Torna la protesta degli operatori economici dopo la chiusura di palestre e locali prevista dal nuovo dpcm. Dopo il sit-in organizzato la scorsa settimana proprio dai rappresentanti del mondo sportivo, questo pomeriggio l’iniziativa è stata indetta dai ristoratori.
I manifestanti, a un certo punto, hanno tentato di improvvisare un corteo, non previsto però dai permessi. Le forze dell’ordine hanno dunque impedito che si venisse a creare il serpentone e si è creato un momento di lieve tensione. Gli agenti in assetto antisommossa si sono però levati il casco dalla testa in segno di distensione e la situazione è tornata alla tranquillità. Va detto comunque che le intenzioni dei manifestanti non sono mai state violente, anzi: “Non ha senso che ci impediate di sfilare, però non ricorreremo alla violenza, anche perché abbiamo rispetto nei vostri confronti”, hanno spiegato gli organizzatori.
“Io non posso dire se la chiusura sia la soluzione giusta, quello che posso dire è che quando a un imprenditore togli la possibilità di lavorare devi compensare con sgravi fiscali e contributi. Non è possibile che il governo decida restrizioni così pesanti senza mettersi le mani in tasca”. Lo spiega Cristian Lertora, presidente di FIPE – Unione Commercianti.
Lertora sottolinea l’importanza dei controlli da parte delle forze dell’ordine. “Sappiamo che ci sono furbetti che godono sulle spalle di chi rispetta le regole. Parliamo di una minima parte, ma purtroppo ci sono quelli che si credono più furbi degli altri che non rispettano le norme. Questi locali devono essere penalizzati, per questo sono necessari controlli stringenti”.
“Chiedere la riapertura è inutile. Per questo motivo la protesta di oggi si concentra sui ristori economici”. Lo spiega Daniele Bavagnoli, titolare della palestra Acrobatic Fitness.
“I ristoranti sono rimasti fermi per due mesi nel corso del primo lockdown e oggi, dovendo abbassare le saracinesche alle 18, è come se fossero chiusi. Per quanto riguarda le palestre parliamo invece di chiusura totale per tre mesi. Per questo motivo noi chiediamo sostegno economico. I centri sportivi non hanno preso nulla dal momento che gli introiti sono stati considerati come quote associative e non commerciali, mentre i ristoranti hanno preso contributi per un mese. Il governo avrebbe dovuto considerare le perdite rispetto al 2019: su questo avrebbero dovuto tracciare le percentuali”.
Senza contare i danni di immagine: “Quando il premier Conte ha detto che avrebbe concesso alle palestre una settimana per mettersi in regola, ha fatto passare gli operatori sportivi per gli untori della situazione. Inoltre non c’è stato alcun intervento sulle tasse, sugli affitti e quant’altro. In questa situazione non vediamo alcun futuro”.
“Lo sport rappresenta uno strumento molto utile sotto il profilo fisico e psicologico, soprattutto in questo periodo”.
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