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Confapi industria Piacenza: successo per il convegno su prevenzione e innovazione

Confapi industria Piacenza gruppo sanità ha promosso il convegno su prevenzione e innovazione, fra i temi esoscheletri per i lavoratori e prevenzione dei disturbi cardiovascolari.

Convegno Confapi industria Piacenza Innovazione

Dimenticate la lombalgia. A farsi carico di manovre ripetitive e usuranti sul luogo di lavoro ci pensa un esoscheletro che risparmia il vostro, di scheletro. Sui luoghi di lavoro gli apparecchi che ricreano una sorta di muscolatura artificiale rappresentano la nuova frontiera a cui la ricerca è già arrivata: la conferma arriva da una start up, Proteso, che ha progettato degli esoscheletri robotici e motorizzati per aiutare i lavoratori a ridurre gli sforzi durante le attività più usuranti. Che gli esoscheletri siano invece una realtà già ben collaudata in ambito riabilitativo e assistenziale lo dimostra un’azienda piacentina come U&O Technologies che in sette anni è diventata la prima produttrice italiana di esoscheletri robotici per la riabilitazione del cammino e che esporta le sue tecnologie medicali in più di 15 Paesi.

Se ne è parlato, di esoscheletri e innovazione, durante il primo appuntamento organizzato dal neonato gruppo Confapi Sanità di Confapi Industria Piacenza e in particolare dall’azienda Molinari con Molì in collaborazione con il Centro Berni Odontoiatria e Medicina, il Gruppo Medico Rocca, Progetto Vita, il Centro Unique e Themalibero: all’Auditorium Sant’Ilario si è svolto il convegno su “Prevenzione e innovazione: un binomio per la giornata di Confapi Sanità” che ha visto partecipare ingegneri biomedici, fisioterapisti, medici del lavoro e cardiologi introdotti dalla giornalista di Libertà Elisabetta Paraboschi.

Mal di schiena prima causa di disabilità

La prima causa di disabilità al mondo è il mal di schiena – spiega l’ingegnere biomedico di Proteso Stefano Toxiria soffrirne è uno su dieci, oltre mezzo miliardo di persone nel mondo. Ed è una patologia in aumento. Fra le cause principali troviamo i lavori fisicamente usuranti e come Proteso abbiamo pensato di realizzare degli esoscheletri che riducano la fatica, una volta indossati: sono robotici, dotati di sensori e consentono un’assistenza maggiore nel movimento, oltre che fornire un quadro di impatto sull’utilizzo. E già diverse grandi aziende li stanno utilizzando”.

Convegno Confapi industria Piacenza esperienza della pmi

Gianluca Sesenna, cofounder di  U&O Technologies, ha invece delineato l’esperienza della sua pmi, partita da Fiorenzuola e oggi presente in Polonia, Stati Uniti, Kenia, Australia, India, Spagna, Malesia, Grecia, Armenia e Ucraina solo per citare alcuni Paesi: “Abbiamo realizzato degli esoscheletri adatti per la riabilitazione o l’assistenza di chi ha gravi disabilità motorie e del cammino – spiega – sono efficaci ed efficienti perché riproducono il movimento fisiologico umano; ma sono anche intensivi e standardizzati, dato che consentono l’esecuzione ripetuta di cicli di movimenti sempre uguali”.

Convegno Confapi industria Piacenza seconda parte

La seconda parte della mattinata, aperta dal saluto istituzionale del vicesindaco di Piacenza Marco Perini, ha invece messo sotto i riflettori la prevenzione: il medico Giorgio Campana ha delineato la storia della medicina del lavoro.

La storia della medicina del lavoro

Nasce nel Settecentospiega Giorgio Campanama devono passare 200 anni prima che di medicina del lavoro si interessino anche le università: all’inizio del Novecento il professor Luigi Devoto istituisce una sezione di medicina del lavoro nella clinica medica di Milano”. Campana ricorda poi le leggi più recenti, da quelle “che istituiscono il medico di fabbrica, chiamato poi “medico competente” dalla legge 277/1991 alla legge 106/2009 che stabilisce che tutti i lavoratori devono avere un’idoneità specifica a lavorare”.

Le conclusioni

A chiudere è il cardiologo Alessandro Rosi con un focus sulle malattie cardiovascolari: “Uccidono più di qualsiasi altro tipo di malattia – spiega – per questo dobbiamo stare attenti ai fattori di rischio: non possiamo incidere su quelli non evitabili come la familiarità, ma su quelli evitabili sì. Pensiamo al colesterolo, al fumo, al diabete, ai farmaci, all’ipertensione, alla sindrome metabolica, alla scarsa attività fisica che se fatta regolarmente riduce del 14 per cento il rischio di sviluppare questo tipo di malattie”.

Spazio poi agli screening per la cittadinanza svolti sotto i portici di Palazzo Gotico.

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