Il pre-partita tattico di Cesena – Piacenza di Coppa Italia Serie C in onda dalle 17:30 su Radio Sound
E’ una sfida importantissima quella che si giocherà mercoledì pomeriggio al Dino Manuzzi – Orogel Stadium alle ore 17:30: in palio c’è un posto nei quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
Essendo lo storico della Coppa piuttosto povero di prestazioni, per arrivare a Cesena-Piacenza è necessario guardare ai momenti di forma che le due squadre stanno attraversando in campionato.
Il Piacenza calcio viaggia con 6 risultati utili consecutivi, ma 4 di questi sono stati pareggi che sembrano aver riposto – almeno fino alla fine del girone d’andata – le ipotesi di raggiungere la vetta della classifica.
Per questo motivo la Coppa Italia, come ci disse Franzini il 4 novembre, non può essere né sottovalutata né tanto meno parcheggiata a competizione minore. Ora come ora deve diventare un obiettivo stagionale per raggiungere il miglior posizionamento nei playoff.
Il Cesena, che ospiterà di nuovo il Piacenza calcio dopo il pari del 21 settembre, può vantare a grandi linee lo stesso andamento positivo dei biancorossi. L’ultima sconfitta del cavalluccio è datata 23 ottobre (0-1, vs Sudtirol), ma da quel momento in poi sono arrivati solo risultati utili. Con tre pareggi e due vittorie per 9 punti consecutivi la truppa di Modesto è l’unica – insieme alla Reggio Audace e proprio al Piace – a non avere caselline rosse nelle ultime 5 giornate nel torneo.
I biancorossi arrivano dal turno vinto con l’Imolese in un “Garilli” semivuoto. Dopo l’1-1 maturato nei supplementari (gol di Padovan e Della Latta), i padroni di casa hanno prevalso grazie alla maggiore freddezza dagli 11 metri. Con un solo errore a fronte dei tre della squadra di Atzori, il turno è terminato sul 4-2 (d.c.r.).
Casualità della sorte anche il Cesena ha vinto con il punteggio di 4-2 nel proprio esordio in Coppa, regolando il Ravenna. Ai bianconeri sono bastati i canonici 90 minuti per superare i bizantini con le reti di Sarao, Franco e la doppietta di Giraudo.
Il rientro di Sestu contro l’Imolese non ha portato grandi benefici alla formazione di Arnaldo Franzini che ha commesso un netto passo indietro sul piano della prestazione offensiva. Lo sviluppo del gioco sulle fasce ha costruito la bellezza di 32 cross (12 proprio dai piedi di Sestu), ma nessuno di questi ha messo in pericolo la porta di Rossi. Nonostante i tanti gol arrivati nella prima parte di stagione è oramai lampante che l’esasperazione del “crossing game” non è la fonte più redditizia per arrivare in porta.
Sul terreno bagnato e dissestato del “Garilli” Franzini ha provato anche la cara vecchia palla lunga per risalire il campo ed aggredire le seconde palle, ma il piano ha funzionato a metà. Tutti i recuperi offensivi dei biancorossi hanno prodotto il solito copione: traversone (la maggior parte imprecisi), area non occupata e Paponi sconsolato. Nemmeno i movimenti esterni di Sestu, con conseguenti triangoli insieme a mezzala e terzino, hanno portato il Piacenza ad una rifinitura di alto livello.
Molto più pericoloso è stato il gioco centrale che in Sestu, Paponi, Nicco e Corradi ha degli interpreti perfettamente a loro agio. Non è un caso che le due occasioni più pericolose siano arrivate dalle conclusioni di Nicco e Paponi, entrambe nate da combinazioni strette sulla trequarti. Nonostante le ricezioni non fossero pulite, una giocata con il tacco di Sestu ed un tocco al volo di Paponi hanno creato i presupposti per verticalizzare e battere a rete.
Per avere ragione delle formazioni che accettano delle lunghe fasi di difesa il Piacenza deve osare di più, a costo di snaturarsi. L’equilibrio tattico che ha spinto Franzini ad essere uno dei tecnici più apprezzati della LegaPro dev’essere accantonato per il bene della classifica.
La missione deve basarsi su due concetti: la densità offensiva e l’alternanza tra il gioco sulle fasce e le combinazioni centrali.
L’esempio che ci viene in soccorso arriva dal match con il Gubbio.
Nella sfida del Manuzzi per i biancorossi tornerà il doppio 9, con la coppia Sylla-Cacia. Questa sarà l’ennesima occasione per il figliol prodigo di Piacenza, che nonostante un periodaccio dal punto di vista realizzativo rimane dotato di un bagaglio tecnico importante. Dal suo associarsi con la coppia di mezze ali (Bolis-Cattaneo) passeranno i destini dell’attacco. Il numero #9, come già visto in campionato, giocherà in raccordo con il centrocampo mentre Sylla sarà il riferimento offensivo per le eventuali palle alte.
Il pressing frenetico e cinetico del cavalluccio mira a togliere il respiro alla manovra avversaria, ma la qualità tecnica di un ipotetico rombo allungato, con Cacia vertice alto e Giandonato vertice basso, potrebbe scombinare la trappola di Modesto e creare spazi alle spalle del centrocampo cesenate.
Da non disdegnare anche le soluzioni con la mezzala che diventa trequartista. Qua sotto insegna Corradi.
L’uomo chiave per l’andamento del match sarà Manuel Giandonato che ritroverà il posto in mediana. Il giocatore scuola Juve non ha nel suo DNA l’abnegazione difensiva di Marotta, per cui la truppa di Franzini dovrà riuscire a gestire il possesso (ed il ritmo) per evitare lunghe situazioni difensive per il proprio numero #5. Compito assolutamente non facile, considerando che il Cesena è una squadra offensiva che predilige il possesso palla.
Gli esterni saranno Nannini ed El Kaouakibi, con la scelta del secondo che sembra fatta proprio per evitare sbilanciamenti pericolosi e per congelare la propulsione della catena sinistra dei bianconeri.
Il Piacenza dovrà pazientare e capire le fasi del match. In fase di non possesso il Cesena è solito alternare la pressione organizzata a periodi dove rifiata e si rifugia in un gioco più speculativo. Sebbene quest’ultima fase sia in netto miglioramento – grazie alla crescita di Maddaloni e Brunetti – il campione è ancora troppo piccolo per definire i romagnoli”guariti”. Con questa difesa più bassa ci saranno gli spazi per cercare le combinazioni centrali, o per risalire il campo lateralmente.
Nella situazione senza possesso, il Piacenza calcio avrà due opzioni: provare a recuperare andando in avanti (ma gli uomini in campo non suggeriscono questo), o aspettare il classico calo fisiologico del Cesena per poi prendere in mano il match nella ripresa.
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