Cinghiali, 500 piacentini alla mobilitazione di Bologna. Gallizioli di Coldiretti Piacenza: “Forte disagio, segnalato da tempo”.
Presente anche il Presidente regionale di Coldiretti, Nicola Bertinelli in occasione della mobilitazione che ha visto oltre 4mila agricoltori da tutta l’Emilia-Romagna scendere in piazza e sfilare in corteo fino alla sede della Regione per denunciare i problemi sanitari, sociali, economici e ambientali causati dai cinghiali e da tutta la fauna selvatica. “I cinghiali non rappresentano più solo un problema per i raccolti dei nostri agricoltori, ma anche per la sicurezza dei cittadini. Coldiretti è in piazza oggi per dare un messaggio ancora più forte a tutte le Istituzioni e accendere i riflettori sui danni e i pericoli causati dai cinghiali e dalla fauna selvatica incontrollata. Siamo qui a chiedere l’adozione di un piano regionale straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”. Lo ha detto il Presidente regionale di Coldiretti, Nicola Bertinelli in occasione della mobilitazione che ha visto oltre 4mila agricoltori da tutta l’Emilia-Romagna scendere in piazza e sfilare in corteo fino alla sede della Regione per denunciare i problemi sanitari, sociali, economici e ambientali causati dai cinghiali e da tutta la fauna selvatica.
Da Piacenza erano in 500, guidati dal direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli
Siamo a Bologna per protestare non solo per le problematiche che i cinghiali portano all’agricoltura e all’agroalimentare, ma soprattutto per i nostri cittadini. Negli ultimi anni abbiamo un numero spropositato di animali selvatici e i danni che portano al territorio e alla cittadinanza sono veramente ingenti. Le Regioni dovrebbero applicare questo regolamento straordinario che possa autorizzare attraverso i bioregolatori un’attività di regolazione di questi animali che oggi è diventata assolutamente incontrollata.
Cinghiali, 500 piacentini alla mobilitazione di Bologna
Scortati da oltre 150 trattori, gli agricoltori di Coldiretti hanno sfilato in corteo su via Stalingrado e hanno raggiunto il palazzo della Regione, guidati dal Presidente Bertinelli, dal Direttore regionale Marco Allaria Olivieri e dai presidenti e dai direttori provinciali. Presente anche una folta delegazione di Sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali da tutta la regione. Nutrita anche la delegazione di amministratori piacentini.
Accanto al palco dal quale gli imprenditori che hanno denunciato i danni arrecati alle loro aziende dai cinghiali, Coldiretti regionale ha allestito una mostra dei prodotti del nostro territorio preda dei selvatici e a rischio blocco esportazioni a causa della PSA. Si va dai salumi DOP piacentini alla patata di Bologna, dalla cipolla di Medicina alle ciliegie di Villanova, passando per angurie, meloni, mais, grano, pesche e albicocche.
“I selvatici distruggono le nostre produzioni di eccellenza, mettendo a rischio un parte significativa di un export che nel 2023 ha raggiunto gli 11 miliardi di euro di valore” ha detto il Direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri. Che ha aggiunto: “Inoltre i cinghiali hanno una responsabilità fondamentale per la diffusione della peste suina africana. È a rischio la sopravvivenza di 31mila allevamenti italiani e un intero comparto strategico dell’agroalimentare made in Italy, che genera un fatturato di 20 miliardi di euro l’anno e garantisce occupazione a 100 mila persone in Italia”.
Giovani agricoltori
Numerose anche le testimonianze di giovani agricoltori di Coldiretti che hanno raccontato come stia diventando per loro insostenibile il vedere messi a rischio gli investimenti effettuati per insediarsi. In particolar modo per chi lavora nelle aree collinari a montane: si rischia di perdere il presidio da parte di chi svolge un ruolo di veri e proprio custodi del territorio.
Segretario Generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo
In video collegamento da Roma ha partecipato alla mobilitazione anche il Segretario Generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo che ha detto: “Oggi siamo scesi in piazza per difendere i prodotti della nostra terra e del nostro lavoro dall’invasione incontrollata dei selvatici che danneggiando le nostre eccellenze mettono a rischio elementi fondamentali della dieta mediterranea. Una dieta mediterranea – ha continuato Gesmundo – che già deve difendersi dagli attacchi di un manipolo di multinazionali tra le più grandi, con la complicità di Unionfood presieduta da Paolo Barilla e della Confagricoltura presieduta da Massimiliano Giansanti”. “Hanno creato un’alleanza – ha detto il Segretario Generale di Coldiretti – di nome Mediterranea, un subdolo tentativo di espropriare un patrimonio millenario di qualità, storia e cultura come la dieta mediterranea a opera dei giganti del cibo spazzatura, che sostengono il Nutriscore e promuovono i cibi prodotti in laboratorio insieme a gruppi industriali condannati per l’attuazione di pratiche sleali nei confronti degli agricoltori”.
“Noi non permetteremo – ha concluso Gesmundo – ai giganti del cibo omologato di depredare i nostri valori e di svendere il migliore modello alimentare del mondo”.
Sul palco sono saliti anche il Presidente della Regione Stefano Bonacci e l’Assessore all’agricoltura, Alessio Mammi
“Riconosciamo la validità delle vostre istanze – ha detto Mammi – e per questo ci siamo impegnati a recepire la vostra richiesta di adozione di un piano straordinario di gestione e contenimento della fauna selvatica”.
Il Presidente Bonaccini ha detto: “In questi anni di lavoro condiviso con Coldiretti abbiamo dimostrato la nostra attenzione al comparto agricolo il cui ruolo si dimostra ogni giorno di più determinante e strategico non solo per l’Emilia-Romagna, ma per tutto il Paese”.
La protesta ha coinvolto agricoltori di tutta la Regione.
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