Si è tenuto ieri in tribunale l’esame del reclamo presentato da Piacenza Parcheggi in risposta all’ordinanza emessa il 24 settembre scorso, ordinanza con cui il giudice Antonino Fazio si era espresso contro il taglio degli alberi. Le associazioni che avevano presentato l’esposto attendono ora il giudizio in merito al reclamo della società Piacenza Parcheggi.
“Naturalmente la nostra aspettativa è che il Tribunale non si smentisca perché è vero che è un collegio diverso ma siamo sempre nel Tribunale di Piacenza, il quale si è pronunciato con un’ordinanza molto ampia che tratta tutti i profili. Quindi noi siamo sostanzialmente speranzosi che tutto questo esame così approfondito trovi conferma in questa sede di reclamo”. Lo spiega Umberto Fantigrossi, avvocato di Legambiente.
“Naturalmente la questione è nuova, come abbiamo già rilevato, questi giudizi cosiddetti climatici sollecitano una lettura della normativa in un’ottica molto avanzata, per cui anche un sistema alberato come questo rappresenta un qualche cosa da conservare in funzione di un contrasto ai cambiamenti climatici che deve essere locale, quindi anche piccole porzioni di verde assumono importanza rilevante”.
“Questa novità, questa esigenza che il Tribunale si ponga una prospettiva nuova, naturalmente contiene un’incertezza che quel collegio possa valutare diversamente”.
Ci sono altre ipotesi?
Oltre all’accoglimento o al rigetto, ci sarebbe la terza via di una possibile indicazione di un altro giudice ma francamente la vedo poco probabile. La giurisprudenza della Cassazione è molto solida nel dire che quando si tratta di diritti soggettivi si va dal giudice ordinario. Il rinvio ad altro giudice mi sembrerebbe un’ipotesi residuale”.
C’è ottimismo?
L’ottimismo della ragione, a tutti gli argomenti contrari alla fine abbiamo trovato modo di ribattere e anche la posizione del Comune francamente vale più sul piano politico generale che non sul piano tecnico. Il Comune in realtà è un soggetto leso perché se faceva valere il contratto e l’obbligo del concessionario di rispettare tutte le norme e di non ledere né beni pubblici né beni privati, il Comune avrebbe dovuto fare un intervento a favore dei cittadini e a favore di Legambiente, non contro. Quindi una posizione più che altro politica, che dal punto di vista tecnico, giuridico, ha poca consistenza”.
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