“Solo una persona uscita di senno penserebbe di demolire casa sua per andare in affitto in una nuova casa, pagando un canone esoso per 30 anni. Purtroppo, questa è la scelta che si sta facendo a Piacenza con il progetto per la costruzione dell’Ospedale Nuovo con la previsione che oltre la metà del costo preventivato, chissà quale sarà poi il costo finale, sarà messo dal privato”.
Così il comitato Salviamolospedale, guidato da Augusto Ridella, da sempre impegnato contro il progetto del nuovo ospedale, a favore invece di una riqualificazione del nosocomio attuale.
Questa operazione, presentata in pompa magna, qualche giorno fa alla conferenza socio sanitaria dal dott.ssa Bardasi, direttore Generale della nostra Ausl, rientra nello schema del partenariato pubblico e privato e purtroppo consiste in una sciagura sia da un punto di vista finanziario, che per la gestione futura dell’Ospedale.
Così non la pensa il nostro Sindaco ed ovviamente il Direttore Bardasi e fatta eccezione del Sindaco di Rottofreno Galvani, nessuno ha espresso una ferma contrarietà.
La Sindaca Tarasconi ha dichiarato che non comprende le preoccupazioni espresse dalla Galvani e non ha avanzato alcuna richiesta di chiarimenti per tale operazione. Forse la stessa conosce, dettagli e numeri a noi sconosciuti.
Vero infatti che la dott.ssa Bardasi ha omesso di esporre quanto meno una traccia di un piano economico finanziario, o peggio ancora, di riferire che tale piano non c’è. Si è dimenticata di comunicare che il partenariato Pubblico- Privato è uno strumento non adatto per costruire ospedali, per la semplice ragione che l’ospedale non ha flussi finanziari, come hanno, a titolo di esempio, le concessioni autostradali o un parcheggio, o una palestra. Nel caso della costruzione di un ospedale, saremmo difronte a quello che la dottrina definisce operazione a freddo rispetto a quella delle concessioni autostradali che viene definita a caldo per l’introito dei pedaggi.
Con una semplice operazione economico finanziario possiamo constatare quanto segue.
La somma di €160.000.000,00 che mette il privato, sarà rimborsata mediante l’appalto dei servizi extra sanitari (pulizie gestione del calore e del freddo, manutenzione, pasti ecc.) e di conseguenza solo dopo l’entrata in funzione dell’ospedale medesimo partiranno i pagamenti dei canoni ma ciò farà maturare interessi, che tenuto conto dell’IRS (tasso interbancario a 10 anni) porterà la soma da rimborsare a €210.000.000,00. Nel caso in cui tale somma venisse rimborsata in 20 anni, mediante il sistema degli appalti dei servizi, con gli interessi aumenterà notevolmente fino a raddoppiarsi. Pertanto il finanziamento messo dal privato, con gli interessi si raddoppia.
Ma c’è di più. Il problema è dato dai servizi offerti dal privato. Noi abbiamo ipotizzato che saranno ceduti i servizi al privato per 20 anni, ma la regola per pagare un canone più basso è di prevedere una durata di 30 anni. Il Nuovo Ospedale, pertanto, per un tempo abnorme (20/30anni), sarà gestito da un soggetto esterno che non si potrà cambiare anche se non fa la manutenzione, se la pulizia è scadente, se i pasti saranno di pessima qualità, fatto salvo il diritto (se verrà previsto) di risolvere il contratto, ma in questo caso, sarà quanto meno necessario saldare il debito e le penali. Si tenga conto che le imprese costruttrici, che fanno questo tipo di operazioni, cedono il credito a dei fondi di investimento. La conseguenza è che la controparte diventa sconosciuta e non ha alcun interesse a risolvere il contratto.
Alla luce di tale scenario, la Regione Emilia Romagna, prima di magnificare il partenariato Pubblico-Privato, aveva il dovere di presentare il piano economico finanziario ed in particolare di indicare quali garanzie ci sono perché tra 10/15/20/30 anni tutto ”filerà” liscio.
Ed ancora per un lungo periodo, il nostro ospedale non potrà avvalersi, per i sevizi, dei costi di mercato più competitivi per avere luce, gas, pulizie ecc. ma dovrà accettare il pesante fardello di un contratto capestro.
Il problema dunque, come più volte sostenuto dal nostro Comitato, è rappresentato dal fatto che per pagare i costi del partenariato si va ad intaccare la spesa corrente e cioè quella per far fronte ai servizi sanitari (medici, infermieri, analisi ed esami) mettendo a repentaglio la sanità pubblica. Ci domandiamo se la Regione intende favorire la sanità privata a discapito di quella pubblica. Sul punto i sindacati non hanno nulla da dire?
Sommando i diversi finanziamento dello Stato in base alle leggi citate è aggiungendo il 5%, di competenza regionale arriviamo a 227.000.000.
Finanziamento ribadito nella Deliberazione del Direttore Generale (Luca Baldino) del 11.11.2021 in cui afferma: “Con DGR del 20.09.2021 è stato formalizzato il finanziamento del nuovo ospedale di Piacenza con risorse destinate alla prosecuzione dell’art. 20 della legge n.67/88 pari a 227mln di euro. A questo ammontare si aggiunge l’impegno della Regione Emilia Romagna a reperire ulteriori 13mln di euro per garantire la dotazione tecnologica necessaria.”
Nel frattempo il costo previsto è passato da €156.226.693 del 2019 a €259.940.000 del 2021 a €305.000.000 più costo dell’area nel giugno 2023.
Arriviamo ad oggi e impariamo, DGR 211 del 12.02.2024 che i fondi pubblici sono diminuiti da €227mln a €135.807.711,94.
Spariscono €91.192.288,06 di contributo pubblico e i “nostri” protagonisti, non dicono nulla, non danno alcuna spiegazione.
Si affrettano a spiegare e magnificare la nuova “scommessa” partorita dalla loro creatività: i soldi mancanti per arrivare a €296.138.405,00 e cioè €160.330.693,06 si troveranno attraverso il project financing con la collaborazione del privato.
Ipotesi questa che in tutte le occasioni pubbliche di presentazione dei vari progetti con la presenza del Presidente della Regione mai è stata prospettata.
Inoltre impariamo, per la prima volta, che “in più sono previsti quasi 20mln di euro di interventi accessori a carico del Comune di Piacenza e Provincia (ma la regione dovrebbe finanziare anche questo)” DG Paola Bardasi in CSS.
Sulle promesse della Regione è lecito avanzare più di un dubbio vista la sparizione dei 91milioni che erano stati “formalizzati” nel 2021.
Il nostro comitato ha avanzato una proposta alternativa: la rigenerazione dell’attuale nosocomio indicando dove recuperare gli spazi chiesti dagli operatori sanitari, dove recuperare i parcheggi mancanti ecc. A tale proposta non si è mai dato risposta né si è mai aperto un confronto nel merito, continuando a proseguire pervicacemente una scelta che forse vedrà luce nel 2032.
Quanto da noi proposto comporterebbe un costo inferiore, contenuto nel finanziamento pubblico ancora in essere ed eviterebbe di condannare al degrado una parte importante della città con la perdita dell’Ospedale.
Facciamo ancora una volta appello a tutti i piacentini perché si mobilitino per costruire assieme a noi l’Ospedale Nuovo in via Taverna.
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