Attualità

Defibrillatori e sicurezza anche per gli escursionisti, si inizia col Sentiero del Tidone: progetto pilota a Piacenza

Presentato presso la sala “Garibaldi” della provincia di Piacenza, il progetto “Cardioporteggiamo il Sentiero del Tidone”.

Il progetto ha come obiettivo quello di diventare un servizio per chi percorre il Sentiero del Tidone, favorendo l’accesso, attraverso opportuna segnaletica, ai DAE (defibrillatori semiautomatici esterni) presenti lungo il sentiero e nelle vicinanze (entro i 2 chilometri). Un progetto pilota a livello nazionale che vuole favorire una maggiore sicurezza per gli escursionisti (a piedi, in bicicletta e a cavallo) e al contempo stimolare altri percorsi e sentieri ad adottare questa specifica segnaletica per indicare i DAE più vicini al percorso.

“Cardioporteggiamo il Sentiero del Tidone” è favorito dalla presenza di tanti DAE lungo il territorio grazie alle attività di promozione di questo strumento che l’associazione Progetto Vita ha iniziato nel 1998. La diffusione capillare dei DAE nel territorio piacentino, infatti, facilita già adesso la possibilità di avere tanti strumenti a breve distanza dal percorso che costeggia l’intera asta del torrente Tidone e che si sviluppa per ben 45 chilometri nel territorio piacentino. Il progetto vuole anche essere un ulteriore stimolo per le persone, aziende, associazioni e amministrazioni del territorio per incrementare il numero di DAE presenti, favorendo, se possibile, la loro collocazione nei pressi del sentiero.

“Cardioproteggiamo il Sentiero del Tidone” è nato dalla collaborazione tra l’associazione omonima del sentiero, Progetto Vita e il Consorzio di Bonifica di Piacenza. Comune ai partner: la volontà di promuovere la cultura della defibrillazione precoce mediante l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici a utilizzo di personale non sanitario per la prevenzione di morte improvvisa per arresto cardiaco, e il sostegno all’associazione Sentiero del Tidone che (grazie al lavoro e alla determinazione di un gruppo di volontari e al supporto del Consorzio di Bonifica) ha reso il sentiero un riferimento per la mobilità lenta e l’associazione per la valorizzazione turistica e ambientale dei borghi e dei prodotti enogastronomici della valle.

Il progetto è patrocinato da: Provincia di Piacenza, Comune di Calendasco, Comune di Rottofreno, Comune di Sarmato, Comune di Borgonovo Val Tidone, Comune di Pianello Val Tidone e Comune di Alta Val Tidone. Provincia e comuni si adopereranno per favorire, nel territorio comunale, il posizionamento della cartellonistica per raggiungere le postazioni con DAE; promuovere attraverso iniziative questo progetto e la sua diffusione; promuovere, attraverso i social, i siti istituzionali e altri strumenti di promozione, la presenza di questo progetto e tutte le sue finalità e la sua unicità.

Franco Albertini, consigliere provinciale: <<Come Provincia di Piacenza, siamo molto contenti e orgogliosi di poter patrocinare, sostenere e presentare questo progetto – pilota a livello nazionale – ideato e strutturato da tre importanti realtà come il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’associazione Progetto Vita e l’associazione Sentiero del Tidone. Rivolgiamo poi il nostro accorato appello a tutti coloro che vogliono supportare economicamente e in qualunque forma “Cardioproteggiamo il Sentiero del Tidone” per vederlo realizzato nel più breve tempo possibile. Questo permetterà a tutti

coloro che usufruiscono del Sentiero del Tidone di avere un servizio aggiuntivo a quelli già esistenti e, soprattutto, di poter salvare vite umane”.

Daniele Razza, presidente associazione Sentiero del Tidone: “L’idea è nata nel 2019 da un nostro associato, Tiziano Cai, con il quale ho percorso la camminata notturna che la nostra associazione organizza tutti gli anni in estate. In quell’occasione lui aveva portato il mezzo salvavita per tutto il tragitto e da lì l’intuizione di favorire gli accessi ai DAE che si trovano vicino a tutto il tratto del Sentiero del Tidone. Tutto questo è stato favorito dal fatto di avere già sul territorio tanti defibrillatori e collocati in maniera capillare. La dottoressa Aschieri ha, fin da subito, appoggiato l’idea. Nell’inverno seguente è scoppiata la pandemia che ha bloccato l’intero progetto, ripreso nell’estate scorsa e, in maniera più decisa, da giugno di quest’anno. Nel progetto abbiamo voluto coinvolgere il Consorzio di Bonifica di Piacenza, ente fondamentale per la nascita e lo sviluppo della nostra realtà. Si è creato un team di lavoro che, in breve tempo, ha individuato i 27 defibrillatori che si trovano entro due chilometri dal sentiero nel territorio piacentino. Una volta definito, il progetto è stato presentato alla provincia di Piacenza e ai comuni valtidonesi che il sentiero attraversa; tutti hanno aderito immediatamente e con convinzione. Ringraziamo pertanto tutti i partner e ci auguriamo che le persone possano capire l’importanza di creare un servizio come questo e che, già nella prossima primavera, vederlo realizzato per poterlo promuovere e farlo conoscere e apprezzare da tutti>>.

Luigi Bisi presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza: <<Avere un sentiero “cardioprotetto” andrà a vantaggio dei suoi fruitori che potenzialmente potranno aumentare contribuendo anche a generare ricadute economiche sulla vallata. Come ente abbiamo installato un defibrillatore sul cancello di ingresso della diga del Molato (Nibbiano di Alta Val Tidone) che è un punto di accesso al sentiero del Tidone. Questo si aggiunge ad un secondo DAE che abbiamo posizionato sulla palazzina fronte strada della sede piacentina e a un ultimo posto sul cancello della palazzina di guardia di fronte alla diga di Mignano (Vernasca). A tutti e tre i defibrillatori hanno libero accesso i cittadini oltre che il personale consortile>>.

Daniela Aschieri, presidente Progetto Vita: <<Dal progetto Cardioproteggiamo il Sentiero del Tidone possiamo leggere gli scopi che l’associazione Progetto Vita ha nella sua mission. Informare che il defibrillatore è lo strumento più efficace per salvare la vita di una persona colpita da arresto cardiaco improvviso; informare che tutti possono salvare una vita umana utilizzando un defibrillatore, anche se non formati (vedi la nuova legge nr. 166, 4 agosto); informare dove si trova la postazione con DAE più vicina; formare, tramite le indicazioni riportate nella cartellonistica, come utilizzare un defibrillatore. Con questo nuovo progetto condiviso verrà proposto un nuovo modello di prevenzione, facile da replicare in altri territori, ponendo ancora una volta Progetto Vita come apripista a nuove soluzioni di prevenzione cardiologica. Inoltre questo progetto andrà a soddisfare le richieste del “nuovo turismo” di poter praticare uno sport nella natura in sicurezza, soprattutto in termini di prevenzione cardiologica, portando il turista a preferire le località che offrono escursioni su sentieri “cardioprotetti”>>.

Alla conferenza stampa erano presenti Daniele Razza, Greta Cavallari e Tiziano Cai per l’associazione Sentiero del Tidone, Ernesto Grillo, project manager di Progetto Vita, e Chiara Gemmati in rappresentanza del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

Presenti anche gli amministratori di Pianello Val Tidone Massimiliano Sacchi (<<L’abitato di Pianello ospita già tanti defibrillatori in zone strategiche del paese>>) e l’assessore Fabrizio Franzini del comune di Borgonovo Val Tidone (<<Come nuova amministrazione è stato uno dei primi atti che abbiamo deliberato>>) e Maria Grazia Sabato, imprenditrice, consigliere Fondazione Piacenza e

Vigevano e Past President Rotary Club Piacenza Sant’Antonino che, sostenendo pienamente l’intero progetto, ha dichiarato <<Il mio desidero e obiettivo è che presto Progetto Vita, che mi sta molto a cuore, stia a cuore a tutti, in tutte le città e le aree d’Italia, partendo proprio dal modello Piacenza, città più cardioprotetta d’Italia, d’Europa e quasi sicuramente al mondo. Così anche il progetto di cardioproteggere il sentiero del Tidone può diventare il progetto pilota di escursioni nella natura in sicurezza. Ad agosto è stata scritta una pagina fondamentale con la legge 116, ma non basta. C’è da costruire la consapevolezza che il maggior numero di morti in Italia e nel mondo sono causati da malfunzionamenti dall’apparato cardiologico e che tutto questo si può ridimensionare e arrestare grazie a un corretto e diffuso uso dei defibrillatori, con costi assolutamente contenuti, a fronte di un costo sociale e sanitario enormemente superiori. Basti pensare che in Italia aziende anche medio piccole hanno l’obbligo dell’estintore ma non del defibrillatore. Fondamentale dunque diffondere la cultura del defibrillatore, pensando in grande con l’obiettivo di sensibilizzare le amministrazioni man mano di tutti i capoluoghi di provincia, per fare dell’Italia il primo paese in grado di contenere il fenomeno diffusissimo di questo tipo di morte che viene tuttora subito come una fatalità, pur potendo invece essere contrastato con un adeguato utilizzo dei defibrillatori>>

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