Oltre 400 assemblee nei mesi di novembre e dicembre, che hanno portato al voto oltre 5300 iscritti e coinvolto oltre 12mila persone nei luoghi di lavoro e nelle leghe dei pensionati in tutta la provincia di Piacenza. “Questi numeri la dicono lunga sul radicamento della Cgil sul territorio piacentino, siamo qui da 132 anni e vogliamo affrontare le sfide di equità e giustizia come sempre insieme, con forza, dal basso e per raddrizzare un mondo del lavoro sempre più precario con un intollerabile gap salariale tra donne e uomini, con le prime pagate in media il 17% in meno”.
Così Ivo Bussacchini, segretario uscente della Cgil piacentina presenta il percorso che arriverà al suo apice il 10 e 11 gennaio 2023 con il 19esimo Congresso provinciale della Cgil di Piacenza, che si celebrerà in sala Mandela (via XXIV Maggio, 18) e che prevede due momenti: uno, pubblico, in cui il ricercatore Ires Emilia-Romagna, Giuliano Guietti, presenterà i dati dell’Osservatorio Economia e Lavoro insieme al capo ufficio stampa Cgil, Mattia Motta e da lì, a seguire, l’attesa relazione di Bussacchini. A partire dal pomeriggio, lavori a porte chiuse per la discussione “interna” dei 133 delegati eletti dai Congressi delle varie categorie della confederazione – in attesa, il 9 gennaio 2023, del Congresso dei pensionati, Spi Cgil.
A prevalere con il 98% dei consensi è il documento con primo firmatario Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil uscente mentre ha raccolto il 2% il secondo documento.
Parteciperà ai lavori il vignettista romano Walter Scarfò, di Think Stories, per una narrazione grafica degli interventi in stile “Makkox”, e verrà presentata un’anteprima del lavoro “Le Malcontente”, un video documentario a cura di Chiara Granata e Simona Brambilla.
Nel corso di una conferenza stampa il segretario Bussacchini ha anticipato i primi dati dell’Osservatorio Ires su Piacenza. “Nel 2023 le previsioni elaborate su dati Istat dicono che la crescita sarà di poco superiora allo zero, se leghiamo questo dato con un’inflazione a doppia cifra abbiamo serie preoccupazione in termini di prospettiva – ha detto Bussacchini – Grazie al lavoro del sindacato e al blocco dei licenziamenti e degli ammortizzatori sociali, la nostra provincia ha tenuto in termini occupazionali, ovvero abbiamo perso 2500 posti di lavoro ma rischio era di perderne 13mila tra prima e dopo pandemia. Una ripresa del mercato del lavoro precario e a termine, dove 80 per cento dei nuovi assunti ha a che fare con contratti a termine o precari, a questo si aggiunge un gap retributivo che riguarda donne e giovani, con un salario del 17% più basso per le donne”. Nel rapporto si analizza anche il Reddito di cittadinanza.
“A Piacenza le famiglie che lo hanno chiesto sono il 2,2%, in Regione il 2,7, in Italia la media è del il 6,7%. Qui la media del RdC è di 464 euro a famiglia al mese, e un quinto di queste ha disabili nel nucleo familiare. Bisogna smetterla di prendere di mira ideologicamente questo strumento dicendo che le persone non hanno voglia di lavorare. Si usino strumenti più efficaci di politiche attive del lavoro, siamo di fronte a situazione di reale bisogno”.
Tutto pronto, infine, per il Congresso che vedrà la partecipazione di Marina Balestrieri e sarà chiamato a eleggere il gruppo dirigente e il nuovo Segretario generale del principale sindacato piacentino, la Cgil.
“A Piacenza, la forte contrazione della produzione di valore aggiunto avvenuta nel 2020 a seguito dell’esplosione della pandemia (-9,0%) si è inserita in un trend già di crescita debole nel 2019 (+0,9%). Il recupero avvenuto poi nel corso del 2021 è stato certamente significativo (+6,5%), ma inferiore a quello registrato a livello regionale (+7,2)”.
Ecco i primi dati molto attesi dal mondo del lavoro relativi all’elaborazione OEL 2022 (Osservatorio Economia e Lavoro 2022) in provincia di Piacenza, a cura del centro di ricerca IRES Emilia-Romagna e del suo direttore Giuliano Guietti. La Camera del Lavoro CGIL di Piacenza ha commissionato il 14esimo rapporto congiunturale focalizzato sul mondo del lavoro.
“La maggior parte delle assunzioni avvengono attraverso contratti a tempo determinato, nel 2021 anche il saldo tra attivazioni e cessazioni vede prevalere di gran lunga le tipologie contrattuali a termine, a differenza di quanto avveniva negli anni precedenti. La retribuzione media giornaliera nei settori privati non agricoli è cresciuta nel 2020 e 2021 di valori di poco superiori ad un punto percentuale, attestandosi a 93 euro. Restano sostanzialmente immutati i noti e rilevanti gap retributivi a sfavore delle donne, dei giovani e delle qualifiche operaie. Dalle ultime dichiarazioni dei redditi risulta essere quello di Gazzola il comune di tutta la provincia con i più alti redditi medi dichiarati”.
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