, neanche intervenendo dopo che lo stesso ha interpretato l’autorizzazione regionale a proseguire nell’ORDINARIA amministrazione come un’autorizzazione a far votare, ciò che è tutto meno che un’attività ordinaria, e anzi tanto straordinaria che si svolge ogni cinque anni. Tutto questo dopo che il Sottosegretario della Regione Baruffi aveva, a suo tempo, scritto che in sede di proroga la gestione ORDINARIA non avrebbe potuto protrarsi “per un tempo superiore a 45 giorni, decorsi i quali gli Organi sono da considerarsi decaduti a tutti gli effetti, comportando, di conseguenza, l’inevitabile commissariamento dei Consorzi”. Con la stessa lettera, il Sottosegretario alla Presidenza trasmetteva un protocollo sanitario per le elezioni per i Consorzi di bonifica consultabile per esteso sul sito della Confedilizia di Piacenza ma, al suo proposito, basti dire che il documento (che sarebbe stato approvato dalla Giunta regionale l’1.12 u.s.) è fondato sul presupposto che “per analogia (a quello nazionale) sia opportuno prevedere analogo protocollo per le elezioni dei Consorzi”: analogia molto peraltro discutibile e fondata comunque più su consigli che su disposizioni (“è raccomandata l’apertura per almeno 3 minuti ogni mezz’ora delle finestre”, ”il Presidente del seggio può disporre il controllo della temperatura corporea all’accesso e l’avvenuta igiene delle mani”, “si ribadisce l’opportunità di prevedere aree di attesa all’esterno”, ”è consigliata una ulteriore detersione delle mani”…) e così via procedendo.
La Regione – che tollera che il Consorzio di bonifica non svolga le elezioni in modo telematico dopo una sua legge di lustri fa che invitava, il nostro Consorzio come gli altri, ad introdurre il voto a distanza e dopo che, da dieci anni, il Consorzio di bonifica sostiene (seriamente!), sorretto da un opinamento di una società partecipata pressochè totalmente dalla Regione, che non esiste la possibilità di assicurare un voto telematico corretto e segreto quando in pochi mesi vi riescono banche e Ordine dei medici – la Regione, si diceva, non fa nulla per far rispettare, addirittura, una propria legge (che perseguiva evidentemente solo effetti scenici) e, inoltre, in Consiglio regionale più di un anno fa la maggioranza ha votato contro un ordine del giorno che invitava tutti i Consorzi, e quindi anche quello di Piacenza, ad apprestare per tempo il voto telematico.
Sono stati interessati, con esposto dettagliato il Prefetto, il Questore, i Sindaci dei Comuni di Piacenza, Borgonovo, Fiorenzuola, Bettola, Bobbio, Vernasca e Podenzano (nei quali si voterà ai seggi consortili), il Presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dei Trasporti ed il Ministro della Salute, senza esito salvo il Presidente della Conferenza indicata che ha riunito la Conferenza dove alcuni sindaci si sono detti non favorevoli a chiedere il rinvio al Consorzio e una decisione è allora stata rinviata alla settimana dopo Pasqua, allorché la Conferenza dovrebbe comunque esprimersi quantomeno a maggioranza.
Tutto quanto detto e fatto presente in sede politica (dove si sono viste solo fughe) e in sede amministrativa nonchè parlamentare (nessuna risposta, interrogazioni urgenti giacenti senza risposta) ha avuto un precedente avanti la Giustizia, che è stata l’unica ad occuparsi con serietà della vicenda. Su ricorso di Legambiente, Confedilizia, Proprietà Fondiaria e Italia Nostra, il Tribunale monocratico ha, con un decreto ed un’ordinanza, ritenuta la propria competenza, deciso che – per obbligo normativo statutario ed in ragione della pandemia – il Consorzio avrebbe dovuto far votare in via telematica.
Su reclamo del Consorzio relativo alla prescrizione telematica, il Tribunale collegiale – senza entrare nel merito dell’obbligo statutario o altro – ha semplicemente dichiarato che, a suo avviso, a giudicare di questo argomento dovrebbe essere non l’Autorità giudiziaria ordinaria ma il TAR. Tutto qui.
Il Consorzio ha lasciato intendere (mai precisando il contrario) che il Tribunale di seconda istanza avesse bocciato tutto. In realtà, come visto, ha bocciato nulla nel merito, solo occupandosi di una questione procedurale.
Il Consorzio vuole far votare in fretta e furia ed in presenza, nonostante i motivi sanitari proclamati solo per certuni e non per altri, per assicurarsi altri cinque anni di governo infischiandosene delle normative sul voto telematico (che temono).
Cosa possono dire, davanti ad una situazione come questa, i ragazzi che vengono sanzionati con 900€ a testa perchè sono trovati seduti sugli scalini del Gotico? Che esempi hanno? Possono credere in questa democrazia nella quale tutti fuggono dalle proprie responsabilità, chiamando alla fin fine, tutti, a decidere solo la Regione che, fino ad ora, non ha mai fatto una volta sola qualcosa contro il Consorzio e per difendere i contribuenti? In sostanza, LO STATO NON C’È, VALGONO SOLO I POTENTI E I POTENTATI”.
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