Il dittico più amato dell’opera verista, formato da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, va in scena venerdì 28 marzo alle 20 e domenica 30 marzo alle 15.30 per la Stagione d’Opera 2024/2025 del Teatro Municipale di Piacenza.
Le opere sono presentate in coproduzione fra Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Galli di Rimini, in un nuovo allestimento con il Teatro dell’Opera di Sofia.
Il prestigioso cast dei due titoli è formato, per Cavalleria rusticana, da Teresa Romano nella parte di Santuzza, Angelo Villari (Turiddu), Ernesto Petti (Alfio), Eleonora Filipponi (Lucia) e Francesca Cucuzza (Lola). Pagliacci vedrà in scena la Nedda di Daniela Schillaci, affiancata nuovamente da Angelo Villari (Canio) ed Ernesto Petti (Tonio). A completare il cast Giuseppe Infantino come Beppe e Hae Kang (Silvio).
Sul podio Aldo Sisillo, alla guida dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini, del Coro Lirico di Modena preparato da Corrado Casati e dalle Voci bianche del Teatro Comunale di Modena preparate da Paolo Gattolin. Firma la regia Plamen Kartaloff, con scene di Giacomo Andrico, costumi di Nella Emil Dimitrova-Stoyanova e luci di Stefano Mazzanti.
Le due opere debuttarono a pochi anni di distanza l’una dall’altra: Cavalleria rusticana a Roma, al Teatro Costanzi, il 7 maggio 1890 e Pagliacci a Milano, al Teatro Dal Verme, il 21 maggio 1892. Sono entrambe d’ispirazione verista nelle due diverse storie di gelosia, amore e morte. Cavalleria rusticana, atto unico su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menaschi, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga, fu composta da Mascagni in occasione del concorso indetto dall’editore milanese Sonzogno nel 1888, aperto a tutti i compositori italiani, di cui risultò l’opera vincitrice. Pagliacci, su libretto dello stesso Leoncavallo, venne ispirata da un delitto realmente avvenuto a Montalto Uffugo, in Calabria, dove Leoncavallo trascorse alcuni anni dell’infanzia al seguito del padre magistrato.
In Cavalleria rusticana, Turiddu, già fidanzato con Lola, torna dalla leva, trova la donna maritata e sposa Santuzza, ma poi riprende una relazione con Lola, sposata nel frattempo con Alfio, che infine sfida e uccide Turiddu. In Pagliacci, giunge in paese una compagnia di ambulanti di cui è capocomico Canio, geloso marito della giovane Nedda; Tonio detto ‘lo scemo’ importuna Nedda, che lo frusta e lo caccia per appartarsi col ‘campagnuolo’ Silvio; i due si amano e decidono di fuggire l’indomani, ma Canio li sorprende e finisce per pugnalare l’adultera e l’amante.
“È noto che, fin dalla loro genesi, Cavalleria rusticana e Pagliacci sono forse le opere rappresentate in dittico più frequentemente al mondo e sono divenute inevitabilmente legate tra loro per essere eseguite insieme nella stessa sera, certamente per la loro forte appartenenza al movimento culturale italiano che prese piede tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e che viene definito come Verismo – spiega il regista Kartaloff – Ciò che accomuna i due titoli è soprattutto il teatro della passione. Personaggi forti che appaiono timidi, ma si sviluppano molto rapidamente ed esplodono in poco tempo. Nonostante la loro diversità, sono profondamente e fatalmente interconnessi. Destini scritti col sangue”.
Biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, Tel. 0523 385720 – 385721, www.teatripiacenza.it, biglietteria@teatripiacenza.it
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