Economia

La denuncia della Cgil: “Premio aziendale, dalla presidenza della casa protetta Gasparini intimidazioni inaccettabili”

“In tema di premio aziendale, da parte della direzione della casa protetta Gasparini intimidazioni inaccettabili”. Così la FP Cgil in una nota che pubblichiamo.

LA NOTA DELLA FP CGIL

“Se la CGIL firma questo accordo i suoi iscritti percepiranno il premio aziendale, altrimenti no”. È questo il concetto espresso dalla direzione della casa di riposo protetta Gasparini in apertura di incontro sindacale lo scorso venerdì, un aut-aut che viene denunciato dalla FP CGIL di Piacenza in una nota stampa.

Motivo del contendere, le poche risorse di premio aziendale 2023 messe a disposizione dall’azienda. Il premio, oltre a dipendere dalla presenza in servizio, secondo l’Azienda deve essere conseguente alla valutazione dei comportamenti dei dipendenti, secondo la discrezionalità massima della direzione aziendale. Sarebbero inoltre esclusi dal premio tutti i nuovi assunti e coloro i quali, pur avendo lavorato nel corso dell’anno, non fossero più dipendenti alla data del 31/12.

“Nelle settimane scorse abbiamo espresso chiaramente i nostri dubbi sulla proposta e chiesto correttivi” – spiega Alberto Gorra, responsabile del comparto per la Fp Cgil Piacenza –   “Ma la discussione all’ultimo incontro non è neppure iniziata per l’atteggiamento ricattatorio dell’Azienda. Abbiamo immediatamente abbandonato il tavolo perché non c’erano le condizioni minime di rispetto per i lavoratori e per chi li rappresenta”. Chiarisce il sindacalista: “L’azienda potrebbe corrispondere il premio anche senza il benestare del sindacato, certo perderebbe le agevolazioni fiscali. Se non fosse per questa esigenza non si darebbero alcuna pena di mantenere aperta una discussione con noi”.

“È noto a tutti – prosegue Gorra – che il lavoro nelle case protette è gravoso e mal pagato e trovare personale che voglia rimanere a lavorare con contratti quali “Uneba” qui applicato, tra i più poveri del settore, è sempre più difficile. Gli incentivi di produttività dovrebbero essere uno strumento per valorizzare il lavoro svolto, ma il Gasparini sembra non rendersi conto che il sistema rischia di collassare e ha scelto la strada peggiore per valorizzare il proprio personale: discriminarlo sulla base dell’adesione sindacale.”

Conclude Gorra: “Nell’interesse dei lavoratori e del delicato servizio svolto, abbiamo inviato una nota alla Presidenza e al Consiglio del Gasparini confidando nella ripresa di corrette relazioni sindacali. Diversamente, valuteremo tutte le strade di ulteriore vertenza a tutela del personale”.

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