Dopo l’ultimo consiglio comunale, sospeso in seguito alla richiesta dei consiglieri di maggioranza, si attende la convocazione della prossima assemblea. Nel frattempo, dopo quel clamoroso lunedì, proseguono le prese di posizioni delle varie parti politiche.
Centrodestra: “La maggioranza che abbandona l’Aula è vulnus democratico e dimostrazione di manifesta incapacità“
“Da novelli Schettino in fuga, i consiglieri di centrosinistra abbandonano la nave. E lo fanno nell’evidente incapacità di sostenere una pratica che, come loro, fa acqua da tutte le parti”. Il centrodestra ricorre ad una ormai tristemente nota similitudine per “stigmatizzare una decisione, quella della maggioranza di far mancare il numero legale durante la discussione su Piazza Cittadella, che rappresenta prima di tutto un vulnus per la democrazia, un attacco ai diritti della minoranza, impossibilitata, in questo modo, ad esprimere le proprie opinioni e i tanti ragionevoli dubbi sulla pratica, ma soprattutto evidenzia la manifesta incapacità del centrosinistra di amministrare la città”.
“Dopo che 12 anni fa il centrosinistra ingessò il futuro della città ad un irragionevole accordo con il privato – spiegano i consiglieri della civica Barbieri Sindaco-Trespidi con Liberi, Lega e Fratelli d’Italia – oggi il lupo perde il pelo ma non il vizio e, con la superficialità mista a tracotanza che lo contraddistingue, è tornato a gestire la medesima pratica incurante dell’interesse pubblico dei cittadini. Solo pensando al bene di tutti i piacentini, e non di quelli interessati solo ad alcuni risvolti della pratica, l’Amministrazione di centrodestra lavorò, con il prezioso contributo di tutti gli uffici comunali coinvolti nella pratica, per definire se davvero fosse il bene per Piacenza e i piacentini la costruzione di un nuovo parcheggio in Piazza Cittadella, affidandosi a un interlocutore che, ancora oggi, i massimi dirigenti del Comune definiscono “molto difficile e da prendere con le molle”.
L’approfondimento di quei tavoli stava giungendo ad esprimere un giudizio sulla pratica nell’imminenza della campagna elettorale del 2022 che, gioco-forza, interruppe il prosieguo del lavoro: avvedutezza, serietà e trasparenza, quindi, la nostra; tutt’altro che l’immobilismo del quale provano goffamente a parlare oggi nel centrosinistra nel tentativo di sviare l’attenzione da una clamorosa fideiussione falsa, ad oggi ancora non sostituita, e il mancato rispetto di ogni termine stabilito per la cosiddetta bancabilità, cioè la disponibilità economica del soggetto gestore”.
“Così come non ci stiamo a farci dipingere come coloro che attaccano i dirigenti e li “intimidiscono” per il solo fatto di aver sottolineato l’inopportunità che, sulla sola figura del Direttore Generale, si concentrino “controllore” e “controllato”,” aggiungono gli esponenti del centrodestra, ricordando come “non più tardi di un mese fa sia stata proprio la maggioranza ad attaccare in modo diretto e francamente sconveniente una dirigente comunale, parlando addirittura di conflitto di interesse, e anche all’interno di una commissione consiliare chiesta dagli stessi esponenti della sinistra”.
“Dobbiamo intendere che si possano sollevare dubbi solo relativamente ad alcuni dirigenti e non ad altri?”, chiedono retoricamente i consiglieri che non accettano “la giustificazione della maggioranza di aver abbandonato l’aula a tutela dei dirigenti, che noi non abbiamo mai offeso. Non ci stiamo a veder presi in giro i piacentini. Evidentemente una maggioranza raffazzonata, che solo qualche settimana fa non ha avuto i numeri per approvare una propria delibera, questa volta, vista la mal parata e non avendo argomenti per sostenere il confronto, ha deciso di abbandonare il consiglio. Evidentemente temendo che diversi ordini del giorno, in particolare quello che chiedeva l’avvio dell’iter di risoluzione del contratto, avrebbe messo in difficoltà palese nei numeri la maggioranza e quindi la Giunta”.
“Il pessimo teatrino messo in piedi dalla maggioranza, con interventi scomposti e sconclusionati e il vulnus democratico dagli stessi creato con l’abbandono dell’aula – concludono i consiglieri – non paiono altro che il tentativo di ‘tirare avanti’ qualche altro giorno, sperando che il gestore privato, che da 12 anni incassa i proventi delle soste a pagamento in città con tariffe ancora recentemente aumentate, possa arrivare a presentare la bancabilità necessaria all’inizio dei lavori. Ma è proprio questo ciò che serve ai piacentini?”
Il centrosinistra: “Piazza Cittadella, una scusa per screditare il Comune”
Piazza Cittadella è solo una scusa. E’ la scusa per screditare il Comune di Piacenza, l’onestà dei suoi dipendenti e dei suoi amministratori, ed è la scusa per immobilizzare tutto, per frenare, per impedire che questa città vada avanti. Tutto ciò all’insegna del “Tuca gnint” per dirla con un adagio piacentino: “non toccare niente”, stare fermi immobili, in modo che non venga infastidito qualcuno, in modo che non vengano toccati misteriosi interessi, in modo che chi si lamentava continui a farlo e in modo che chi vuole vedere tutto fermo continui a rimanere soddisfatto. Una visione che, tuttavia, ha preso una batosta elettorale notevole nel 2022 contro ogni aspettativa. E chi di dovere dovrebbe farsene una ragione. Ma così non è, e oggi stiamo assistendo a qualcosa di davvero anomalo e che nulla ha a che fare con la dialettica politica.
Non era mai accaduto nella storia amministrativa di Piacenza di assistere a un attacco di tale violenza, con illazioni pesantissime e accuse dirette, nei confronti dei dipendenti dell’ente comunale. Un attacco che si basa su falsità, sulla mistificazione della realtà e ignora totalmente, in modo quasi imbarazzante, ciò che è avvenuto fino all’estate del 2022.
, per rimanere sul tema del giorno, ci riferiamo proprio alla pratica di piazza Cittadella che si basa su un contratto di concessione che risale al 2012: fino all’insediamento dell’attuale amministrazione, ovvero fino all’estate del 2022, si è battuto palla e lo dimostrano in modo inequivocabile i tempi abnormi che trascorrevano nelle interlocuzioni tra concessionario ed ente, e con il Comune di Piacenza che a un certo punto si è trovato in una condizione rischiosa. E il contratto di concessione che oggi l’opposizione vorrebbe veder stracciato all’istante, non è stato stracciato quando la stessa opposizione è stata al governo della città per cinque anni. E non si venga a parlare del Covid per l’ennesima volta: non c’entra niente. Se lo si voleva fare, lo si faceva.
La “colpa” di questa amministrazione, per l’attuale minoranza di centrodestra, pare sia quella di aver deciso che la pratica di piazza Cittadella andava sbloccata in modo serio e operativo, che si dovesse prendere una direzione chiara con un finale ancora più chiaro: o si realizza il parcheggio interrato con la riqualificazione di una piazza che oggi cade in pezzi ed è vergognosa, o si risolve il contratto di concessione (senza però che il Comune sia inadempiente) e si intraprende un’altra via da definire. Questo era ed è l’obiettivo dell’attuale amministrazione guidata dalla sindaca Katia Tarasconi, che ha anche espresso la legittima volontà politica di veder realizzato un parcheggio interrato che – a dispetto delle “verità” propinate da certi consiglieri comunali – i piacentini vogliono! E lo vogliono perché è utile, in quella zona più che mai.
Ci si è mossi, in buona sostanza; ci si è svegliati dal torpore, come è giusto che sia in una città che guarda al futuro e non si incancrenisce nell’immobilismo. Apriti oh cielo! Non sia mai che Piacenza si muova in una direzione, una qualsiasi. E ora ce la si prende non più solo con la parte politica che guida questo Comune dopo aver vinto le elezioni, ma ce la si prende con la parte tecnica, con i dirigenti, con i dipendenti, con il direttore generale che, guarda caso, non è di Piacenza, arriva da un’altra realtà e si muove in modo serio nell’ambito delle sue funzioni.
Che non sono quelle del RUP della pratica di piazza Cittadella, giusto per chiarire subito un punto cruciale oggetto di menzogne ripetute, anche con riferimento all’anticorruzione, che si sono alzate dai banchi dei consiglieri del centrodestra piacentino. Sono menzogne inaccettabili. Ed è questo il motivo per il quale abbiamo deciso, come maggioranza, di abbandonare l’aula consiliare lunedì scorso. Un segnale forte? Può darsi, ma di certo chi si prende la briga di analizzare i fatti e commentarli non dovrebbe prescindere dal perché, e dovrebbe aver ben presente che non può valere tutto, nemmeno in una sede “sacra” come il Consiglio comunale.
E si badi bene: non abbiamo certo lasciato l’aula per evitare che si arrivasse al voto su quella che è stata definita una sorta di “sfiducia” al concessionario privato e di conseguenza che si arrivasse in quella sede a decidere se dovesse o meno essere risolto il contratto di concessione. Quegli ordini del giorno sarebbero stati inammissibili, e non c’è tema di smentita su questo punto. Quella seduta consiliare aveva altri ordini del giorno, il dibattito era su altro e in particolare sulla tanto discussa fideiussione che si è poi rivelata falsa; questione sulla quale è stata fornita tutta la documentazione possibile. In quel Consiglio comunale non si poteva votare su una pratica che deve, e non può che essere così, valutata dagli uffici.
Gianluca Ceccarelli, Luca Dallanegra, Andrea Fossati, Boris Infantino.
Filiberto Putzu (Liberali)
La complessa vicenda del parcheggio di Piazza Cittadella (progetto iniziato con la prima Amministrazione Reggi, e via via trascinatosi fino ad oggi) sembra non trovare ancora via di uscita. Chi dovrebbe costruire il parcheggio interrato (e che in questi anni ha inoltre gestito e gestisce i parcometri di sosta in città) sembra aver “sforato” i termini per garantire la “bancabilita’” dell’opera, cioè la garanzia certificata sulla copertura economica della realizzazione del parcheggio. La certificazione di bancabilità (cioé la capacità del progetto di generare flussi di moneta sufficienti a rimborsare i finanziatori e creare redditività per l’investitore) é presupposto indispensabile a tutela del Comune e quindi dell’intera città di Piacenza.
Questi “slittamenti” hanno generato molte trasversali perplessità sulla vicenda globalmente considerata, non solo nel mondo politico ma anche tra i comuni cittadini. Apprezzabili le procedure dell’amministrazione Tarasconi di “sistemare le cose” – dal punto di vista contrattuale- collocando il Comune in corretta “posizione di forza”, ma ora ci si interroga sul proseguire o meno verso la realizzazione dell’opera. E oltre allo slittamento dei termini sulla presentazione delle garanzie bancarie (termini più o meno concessi… sul punto le interpretazioni non sono univoche), non poco ha influito la presentazione di una fideiussione portoghese di 1,2milioni di euro rivelatasi poi falsa. La fideiussione quinquennale doveva valere come garanzia di copertura dei canoni di concessione dei parcheggi a pagamento. Cosa significa fideiussione? “Colui che, obbligandosi personalmente verso il creditore, garantisce l’adempimento di un’obbligazione altrui”. La garanzia di copertura era falsa, in parole povere una truffa.
Truffa che avrebbe colpito il soggetto che l’aveva presentata (così é stato dichiarato e denunciato), ma inequivocabilmente “a cascata” anche il nostro Comune cui era stata presentata. Va detto che con il pagamento immediatamente successivo dell’importo, questa situazione é stata – dal punto di vista economico- risolta, ma sul caso, in seguito ad esposti, é stata interessata la Procura della Repubblica.
Ora il problema é diventato ancor più complesso.
Sul fatto che la riqualificazione di Piazza Cittadella debba essere completata credo ci sia comune accordo. Ovviamente diverse sono le opinioni sul come farlo, e variegate le proposte tra cui almeno un paio degne di nota (rigenerazione dell’ex biglietteria e parcheggio a raso; utilizzo di parte delle aree dell’ex Laboratorio Pontieri per adibirle ad aree di sosta).
Sull’ipotesi parcheggio peró, c’é il pesante “macigno” di un contratto a suo tempo firmato tra Comune e privato. Quindi cosa fare ora? Recedere dal progetto imputando al soggetto privato eventuali inadempienze sulle tempistiche contrattuali e sulla presentazione di documentazione certamente attendibile ed efficace ? Proseguire nel progetto nonostante le premesse ed i superati (?) incidenti di percorso ? Giova forse ricordare che -pur apprezzabile- non basta voler piantare i chiodi, ma bisogna piantarli per bene.
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