Il presidente Francesco Rolleri ha tracciato un bilancio dell’anno che si sta avviando a conclusione. A variabili positive come l’andamento degli ordinativi e l’ancora favorevole congiuntura dell’industria piacentina fanno da contraltare le sfide del 2023, a cominciare da inflazione, rialzo dei tassi e tensioni geopolitiche.
“E’ evidente che il conflitto russo-ucraino ha dato una svolta ulteriore alla tensione dei prezzi con l’inflazione che ha iniziato a correre, prezzi di energia e gas. Siamo tornati a parlare di inflazione che va a inquinare i nostri bilanci e i dati relativi al 2022“.
Proprio riguardo a quest’ultimo tema, Confindustria Piacenza ha ospitato in videoconferenza l’analista geopolitico Dario Fabbri che ha fornito il quadro generale all’interno del quale le aziende piacentine (e italiane) dovranno operare l’anno prossimo.
L’andamento del sistema industriale locale
Come è ormai tradizione riserviamo l’ultimo incontro del nostro Consiglio generale, oltre che per farci gli auguri, anche per tracciare un primo bilancio dell’andamento dell’anno e per cominciare a capire come si presenterà l’anno che sta per arrivare.
Sarà poi a fine febbraio che, attraverso la consueta indagine congiunturale, potremo fornire indicazioni anche quantitative sui risultati del 2022.
Oggi, anche grazie al contributo che molti di voi hanno fornito e per cui vi ringrazio, possiamo comunque definire un quadro complessivo.
I nostri 90 consiglieri, in rappresentanza di altrettante aziende, ripartite in 22 sezioni merceologiche, sono altamente rappresentativi dell’economia provinciale.
Siamo perciò in grado di avere un ottimo e qualificato osservatorio.
Sono presenti tutti i comparti manifatturieri, oltre che l’edilizia, le attività immobiliari, la logistica, i trasporti, il credito e le assicurazioni, il welfare, il terziario, e l’intrattenimento.
I primi 4 settori manifatturieri per numerosità di aziende sono:
- MECCANICO;
- FILIERA DELLE COSTRUZIONI;
- SERVIZI;
- ALIMENTARI;
Complessivamente le nostre aziende associate danno lavoro ad oltre 21.000 addetti con un fatturato complessivo stimato di 9 miliardi di euro.
COME È ANDATO IL 2022
L’onda lunga degli ordinativi del 2021 e della prima metà del 2022 ha certamente sorretto la produzione industriale, ma gli eventi internazionali di inizio d’anno, la bolletta energetica e le spinte inflazionistiche hanno determinato una contrazione che ha cominciato a manifestarsi nel mese di settembre. Facendo un veloce excursus, nei primi sei mesi del 2022, la nostra industria manifatturiera ha proseguito sul sentiero di crescita iniziato nel 2021. Insieme a fatturato e occupazione, però, per il terzo semestre di seguito è aumentato in maniera rilevante anche il dato dei prezzi, fino all’anno scorso trascurabile ai fini delle considerazioni sull’andamento reale degli indicatori. Al netto dell’elemento inflazionistico, anche nel secondo semestre il quadro ha comunque continuato a rimanere positivo, seppur in maniera più contenuta, e ciò si riflette anche nei primi dati di consuntivo del secondo semestre, in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione.
Il feedback ricevuto dalle aziende suggerisce un 2023 ancora positivo dal punto di vista del fatturato, scongiurando attualmente le nubi recessive temute nel corso dell’estate.
LA MANIFATTURA
Nel primo semestre 2022, l’intero comparto manifatturiero faceva segnare un incremento del 17,32% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2021. Le vendite all’estero, nel complesso, erano tornate a registrare una performance migliore (+19,70%) rispetto al fatturato domestico (+15,25%).
Purtroppo, i rincari e la disponibilità delle materie prime ed i trasporti, specialmente marittimi, hanno impattato sull’operatività delle aziende, ed hanno avuto ripercussioni negative sui margini di profitto e sulla capacità di approvvigionamento. I costi dell’energia e delle materie prime hanno eroso i margini delle imprese. Anche se dal mese di ottobre le quotazioni di energia e gas sono in parte rientrate, da novembre hanno ripreso a crescite per effetto della stagionalità dei consumi. Il rialzo dei tassi di interesse deliberato per contenere l’inflazione hanno condizionato i piani di finanziamento/investimento delle imprese.
Analizzando in sintesi i singoli settori:
MECCANICA
Il settore meccanico, quello maggiormente rappresentativo a livello provinciale, segue un trend inverso, con il dato del fatturato interno che supera quello estero. Le misure di incentivazione agli investimenti per i beni strumentali e per la transizione green e digitale sostengono ancora le vendite in Italia, mentre il dato dell’export, seppur positivo, risente delle tensioni a livello internazionale, in particolar modo della crisi russo-ucraina e del conseguente quadro sanzionatorio, con impatti in interi settori strategici nella nostra provincia (oil&gas, beni “dual use”, beni tecnologicamente avanzati).
ALIMENTARE
Il fatturato del settore alimentare è cresciuto a doppia cifra con un dato molto positivo per l’export. Il graduale allentamento delle restrizioni sanitarie nel settore dell’ospitalità e della ristorazione nel corso del primo semestre, sia in Italia che all’estero, ha permesso di recuperare un’ importante fetta del mercato per i prodotti alimentari distribuiti nei canali Ho.Re.Ca. A differenza degli altri comparti, il settore alimentare ha praticato un aumento di prezzi molto contenuto: la trasmissione ai consumatori finali dell’incremento dei costi di produzione è stata, per ora, moderata, e limitata rispetto all’andamento dei prezzi delle materie prime.
Proseguono nel momento positivo anche le imprese del settore dei materiali edili e delle costruzioni e quello delle industrie varie . Per entrambi la crisi energetica , l’alta inflazione , i timori di un entrata in recessione dell’economia italiana stanno determinando grande incertezza.
EDILIZIA
Un discorso a parte merita il comparto edile. Dopo il grande slancio generato dai bonus, il continuo cambiamento delle regole in corso e soprattutto i modi e le tempistiche con le quali sono stati introdotti, hanno generato non pochi problemi. Enorme quello relativo al blocco della cessione dei crediti fiscali da parte del sistema creditizio ma anche il problema dell’adeguamento dei prezzi soprattutto per la parte dei lavori pubblici . Complicato sia il ribaltamento ai clienti dei maggiori costi dei materiali e dell’energia, sia la possibilità di formulare offerte competitive, ma sostenibili, per commesse di durata ultra annuale, oltre all’allungamento dei tempi di pagamento dei clienti.
INFORMATICA E COMUNICAZIONE
I servizi informatici e quelli della comunicazione: le aziende ICT hanno avuto una buona prestazione nel corso dell’anno. Le spese di investimento, pur a buoni livelli, scontano ancora l’incertezza del sistema imprenditoriale su temi macroeconomici (guerra / energia). Per il 2023 si ritiene che gli incentivi legati alla questione Industria
- degli anni passati possano penalizzare gli ordinativi.
Da rilevare l’intensa attività di RICT che sta lavorando in diverse direzioni: IOT ; digitalizzazione in azienda; cybersecurity; certificazioni; comunicazione; 4.0 (sensoristica); smart city.
SICUREZZA
I servizi della sicurezza stanno attraversando un periodo positivo con incrementi occupazionali importanti grazie ad un servizio sempre più evoluto che comprende il settore del business continuity e la sicurezza informatica.
PROSPETTIVE
- L’anno 2023 si presenta incerto;
- Dobbiamo tuttavia rilevare che gli ordini continuano ad affluire. Questo lo dobbiamo alla qualità delle nostre produzioni ed alla capacità storica dei nostri imprenditori di diventare leader in nicchie di mercato;
- Fino al 3° trimestre il nostro sistema economico ha resistito al caro-energia oltre le aspettative L’industria ha continuato a reggere in termini di produzione, a fronte di costi altissimi ma la situazione tesa sui margini non giova agli investimenti. Un aiuto viene dalla (limitata) flessione dei prezzi delle commodity non energetiche e dagli interventi del Governo per compensare (in parte) i rincari energetici. Nel 4° trimestre gli indicatori qualitativi sono nel complesso negativi; il prezzo del gas resta alto, da troppi mesi; l’inflazione che ne deriva (+11,8% annuo) erode reddito e risparmio delle famiglie e avrà un impatto negativo sui consumi;
- Preoccupazione per il rialzo dei tassi di interesse stanno condizionando i piani di finanziamento/investimento delle imprese;
- I costi dell’energia e delle materie prime erodono i margini delle imprese. Dal mese di ottobre le quotazioni di energia e gas sono in parte rientrate ma da novembre il prezzo del gas in Europa sta risalendo rapidamente; tale andamento riflette le alterne notizie sull’offerta russa di gas, ma anche le difficili e prolungate trattative UE su un eventuale price cap. E’ sempre più strategica l’indipendenza energetica dalla Russia anche grazie all’autoproduzione di energia e alle Comunità Energetiche;
- Continuiamo ad avere preoccupazioni per le tensioni geopolitiche in atto.
ANDAMENTO ASSOCIATIVO
Poiché questo è l’ultimo Consiglio Generale dell’anno è opportuno fare il bilancio dell’andamento delle adesioni e delle dimissioni.
Nel 2022 si sono iscritte all’associazione 39 aziende in più, per un totale di 1.681
nuovi dipendenti rappresentati.
Anche quest’anno è stato fatto una grande lavoro al quale hanno contribuito tutti i nostri collaboratori a cominciare dal Direttore ai quali va senz’altro il nostro plauso.
Anche il basso numero di dimissioni va letto in termini positivi poiché conferma il grado di interesse per la complessiva proposta di assistenza e di servizi offerta dal nostro sistema che vi ricordo essere composto da Confindustria, Assoservizi e Forpin. Questo impegno non verrà certamente meno anche nel prossimo anno ma ogni contributo da parte vostra non solo è ben accetto ma può rivelarsi molto efficace.
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