Economia

Inflazione, rincari e crisi in Ucraina, Chiappa (Confcommercio): “Il sostegno a commercio e turismo ci porterà fuori da questa crisi”

“Commercio e turismo possono essere, anche in questa ennesima crisi, i volani della ripartenza ma è necessario che dallo Stato arrivino interventi strutturali e di lungo respiro. Il nostro comparto ha trainato l’Italia fuori dalla pandemia contando di fatto unicamente sulle proprie forze. È però impensabile che ora possa fare altrettanto a fronte della micidiale congiuntura creatasi fra inflazione, rincari di materie prime ed energia e conseguenze della guerra in Ucraina”: con queste parole Raffaele Chiappa, presidente di Confcommercio Piacenza, torna a lanciare un appello alle istituzioni locali e nazionali per richiamare l’attenzione sullo stallo in cui rischia di trascinarsi l’economia reale del Paese.

“Abbiamo bisogno di un piano di lunga durata e di misure che possano garantire la sicurezza di una pianificazione pluriennale del nostro lavoro.- sottolinea Chiappa – Quello che invochiamo dalle istituzioni è però, in prima battuta, un cambiamento di mentalità. Non chiediamo provvedimenti a spot e misure di assistenzialismo quanto il riconoscimento del valore che settori come turismo e commercio rivestono nell’economia del Paese. Un riconoscimento che passa da un sostegno economico, certo, ma un sostegno a settori in grado di distribuire sul territorio e sull’indotto ben più di quanto ricevano. Basti pensare al turismo, un moltiplicatore di valore in grado di portare vantaggio a tutta la microeconomia locale di aree geografiche spesso marginali”.

Proprio in tema di turismo, nonostante alcuni deboli segnali di ripresa (“Ma è meglio definirli di speranza” commenta Chiappa), sui bilanci delle aziende del comparto pesano ancora i 60 milioni di arrivi e i 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 sono mancati all’appello rispetto al 2019.

Un dato, secondo un’analisi dell’Osservatorio di Confturismo-Confcommercio sulla base dei dati Radar-Swg, al quale si devono sommare gli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero.

“Cifre che gravano su un comparto che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti. – rimarca Chiappa – Tra i primi consumi tagliati ci sono infatti la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti settori in cui almeno il 60 per cento delle persone coinvolte in questa analisi dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto”.

Il primo dato allarmante, stima l’associazione di categoria, si registra per Pasqua con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire. Di questi solo 4 milioni hanno già concretamente programmato il viaggio da tempo. Anche le scelte fanno capire come sia critica la situazione: la metà dei vacanzieri opterà per spostamenti brevi e di corta durata, soprattutto all’interno della regione di residenza, con un solo pernottamento fuori casa e una spesa nell’ordine dei 200 euro a persona. Solo il 6 per cento sceglierà mete estere contro il 13 per cento del 2019.

Aumentano inoltre le vacanze nelle seconde case, scelte quest’anno da 5 italiani su 10 (erano 4 su 10 nel 2019) mentre l’altra metà si rivolgerà a una struttura turistico-ricettiva. Quando alla spesa, 4 intervistati su 10 dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre 2 su 10 spenderanno tra il 10 e il 25 per cento in meno.

“Numeri che testimoniano che le famiglie italiane stanno tornando a ridurre i consumi – evidenzia Chiappa -. Turismo e cultura sono i primi campanelli d’allarme di una contrazione che tornerà a breve a ripercuotersi sugli acquisti di tutti i giorni e di conseguenza, ancora una volta, sul commercio. Occorrono quindi interventi sistematici che servano a calmierare i costi degli affitti dei negozi, una mannaia sulla testa degli imprenditori, oltre a misure per il potenziamento del credito d’imposta e per la riduzione del cuneo fiscale, misura quest’ultima che andrebbe peraltro a garantire un’iniezione immediata di liquidità nelle tasche di milioni di famiglie. Valorizzare il commercio liberandolo da lacci e burocrazia – avverte Chiappa – sarà l’unica via d’uscita anche da questa nuova crisi”.

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