Sembrava un controllo come tanti fatti nei mesi scorsi dalle guardie zoofile dell’Enpa, in questo caso si trattava di un controllo sull’attività venatoria svolta da un uomo di circa 60 anni, nel comune di Bettola. “Il controllo è iniziato come tanti altri, le guardie hanno raggiunto il cacciatore che era molto vicino alla strada già in atteggiamento venatorio, ovvero fucile alla mano e cane libero in ricerca” spiega il Capo Nucleo delle Guardie zoofile Enpa Piacenza Michela Bravaccini presente durante il controllo insieme ai colleghi A. Migliorini, C. Ferrari e G.M. Basini “.
Il controllo di routine consiste nella visura della documentazione che abilita all’attività venatoria, gli strumenti adoperati per essa, il cacciato e Il controllo dei microchip dei cani utilizzati nella giornata di caccia”. Ed è proprio durante il controllo del microchip che le Guardie hanno notato un collare beeper su di un cane “questa tipologia di collare non è vietata, in quanto non emette alcun tipo di scossa ma semplicemente dei segnali acustici, ci siamo insospettiti invece quando l’uomo ci ha mostrato su nostra richiesta il telecomando che azionava il collare beeper estraendolo dalla tasca, mentre un secondo telecomando, che portava ben in vista appeso ad un laccio intorno al collo, era ovviamente utilizzato per altro”.
Alla richiesta di spiegazioni da parte il Capo Nucleo Bravaccini l’uomo ha cercato di svicolare, asserendo che era una cosa che non serviva a niente, ma le Guardie con un rapido controllo su internet avevano in una manciata di minuti già rinvenuto, grazie alla marca scritta sul telecomando, tutte le informazioni che servivano” era un telecomando utilizzato per azionare collari elettrici di una nota marca, abbiamo chiesto al cacciatore di farci controllare il cane che teneva dentro il kennel e che aveva da poco messo in auto”.
A quel punto l’uomo non ha potuto far altro che aprire il kennel ove un cane, razza setter ansante e sporco cercando di uscire rivelava di portare al collo un collare con congegno elettronico, ove erano inseriti due punzoni che servivano a veicolare l’elettricità dal congegno fino al corpo dell’animale, il tutto grazie al telecomando che il cacciatore portava con sé. A quel punto le Guardie sono entrate nella loro funzione di Polizia Giudiziaria, hanno provveduto all’immediata rimozione del collare dal collo del cane, al Sequestro Penale dello stesso e del telecomando, Il cacciatore è stato quindi è stato denunciato per maltrattamento animale all’articolo 544 ter L.189/2004 e all’art.727 c.p., l’uomo rischia la reclusione da tre a diciotto mesi o una multa da 5.000 a 30.000 euro, se vi sarà una sentenza di condanna sarà revocato anche il porto d’armi uso caccia e di seguito non potrà più svolgere attività venatoria, gli Atti sono stati inviati alla Procura della Repubblica per il proseguo di competenza.
Non è la prima volta che le Guardie ENPA rinvengono e di seguito Sequestrano Penalmente dei collari elettrici, “purtroppo malgrado sia ormai acclarato che l’utilizzo di questi collari per la Legge italiana integri il Reato di maltrattamento, si continua a utilizzarli con le scuse più becere e assurde, nessuno chiama questo attrezzo atto a procurare solo dolore tramite scosse elettriche con il suo nome, ovvero collare elettrico, da chi lo adopera a che lo vende, utilizzano delle terminologie molto soft “ collare anti abbaio, collare da addestramento, collare da dressage”, è grottesco come queste persone abbiano il coraggio di mettere un collare elettrico intorno al collo del proprio cane e utilizzarlo per provocargli dolore ma non abbiano il coraggio di chiamarlo con il suo nome”.
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