“La norma sugli affitti commerciali contenuta nelle bozze del decreto-legge Rilancio deve essere migliorata. Il Governo aveva annunciato che avrebbe provveduto al ristoro integrale di tre mesi di canoni. Al contrario, le bozze in circolazione parlano di un credito di imposta pari al 60 per cento. L’estensione del suo ambito di applicazione rispetto al decreto Cura Italia (non più soli immobili di categoria C/1) e la possibilità di cedere il credito ai proprietari (per tutti i tributi, Imu inclusa) sono due miglioramenti importanti, che rispondono ad alcune delle osservazioni che Confedilizia aveva formulato. Ma sulla percentuale del credito si può e si deve fare di più.
Da ripensare, poi, è il limite di ricavi o compensi dei conduttori, che lascia fuori molte situazioni, mentre del tutto inaccettabile è la presenza nel decreto, per una particolare tipologia di affitti (quelli degli impianti sportivi), di una disposizione che arriva ad imporre ai proprietari una percentuale di riduzione dei canoni contrattualmente stabiliti.
Inoltre, va affrontata subito la questione dei mesi e degli anni a venire. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: le attività economiche si sostengono anche preservando i rapporti di locazione sui quali si fondano. E se non sarà ridotta la tassazione sui locatori, ad esempio attraverso la cedolare secca sugli affitti non abitativi, si ostacolerà la ripresa di decine di migliaia di attività”.
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