La presentazione dell’ultima fatica di Gabriele Dadati, “La modella di Klimt” (Baldini+Castoldi) ha dato il via a Confluenze Festival 2021. La quarta edizione, che in realtà partirà ufficialmente a luglio, ha avuto come prologo l’appuntamento culturale in villa Braghieri a Castel San Giovanni, nel tardo pomeriggio di sabato 26 giugno.
Azzurra Zanoli, dell’associazione Casagrande, anima della manifestazione Confluenze Festival (insieme a Pro Loco Castel San Giovanni, LaValtidone, ChiCercaCrea, con la parnership di InfoPoint di Castel San Giovanni), ha aperto l’incontro: “il tema scelto per questa edizione è la lentezza e per questo abbiamo scelto come logo la lumaca. Il festival si muove sul ritmo lento della voglia di incontrarsi e di scoprire di nuovo la bellezza. Siamo onorati di avere con noi Dadati perché ha accompagnato la storia di questa manifestazione sin dall’inizio con la sua capacità di narrazione e noi, proprio come l’autore, raccontiamo la storia del territorio”.
A seguire è intervenuta Lucia Fontana, sindaco di Castel San Giovanni, che insieme all’assessore alla cultura Wendalino Cesario, hanno ringraziato Libreria Puma e InfoPoint di Castel San Giovanni che da sempre lavorano per cercare di promuovere la cultura sul territorio.
“La modella di Klimt” è un romanzo che cerca di dare una soluzione fantasiosa ma allo stesso tempo credibile, al famoso furto dell’opera avvenuto negli anni Novanta a Piacenza. L’autore ha aperto la presentazione con un ricordo al suo maestro e amico Stefano Fugazza, storico direttore della galleria d’arte Ricci Oddi: “Stefano era direttore all’epoca del furto e per lui era stato un duro colpo dal quale non si era mai ripreso e, il ritrovamento dell’opera proprio in concomitanza con le date della mostra a lui dedicata, è come se avesse rappresentato un tentativo di lenire quella ferita”.
E’ proprio da qui che Gabriele, spinto anche dall’emozione delle coincidenze, ha cominciato a pensare alla stesura del suo romanzo, sottolineando quanto siano importanti il rispetto della storia e degli eventi. “Il mio principale obbiettivo era la credibilità e forse, nel dare la mia personale visione sulla risoluzione del furto, forse ho esagerato perché in molti si sono convinti che la mia fosse davvero la cronaca esatta degli avvenimenti”, ha proseguito l’autore sdrammatizzando l’incomprensione.
A rendere più dinamico l’incontro con qualche domanda è stata la giornalista Elisabetta Paraboschi, che ha saputo analizzare gli eventi fondamentali citati nel libro, spaziando da cenni storici, all’arte di Klimt per concludere con curiosità sulla vita dell’autore e sulla realizzazione del romanzo.
“Questo dipinto di Klimt è un’estrema confessione” è la frase di Vittorio Sgarbi apposta sulla fascia di copertina dall’editore che, secondo Dadati, rappresenta totalmente la verità emotiva ed artistica del libro.
L’incontro si è concluso focalizzando l’attenzione sull’analisi artistica del quadro e sui misteri che aleggiano sulla sua storia e sulla sua realizzazione.
Confluenze Festival proseguirà nelle prossime settimane con altri appuntamenti e incontri. Per consultare il programma www.confluenze.net.
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