L’operazione di polizia in merito alle certificazioni “comprate” in tema di sicurezza sul lavoro ha suscitato una serie di reazioni politiche.
Murelli (Lega): “Fare chiarezza”
“Mi auguro che le persone indagate possano dimostrare la loro innocenza, in caso contrario sarebbe un fatto gravissimo che tanti pubblici dipendenti abbiano commesso reati così gravi come quelli contro le norme sulla sicurezza sul lavoro. Un tema su cui più volte si è speso anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Sull’indagine che coinvolge alcuni dipendenti dei dipartimenti di Sanità pubblica-impiantistica e antifortunistica delle Ausl anche nelle province di Piacenza e Parma, ci auguriamo si faccia chiarezza al più presto su quanto contestato dall’importante lavoro della Procura”. Lo afferma la senatrice Elena Murelli, capogruppo in commissione Lavoro e Sanità.
“La notizia dell’inchiesta della polizia sul presunto rilascio di certificazioni sulla sicurezza sul lavoro in cambio di bottiglie di vino e biglietti per lo stadio, arriva nel giorno in cui in commissione lavoro al Senato si discute la sperimentazione di un progetto di studio, grazie a una convenzione con il Politecnico di Milano, sull’utilizzo di nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, per abbattere gli infortuni sul lavoro. Uno stop a questa piaga che affligge il comparto economico e la società tutta verrà dalla promozione di una cultura del lavoro che unisca imprese, lavoratori, enti di formazione. Il progetto vuole dare una governance unitaria a un sistema complesso che limita troppo spesso le attività di vigilanza e controllo”, conclude Murelli.
Zilli (Pd): “E’ ciò contro cui i giovani vogliono combattere”
“Corruzione, concussione e falso sulla prevenzione e la sicurezza sul lavoro: se confermati, i fatti che emergono dalle prime fasi dell’inchiesta resa nota oggi dalla procura della Repubblica di Piacenza e condotta dalla polizia rappresentano ciò contro cui i giovani che si affacciano con ansia e speranza nel mondo del lavoro vogliono combattere. La prevenzione deve essere l’aspetto che guida la sicurezza sul lavoro, anche nel sistema dell’alternanza scuola-lavoro”. Così Virginia Zilli, 23enne candidata Pd alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna commenta l’inchiesta che ipotizza reati di corruzione, concussione e falso per 16 tra imprenditori, professionisti e dipendenti del Dipartimento di Sanità Pubblica-Impiantistica ed Antinfortunistica dell’Ausl di Piacenza. Inchiesta che investe le provincie di Piacenza, Pavia e Lodi.
Cucchetti (Pd): “L’operazione dimostra che tanto c’è ancora da fare sul tema”
“Se l’obiettivo deve essere quello di perseguire “gli infortuni zero” sul lavoro e garantire che tutti coloro che escono di casa per andare a lavorare possano tornarci in salute, l’inchiesta coordinata della Procura della Repubblica di Piacenza e condotta della squadra mobile della Questura fa emergere elementi che ci dicono che c’è ancora tanto da fare sul piano culturale e della prevenzione”.
Così Michela Cucchetti, piacentina candidata PD alle regionali del prossimo novembre interviene sull’inchiesta che ha portato a sedici perquisizioni all’alba per dipendenti Asl, professionisti e imprenditori e ipotesi di reato di corruzione, concussione e falso in atto pubblico.
“Il sistema di prevenzione va rafforzato con investimenti economici e culturali. A Piacenza e provincia abbiamo pianto 5 morti sul lavoro nei primi sette mesi del 2024. Tutto ciò che indebolisce il sistema di prevenzione, indebolisce i diritti costituzionali. Aspettiamo gli esiti dell’inchiesta, con massima fiducia negli inquirenti e soddisfazione per il lavoro delle nostre forze di polizia, ma gli elementi che emergono ci dicono che dobbiamo alzare il livello di guardia e che la politica tutta deve aumentare gli sforzi sul tema”.
Rifondazione Comunista: “Ora spiegato perché infortuni sul lavoro sempre in aumento”
Apprendiamo dai giornali dell’inchiesta della Procura relativa alla corruzione da parte di privati di chi dovrebbe garantire sulla salute dei lavoratori.
In questi anni Rifondazione Comunista ha più volte denunciato l’aumento esponenziale di infortuni sul lavoro anche nei nostri territori, oggi scopriamo il perché di tutto ciò. Chi doveva vigilare si faceva pagare per aiutare le aziende a dribblare i vari controlli.
Se le accuse si dimostrassero veritiere sarebbero veramente gravi e di sicuro non restituirebbero mai la vita e la salute ai tanti lavoratori caduti vittime di tanta inadempienza. Ancora una volta la nostra città e la nostra Provincia si trovano al centro di fatti criminosi molto gravi e che ammantano il territorio di un velo decisamente nero!
Nella speranza che le istituzioni facciano il loro dovere, ci auguriamo di vedere finalmente scendere il numero di infortuni occorsi ai lavoratori.
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