Commercio di auto rubate tra Napoli e Pavia, indagine partita a Piacenza

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Riciclaggio, ricettazione, falsità materiale, ideologica e distruzione di atti veri. Inoltre l’accusa di aver indotto in errore i pubblici ufficiali all’atto dell’immatricolazione dei veicoli con falsa documentazione estera. Di questo, a vario titolo, devono rispondere tredici persone.

L’operazione era iniziata dopo il controllo di una Fiat 500 L acquistata da un piacentino presso un multimarche di Piacenza. Il titolare dell’esercizio l’aveva acquistata a sua volta da un concessionario di Pavia. Il mezzo è risultato di provenienza illecita, rubato in provincia di Napoli. Sulla vettura erano state apportate alcune modifiche per confondere l’origine illegale del mezzo: per esempio i malintenzionati avevano contraffatto il numero di telaio. Dopo queste modifiche al veicolo erano stati associati documenti di circolazione spagnoli: documenti legali ma che riportavano per errore i dati del telaio originale.

Un successivo accertamento ha permesso agli investigatori di verificare che il concessionario multimarche piacentino aveva venduto tra il 2017 e il 2018 altre ventuno vetture sempre acquistate dallo stesso commerciante in provincia di Pavia. Venti di queste auto erano di provenienza illecita e riciclate con le stesse modalità.

Le indagini, che hanno coinvolto sia la procura di Piacenza che i colleghi di Pavia, ha permesso di gettare luce su un gruppo di persone dedite proprio alla commercializzazione di vetture rubate, persone residenti nella provincia di Napoli. Persone che con ogni probabilità rubavano le vetture e le portavano a Pavia dove i mezzi venivano immessi di nuovo sul mercato con documenti falsi.

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