Caso Peveri e legittima difesa. “Abbiamo molto chiari i nostri paletti e il perimetro della nostra azione: quel perimetro non lo vogliamo superare. Però è chiaro che reagiamo se altri invadono questo perimetro”.
Il presidente dell’Anm Francesco Minisci avverte il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo che l’altro giorno è andato nel carcere di Piacenza per portare solidarietà ad Angelo Peveri. L’imprenditore finito in carcere dopo avere sparato contro un ladro.
“Le decisioni sulle modalità e sulla durata della pena detentiva spettano solo ai magistrati che emettono sentenze in modo rigoroso. Non al ministro dell’Interno. Ma nel momento in cui il ministro dell’Interno dice ‘farò di tutto perché Peveri stia il meno possibile all’interno di un carcere’ è giusto intervenire. Conclude poi Minisci.
“Le modalità della pene le decide la magistratura. Rispetto reciproco delle prerogative costituzionali che la Costituzione assegna a ciascuno”.
Minisci interviene anche sul rinvio della discussione della legittima difesa, slittata di una settimana alla Camera. “Ci vorrebbe un rinvio sine die. Non si faccia la riforma sulla legittima difesa, non ne abbiamo bisogno perché si tratta di un istituto sufficientemente regolamentato nel nostro sistema. La tutela rafforzata che si cerca di raggiungere già l’abbiamo in Italia. Nel domicilio e nel negozio è già stata introdotta nel 2006. Si sta cercando di lanciare il messaggio che se succede un fatto anche solo astrattamente rientrante nell’ambito della legittima difesa non ci sono accertamenti da fare, il che non è possibile. Le indagini vanno fatte sempre. Il mio auspicio è che la legittima difesa resti così come è. E’ già sufficientemente regolamentata. Lo stiamo dicendo in tutti i modi. Tra l’altro, per come la si vuole strutturare, la riforma presenta diversi profili di incostituzionalità”.
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