Casa di proprietà o affitto: sempre meno giovani scelgono di acquistare

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Che per i giovani sia un brutto periodo storico ormai è praticamente assodato: il costo della vita sta aumentando, soprattutto negli ultimi anni, e la situazione lavorativa sembra essere ancora bloccata, se non addirittura peggiorata dopo l’emergenza covid che ha visto la chiusura di molte aziende.

Nonostante questo, in molti ancora non si sono abbattuti e c’è chi riesce a trovare le soluzioni ideali per riuscire a mantenersi e permettersi anche di lasciare la casa dei genitori, per cominciare a vivere da soli.

Le scelte, al momento dell’uscita dalla casa genitoriale, sono principalmente due: l’acquisto di proprietà o l’affitto.

Adeguandosi al periodo storico molte banche cercano di venire incontro alle esigenze dei loro clienti, proponendo agevolazioni, spesso riscontrabili anche sul web con la possibilità di scegliere tra le migliori offerte mutui online.

Ma questo sembra comunque non bastare e sempre più giovani decidono, infine, di optare per una soluzione di affitto piuttosto che l’acquisto di proprietà.

Affitto o acquisto di proprietà: la differenza generazionale

Di recente è stato fatto un sondaggio Doxa su un campione di circa 1000 persone e questo ha fatto emergere un interessante contrasto generazionale, per quanto riguarda la scelta tra la casa di proprietà o l’affitto.

Circa il 46% delle persone nate tra il 1945 e il 1964 ha infatti rivelato di aver scelto come prima soluzione l’acquisto di una casa di proprietà, un risultato molto simile (47%) anche per le persone della generazione successiva, dal 1965 al 1980.

Il cambiamento è avvenuto con i cosiddetti Millennials, ovvero i giovani nati tra il 1981 e il 2000, in quanto solo il 33% ha scelto l’acquisto di proprietà mentre il 66% ha preferito l’affitto, ovvero 2 giovani su 3.

È ancora presto per fare delle stime riguardo i nati successivamente il 2000, in quanto prima dei 30 anni è stato visto che4 giovani su 5 vivono ancora in casa con i genitori, ma l’aspettativa è quella di vedere la percentuale di chi sceglie l’affitto alzarsi ancora.

Ma da cosa è dettato questo cambiamento?

La scelta obbligata dell’affitto per necessità

C’è chi considera gli italiani dei “bamboccioni”, insinuando la comodità che provano i giovani nel restare sotto il tetto genitoriale e non trovarsi una sistemazione propria, ma c’è chi è molto diffidente su questa etichetta.

A dimostrarlo sono comunque quelle percentuali di giovani che, pur di uscire dalla casa dei genitori, optano per un “affitto di necessità”.

Si tratta di giovani che hanno desiderio di indipendenza, ma non riescono ad avere la possibilità di aprire un mutuo a causa della precarietà attuale del lavoro.

Le banche, infatti, richiedono garanzie che il più delle volte passano dalla necessità di possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato: situazione, per i giovani, sempre più rara in questo periodo di crisi e disoccupazione dilagante.

Le possibilità di pagamento non mancano, molti giovani si danno da fare e, anche se si ritrovano a saltare da un’occupazione a un’altra, riescono sempre a mantenere una certa stabilità economica, ma questo non basta a permettersi di aprire un mutuo e comprare una casa di proprietà.

In questi casi, perciò, non resta altra scelta se non andare in affitto pur di riuscire ad ottenere una certa indipendenza.

L’affitto per scelta

Questa è una delle casistiche più interessanti, invece, e che evidenzia quanto sia ampia la differenza di mentalità tra le diverse generazioni.

Ciò che spinge molti giovani, infatti, oggi a scegliere un affitto piuttosto che una casa di proprietà è una questione di mera mentalità: una casa di proprietà è un impegno a lungo termine che non tutti sono disposti ad accettare.

Comprare casa significa ancorarsi a un singolo luogo, senza possibilità di flessibilità e di poter cambiare successivamente idea, senza prima aver perso molto tempo nel tentativo di rivendita (ad oggi molto più difficile) e riacquisto.

Forse può essere considerato un effetto più soft della globalizzazione, ma difficilmente un giovane si considererà un semplice cittadino di paese, ma piuttosto un cittadino del mondo: sono davvero molti quelli che decidono di cambiare città, per esigenze lavorative il più delle volte.

Comprare casa significa dover restare bloccati nel solito posto con un impegno massiccio sulle spalle che li accompagnerà per i successivi 30 anni o 40 anni. 

L’affitto è invece un appoggio flessibile: se sarà necessario cambiare città o nazione (e, ad oggi, è molto più facile che possa accadere) non ci saranno obblighi a doverli trattenere lì.

La mentalità legata alla casa di proprietà come “bene di lusso” è stata del tutto abbandonata a favore della possibilità di scegliere dove stare e per quanto tempo, in una crescita, un miglioramento sempre costante, fino al raggiungimento dei propri sogni.

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