È partito questa notte il primo dei 33 trasporti previsti per il trasferimento di materiale radioattivo dalla centrale di Caorso. Si parla di circa 5.600 fusti, contenenti resine e fanghi radioattivi. Sono diretti all’impianto di Bohunice, in Slovacchia, per il loro trattamento e condizionamento. Sono stati i vertici Sogin a illustrare i dettagli della delicata operazione nel corso di una conferenza stampa.
Sogin ha così avviato la seconda e ultima fase del programma di trasferimento dei fusti all’impianto slovacco, la cui conclusione è prevista nel 2022. Sistemati in quattro container, i primi 162 fusti sono stati allontanati su due mezzi stradali, sotto il controllo delle diverse Autorità preposte. La Slovacchia è stata scelta dopo attente valutazioni tecniche ed economiche. Il paese in questione sta investendo molto sul nucleare e accetta volentieri di elaborare i rifiuti piacentini: rappresenta infatti un’opportunità per affinare il proprio know how in questo settore.
Si tratta di resine a scambio ionico e fanghi: rifiuti radioattivi prodotti durante il pregresso esercizio della centrale. I materiali saranno sottoposti a incenerimento e condizionamento, con una riduzione del loro volume del 90% (130 mc rispetto all’iniziale volume di 1.290 mc). Al termine, i manufatti finali rientreranno alla centrale di Caorso e saranno stoccati nei depositi temporanei del sito, pronti per il conferimento al Deposito Nazionale. Deposito Nazionale che ancora non esiste ed è proprio questo il punto interrogativo più impellente.
Il trasferimento di questi rifiuti, che in volume rappresentano circa il 70% di quelli stoccati oggi nel sito, consentirà di svuotare i 3 depositi temporanei. Si potrà procedere al loro adeguamento agli attuali standard di sicurezza, senza così dover realizzare altre strutture di stoccaggio. In altre parole, i rifiuti radioattivi torneranno dalla Slovacchia in formato ridotto e dopo essere stati messi in sicurezza; avranno dunque lo stesso tasso di radioattività di quando sono partiti, ma saranno meno voluminosi e più sicuri.
Inoltre, lo svuotamento dei tre depositi permetterà il riavvio e la velocizzazione del decommissioning dell’impianto, garantendo i più alti standard di sicurezza.
Una prima fase ha riguardato l’invio, nel giugno 2018, di 336 fusti per eseguire le “prove a caldo” dell’impianto slovacco, con la produzione di primi manufatti finali. L’esito positivo delle prove ha consentito l’approvazione del piano operativo e l’autorizzazione alla spedizione e al trattamento dei restanti rifiuti previsti nel progetto.
Il valore complessivo delle attività di trasferimento e trattamento dei fusti radioattivi e di rientro dei manufatti condizionati è di 37 milioni di euro.
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