Ritorna dal 22 al 29 agosto Concorto Film Festival 2020, il concorso internazionale di cortometraggi, che si terrà come di consuetudine a Pontenure, in provincia di Piacenza, nella tradizionale cornice di Parco Raggio e a Piacenza, presso Palazzo Ghizzoni Nasalli
Sono 46 i film in selezione, fra cui 28 prime italiane, provenienti da 33 diversi Paesi, selezionati per partecipare al Festival e che si contenderanno il prestigioso Asino d’Oro, il premio per il miglior film che verrà assegnato da una giuria internazionale composta da personalità di spicco del mondo del cinema europeo e per la prima volta sarà composta di sole giurate donne: Doris Bauer, direttrice di VIS Vienna Short Film Festival Ana David, programmer della Berlinale e Indie Lisboa (Portogallo) e Gaia Meucci-Astley, programmer di Encounters Short Film Festival di Bristol (UK).
Il cinema sarà protagonista assoluto della settimana del Concorto Film Festival 2020 dove, oltre a quelli in concorso, sarà possibile vedere film all’interno di focus tematici che nel corso degli anni hanno contribuito a rafforzare l’identità del Festival e la sua visione internazionale, ampliando gli orizzonti cinematografici del pubblico, introducendolo a filmografie estere. Per questa edizione si sono scelti due Paesi: IRLANDA e LITUANIA. A completare l’offerta, le nuove rassegne ELLE, dedicato all’identità femminile e MUSIC RIOT, dedicato alla musica come linguaggio, SUPERNATURE dedicato alla relazione uomo-natura, la consolidata DEEP NIGHT, lo spazio concortiano dedicato al mondo dell’horror e del fantastico proiettato all’interno della suggestiva Serra del Parco Raggio, e l’attesa UBIK, dove trovano spazio le opere dal linguaggio più innovativo e sperimentale.
Confermato il workshop di linguaggio e critica cinematografica al Concorto Film Festival 2020, tenuto dal direttore di FilmTV Giulio Sangiorgio rivolto alla Giuria Giovani per giovani aspiranti critici tra i 18 e i 25 anni.
Infine, come da tradizione, grande spazio alla musica con la sonorizzazione live dei musicisti Paolo Spaccamonti e Stefano Pilia che presenteranno l’inedita musicazione del capolavoro del cinema muto L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov.
Tantissimi nomi prestigiosi in questa edizione di Concorto Film Festival, che porta a Piacenza cortometraggi pluripremiati dai maggiori festival internazionali (Locarno, Berlino, Venezia) e numerose prime italiane anche quest’anno (28).
La selezione finale a cura della direzione artistica di Simone Bardoni e Claudia Praolini, ha scelto da oltre 3000 film e portato in concorso 46 film provenienti da 33 diversi paesi che verranno mostrati per la prima volta al pubblico italiano del festival, visioni diverse dal mondo e dalla nostra realtà contemporanea tra fiction, animazione, documentari e film dai linguaggi più innovativi. La selezione finale vedrà una grande partecipazione di registe in concorso, infatti la rosa finale ha raggiunto la parità assoluta, 23 corti su 46 sono diretti da donne.
Notizie in anteprima: sarà presentato in concorso l’Orso d’oro 2020 della Berlinale, T di Keisha Rae Witherspoon, l’ultimo vincitore di Orizzonti Shorts alla Mostra del cinema di Venezia, Darling di Saim Sadiq, tra i film in concorso sono anche da ricordare: The End of Sufferring di Jacqueline Lentzou e The Unseen River di Pham Ngoc Lan, provenienti entrambi dalla recente edizione online del Festival del cinema di Locarno. Altri titoli da ricordare: i tre italiani in gara Destino, dell’affermato regista Bonifacio Angius, Supereroi senza senza superpoteri di Beatrice Baldacci, entrambi in concorso all’ultima sezione Orizzonti della Mostra nel cinema di Venezia e infine il documentario La quarta parca di Angelica Gallo.
Nelle sezioni non competitive si potrà vedere l’ultimo lavoro dell’affermata regista greca e già giurata di Concorto, Konstantina Kotzamani, dal titolo Electric Swan, a Concorto in UBIK e già in prima a Venezia 2019, nel Focus Irlanda la fiction Donnú Bréige (Fake Tan) parte dell’articolato progetto audiovisivo Europeans prodotto dal quotidiano The Guardian, mentre nel focus Lituania si potrà rivedere l’Asino d’Oro di Concorto 2019 Community Gardens di Vytautas Katkus e nella rassegna MUSIC RIOT una selezione di film e videoclip in collaborazione con Seeyousound di Torino.
Concorto Film Festival nasce nel 2002 e nel corso degli anni è divenuto un punto di riferimento italiano nel mondo del cortometraggio. Ogni anno, alla fine di agosto, nella splendida cornice di Parco Raggio a Pontenure, i cortometraggi facenti parte della selezione finale vengono proiettati alla presenza dei loro autori e una giuria di professionisti del settore decreta il vincitore del primo premio, l’Asino d’Oro.
Organizzato dall’Associazione Concorto, oggi il Festival riceve più di 3.500 corti ogni anno e richiama giovani film- maker da tutto il mondo al loro debutto dietro la macchina da presa e non.
Concorto, inoltre, fa parte da qualche anno della delegazione italiana al più prestigioso festival mondiale di cortometraggi (Clermont-Ferrand), oltre che della Short Film Conference, l’organismo che raggruppa i principali festival di cortometraggi del mondo, e collabora con numerosi festival internazionali (tra cui l’Internationale Kurzfilm Festival di Amburgo, Encounters di Bristol, l’Internationale Kurzfilmtage di Winterthur e Interfilm Berlin; ha prodotto due cortometraggi, organizza laboratori cinematografici e fotografici per le scuole superiori.
Tra i registi passati in concorso negli anni: Denis Villeneuve, Werner Herzog, Ruben Östlund, Pippo Delbono, Ben Rivers, Jens Assur, Jean-Gabriel Périot, Laura Bispuri, Gabriele Mainetti, Antonio Piazza e Fabio Grassadonia. Hanno fatto parte delle giurie, tra gli altri, Daniele Ciprì, Jacopo Benassi, Filippo Mazzarella, Pier Maria Bocchi, Luca Malavasi, DEM, Anita Kravos, Giuseppe Sansonna, Lidiya Liberman, Teho Teardo, Monika Bulaj, Tano D’Amico, Konstantina Kotzamani, Giulio Sangiorgio, Christos Massalas.
FOCUS GEOGRAFICI
Uno degli aspetti che contribuiscono a rafforzare l’identità di Concorto Film Festival è la sua visione internazionale. Ampliare gli orizzonti cinematografici del nostro pubblico introducendolo a filmografie estere è una questione che ci sta particolarmente a cuore.
Sin dal 2009, parallelamente al concorso principale, abbiamo deciso di cogliere la sfida e dedicare una sezione speciale del festival a un particolare Paese con lo scopo di far luce su prospettive nuove e insolite, indissolubilmente legate al contesto culturale e sociopolitico del paese in questione. Sono nati così i focus su Polonia, Israele, Québec, Corea, Svezia, Belgio, Iran, Grecia, Cuba, Argentina e Romania, Africa, Giappone, Portogallo e Russia. Quest’anno sarà la volta di Irlanda e Lituania.
A cura di Virginia Carolfi
Uno dei due focus “geografici” di Concorto 2020 è dedicato a una terra che sembra essere fatta apposta per il cinema: l’Irlanda.
L’Ibernia, così era infatti chiamata dai romani, è caratterizzata da un fenomeno che raramente si verifica in modo così evidente in altre culture, ovvero la penetrazione profonda del folklore e delle leggende nel tessuto culturale nazionale. Un delicatissimo equilibrio che dona alla cultura irlandese, e quindi anche al cinema, un indiscutibile fascino, mischiando realtà e immaginazione, attingendo ai miti trasformandoli in metafore attraverso cui vedere, raccontare e interpretare il quotidiano.
Se il teatro irlandese sta vivendo un momento di grande vitalità grazie ad autori come Marina Carr, Conor McPherson ed Enda Walsh, è proprio da questo ambito che proviene uno dei registi cinematografici più in luce di questi anni: Martin McDonagh (autore di Three billboards outside Ebbing, Missouri), inglese di nascita ma con genitori irlandesi e profondamente legato a questa terra, come mostrano i suoi primi, bellissimi, lavori teatrali (The Aran Islands Trilogy in primis). Sempre per restare in famiglia, tra i registi che più si sono distinti negli ultimi anni c’è il fratello maggiore di Martin, John Michael, autore di The Guard (2011), che mostra ancora una volta come le opere irlandesi abbiano una capacità unica di unire gli opposti, come dramma e commedia, contemporaneità e tradizione.
Nei cortometraggi selezionati proveremo a esplorare i mille volti di questa isola di smeraldo che non cessa di affascinare; lasceremo spazio al gaelico, la lingua madre irlandese, alle città e alle campagne, all’oceano, alla ribellione, al craic (letteralmente, il fare bisboccia), alle animazioni (il grande pubblico ricorderà gli straordinari lungometraggi animati The Secret of Kells e Song of the Sea), alla musica e a quell’indescrivibile quid che caratterizza l’anima irlandese.
Focus realizzato in collaborazione con Eibh Collins.
A cura di Simone Bardoni e Emma Baruffaldi
Uno dei Focus geografici dedicati all’Europa è quello che sarà destinato alla Lituania. Il cinema lituano è tra i più giovani in circolazione, un terreno fertile che ha portato diversi cortometraggi a gareggiare e a essere premiati in numerosi festival. L’idea di questo Focus è partita dalla vittoria di “Community Gardens” di Vytautas Katkus all’ultima edizione di Concorto: un Asino D’oro molto contemporaneo. Negli ultimi due decenni film e cortometraggi lituani sono presentati in anteprima in festival di fama internazionale, tra cui Cannes, Venezia, Berlino, Toronto, San Sebastián, Karlovy Vary, Locarno, Amsterdam, Busan. Retrospettive sul lavoro di Audrius Stonys e Šarūnas Bartas – noti registi che sono attivi ancora oggi – sono stati presentati in festival come Visions du Réel (Svizzera), Cartagena Film Festival – FICCI (Columbia), Transilvania International Film Festival ( Romania), l’European Film Festival Palić (Serbia), il Kiev Molodist International Film Festival (Ucraina). Nel corso della sua carriera che dura da oltre 60 anni, Jonas Mekas, un pioniere del cinema d’avanguardia, ha insegnato a più di una generazione di spettatori come sperimentare il cinema – dalle provocazioni d’avanguardia e del cinema documentario ai film fatti in casa in 8mm . L’influenza di Mekas è evidente fino ad oggi nel lavoro di molti artisti e cineasti. Una generazione di registi giovani e ambiziosi è cresciuta nei decenni successivi all’indipendenza della Lituania dall’Unione Sovietica e hanno lentamente trasformato il volto del cinema lituano. La sensazione di spostamento attivo è rafforzata non solo dall’aumento della produzione cinematografica – se nell’ultimo decennio c’erano da due a tre lungometraggi in un anno, nel 2016 c’erano ben 13 film lituani che hanno debuttato nelle sale cinematografiche – ma anche in gli audaci debutti dei giovani registi. In questi film vediamo uno sguardo ironico sulla realtà che ci circonda e un’analisi delle maschere sociali. Importanti film e cortometraggi lituani negli ultimi anni hanno esplorato la complessa storia della nazione, mettendo in evidenza le questioni affrontate dalla società
moderna che sono emerse alla congiunzione di due regimi diversi e due secoli. Dagli anni ’60, c’è stata una forte tradizione nel documentario lituano, tramandata di generazione in generazione, che incoraggia i cineasti a cercare punti di vista originali, a esplorare questioni esistenziali e identità nazionale. Il documentario contemporaneo lituano si rompe spesso con canoni affermati e cerca nuovi modi per comunicare la realtà. I giovani registi affrontano spesso problematiche sociali dolorose nei loro film e presentano individui “a rischio”. I cortometraggi e i film d’animazione sono anche unici nella loro innovazione e presentazioni atipiche. Questa intersezione con il cinema d’autore tradizionale nella cinematografia della Lituania rivela nuove tendenze stilistiche e tematiche che vogliamo mettere in risalto attraverso questo Focus.
La rassegna sarà organizzata con il contributo di Lithuanian Shorts, agenzia lituana di cortometraggi, fondata nel 2012, che offre una presentazione e promozione dei cortometraggi lituani a livello nazionale e internazionale. Lithuanian Shorts è un’organizzazione multifunzionale, coinvolta nella pubblicazione del catalogo dei più recenti cortometraggi lituani, che organizza uno stand nazionale per cortometraggi al mercato del cortometraggio di Clermont-Ferrand, Baltic Pitching Event Project “Baltic Pitching Forum”, Vilnius International Short Film Festival, Giornata internazionale del cortometraggio in Lituania.
A cura di Rael Montecucco
Per il quinto anno consecutivo Concorto Film Festival presenterà all’interno del suo programma la sezione Deep Night, dedicata al cinema di genere più bizzarro. Partito nel 2016 come contenitore di cortometraggi horror e thriller, nel corso degli anni Deep Night si è aperto sempre di più al genere fantastico, spaziando da commedie surreali e grottesche a folli animazioni, mantenendo sempre intatta la voglia di stupire lo spettatore.
Deep Night si potrebbe definire come la rassegna “di Mezzanotte” per eccellenza, avendo come fine quello di ricreare quel mix di divertimento, shock e stupore tipico delle proiezioni dei midnight movies newyorkesi degli anni ‘70. I tre appuntamenti con Deep Night si terranno presso la Serra di Parco Raggio e la nuova location di Villa Raggio e anche quest’anno non mancheranno incontri e interviste con autori italiani e internazionali (l’ultima edizione di Deep Night ha infatti ospitato film da 11 paesi). Un appuntamento da non perdere per tutti gli amanti del cinema horror e del cinema fuori dagli schemi, una proposta che si appresta a diventare anche nel 2020 come uno dei momenti più divertenti di Concorto Film Festival.
A cura di Margherita Fontana e Vanessa Mangiavacca
Elle offre uno spazio ad alcune opere brevi che aprono l’orizzonte sulla vita interiore di personaggi femminili. Non andiamo alla ricerca di definizioni nette e quanto mai inattuali, come quelle di femminilità, visione femminile, sguardo femminile. Etichette sfuggenti, che rischiano di limitare, invece di valorizzare le possibilità di espressione degli individui. Quello che ci sta cuore è l’esperienza intima, privata di alcune persone, donne e ragazze, e dei loro corpi, dei loro affetti e dei loro luoghi. Il genere, ce lo insegna il primo secolo di lotte e di pensiero femministi, è un costrutto culturale, non dipende da attributi essenziali di pertinenza delle donne e delle ragazze, che hanno imparato nel corso della loro vita ad essere tali all’interno della società in cui vivono.
Chi sceglie di avvicinarsi a questa tematica è costretto ad approcciarsi ad essa con prudenza, pensando più a quale effetto potrebbe suscitare invece di esplorarne gli aspetti più celati. Attraverso opere del cinema breve tratte da produzioni internazionali, Elle mostra alcune delle esperienze tratta dal “viaggio” che è diventare bambine, ragazze, donne. Ci auspichiamo che lo sguardo delle autrici delle opere selezionate fornisca una visione alternativa di molti stereotipi che inquinano il dibattito sulla questione femminile nell’Occidente post #MeToo.
A cura di Carlotta Magistris
La musica fa da sempre parte dell’anima dell’essere umano: come rifugio intimo interiore o come danza collettiva, come liberazione ed emancipazione personale e sociale ha storicamente occupato uno spazio fondamentale nello sviluppo di un’ identità. Fare musica, vivere la musica è un sottofondo irrinunciabile che porta alla luce gioie, dolori e sentimenti offuscati che prendono forma creando storie di vita da raccontare. Da narrazioni di stampo coming of age dove la musica gioca un ruolo di primo piano nell’affermazione di sé ad espressioni musicali con la potenza
dell’ evoluzione di un’identità culturale, la selezione tematica di Music Riot si focalizza sulla densità di questi rapporti musica-persone, a cavallo di paesi ed epoche storiche, riflettendo sulla sua potenza comunicativa e la capacità di creare macro e micro universi di emancipazione da sé stessi, gli altri e la propria quotidiana realtà.
A cura di Claudia Praolini
Ubik è una sezione non competitiva del festival in cui trovano spazio le opere dal linguaggio più innovativo. La ricerca di cortometraggi che sperimentano nuove strade di espressione è una prassi che sta alla base della valutazione e della selezione di tutti i film presenti a Concorto, ma con i corti presenti in UBIK ci si è spinti in territori ancora meno esplorati, dove il confine tra cinema e video arte si fa sempre più labile. È un cinema che parla di sé medesimo, un cinema che rivolge l’occhio verso sé stesso, rivelando senza pudore i meccanismi alla base della registrazione visiva, un cinema che, consapevole delle proprie strutture e del proprio specifico linguaggio, decide di “scoprire l’inganno” ma proprio questa procedura fa sì che lo “svelare” renda la visione opaca, come se il meta-cinema fosse una lente che funziona al contrario, in grado di offuscare gli strati infiniti di cui è composta la realtà e l’esperienza della visione.
A cura di Claudia Praolini
Attraverso i focus tematici, il Festival si propone di indagare di volta in volta fenomeni ed aspetti della realtà attuale che rappresentano lo specchio dei desideri e delle contraddizioni che insieme formano la complessità della natura umana. All’interno di questa direttrice non poteva mancare quest’anno una ricerca sulla relazione tra l’uomo e la natura attraverso la proposta di una serie di cortometraggi che analizzino questa relazione articolata, anche considerando che oggi l’aspetto primario di questo rapporto si condensa sull’utilizzo sfrenato delle risorse e sulla rottura di un equilibrio globale di cui si registrano i pesanti effetti già da molti anni.Il pianeta è in pericolo a causa delle modifiche apportate dall’uomo, che ormai ha modificato il 77% delle terre emerse, spesso smembrando la natura per fare spazio a complessi residenziali, industriali o commerciali, ma anche per fare spazio ad allevamenti di bestiame e attività agricole. Solo il 23% dei territori mondiali sono ancora integri, ed a preoccupare gli esperti è il trend in crescita esponenziale: dal 1990 ad oggi l’uomo ha devastato 3,3 milioni di kmq di territorio. Il territorio mondiale etichettato come “wilderness” – definizione di “natura selvaggia” – ovvero quelle aree dove attualmente non si registrano attività umane invasive, agricoltura compresa, sono in costante diminuzione, ormai rappresentano solo il 23% del pianeta.
Prosegue il bestiario concortiano e proseguono le interpretazioni del simbolo del festival da parte di artisti e illustratori di fama internazionale. L’asino della diciannovesima edizione di Concorto è stato affidato alle esoteriche mani di Nolan Pelletier, statunitense naturalizzato canadese, che ci porta nel regno degli arcani maggiori dei tarocchi.
L’arcano XXIII è stato infatti svelato, dopo un silenzio di secoli, eoni del tempo che si sono rincorsi, viene oggi alla luce l’arcano segreto, il simbolo dell’impossibile-possibile: l’asino volante. Collocato idealmente tra la terra e il cielo, tra il fuoco del sole e l’acqua dell’oceano, l’asino di Pelletier è un ricettacolo di simboli, dettagli, echi di civiltà che compongono i nostri archetipi. L’asino volante, il paradosso per eccellenza, attraversa il cerchio del sole con asinina nonchalance, invitandoci a imitare Icaro ma senza drammatizzare, a non porre alcun limite alla nostra immaginazione e volontà di scoperta. E noi, nati sotto il segno del XXIII arcano, non ci porremo limiti nel guardare oltre il consueto, l’ordinario, il contingente.
Nolan Pelletier è un artista, illustratore e designer originario del Connecticut (USA) ora residente a Toronto (Canada). Incallito collezionista di oggetti d’antiquariato tra i più svariati, Nolan trae ispirazione da un guazzabuglio piuttosto eclettico di influenze storiche. Le sue opere, ricche di colori, uniscono un tratto moderno e contemporaneo a dettagli decorativi provenienti da altre ere. Quando non è alle prese con consegne urgenti,
setaccia compulsivamente eBay e i mercatini delle pulci alla ricerca di testi di design vintage, cura il suo giardino in affitto, o lavora alla sua rivista illustrata, The Somnolent Garden Rambler.
Tra gli enti con cui collabora si annoverano New Yorker, New York Times, Anna Sui, Smithsonian, Print, New Republic, PlanSponsor, Village Voice, New York Magazine, Anorak, Boston Globe, Brown University, Jamie, the Walrus, Notre Dame, Cricket, the Globe and Mail, National Post.
MUSICA
SONORIZZAZIONEDELFILM”L’uomoconlamacchinadapresa”diDzigaVertov acuradiPAOLOSPACCAMONTI
E STEFANO PILIA, ANY OTHER in concerto (giovedì 27) e GLOMARI‘ live in duo (domenica 23) Venerdì 28 agosto
Parco Raggio di Pontenure (PC)
CHI HA VOLUTO E SOSTIENE IL Concorto Film Festival 2020
Concorto Film Festival è reso possibile da: Regione Emilia-Romagna, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Pontenure, Arci ed Editoriale Libertà.
Un sentito grazie va ai nostri sponsor e partner: Gruppo Iren, COOP Alleanza 3.0, Cantina Tenuta Pernice, Molecola, WAMI – Water With a Mission, Batna Studio.
IL PROGRAMMA completo sarà disponibile sul sito concorto.com dal 10 agosto.
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