Il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha reso possibile il sollevamento di quasi 34 milioni di metri cubi d’acqua dall’inizio del 2018 al 30 settembre 2020, secondo gli ultimi dati disponibili. Si tratta di enormi masse d’acqua che grazie all’intervento del Consorzio non hanno rischiato di danneggiare pesantemente abitazioni, esercizi commerciali, capannoni e campi coltivati sul territorio piacentino.
Un ottimo risultato ottenuto dall’amministrazione che si propone con la lista “Acqua Amica” alle elezioni per il rinnovo del Consorzio di Bonifica. Scolo e difesa idraulica sono componenti centrali nell’attività del Consorzio, che garantisce costantemente il funzionamento e la corretta manutenzione delle reti e degli impianti di bonifica: canali diversivi, canali di scolo e drenaggio, manufatti di servizio e impianti idrovori di sollevamento meccanico. Attraverso l’attenta gestione di questi impianti, il Consorzio di Bonifica garantisce in modo concreto ed efficace la tutela del territorio e di tutta la popolazione.
Alcune aree di pianura poste alle quote inferiori rispetto all’argine di Po necessitano di particolari condizioni idrauliche di sollevamento meccanico mediante impianti idrovori, finalizzati ad assorbire e asportare grandi masse d’acqua. I 34 milioni di metri cubi d’acqua sopracitati, peraltro, sono da considerare per difetto, in quanto non comprendono l’evento meteorico più importante del 2020, avvenuto nei primi giorni di ottobre.
Con il Po e i suoi affluenti principali in piena, il monitoraggio del Consorzio è stato costante e ha previsto l’impiego di personale tecnico e operativo 24 ore su 24. In questa occasione, tutti gli impianti idrovori sono entrati in funzione o hanno aumentato il loro ordinario funzionamento.
In aggiunta agli impianti dislocati lungo la fascia costiera e alla chiusura delle chiaviche, è entrata in funzione la cassa di espansione in via Paul Harris a protezione dell’abitato di San Nicolò; è stato chiuso il varco Pizzabella posto a monte del comune di Cortemaggiore, utile alla protezione dell’abitato da una possibile esondazione del torrente Arda; è stata infine installata la paratoia sul varco del canale diversivo di est a Roncaglia.
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