Cardiologia di Castel San Giovanni pronta al salto di qualità, un ruolo strategico nella rete provinciale complementare a Piacenza

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Cardiologia dell’ospedale di Castel San Giovanni è pronta a fare un salto di qualità. Il direttore Guido Rusticali non usa mezzi termini per delineare il presente, ma soprattutto il futuro, del reparto che è stato chiamato a dirigere da qualche mese. “In questi giorni ho raccolto preoccupazioni e ci tengo a spiegare che il passaggio tecnico amministrativo di cui si è parlato non penalizza in alcun modo la Cardiologia: anzi, potenziandone l’indirizzo riabilitativo, ci consente di poter avere un ruolo chiave, strategico nella rete provinciale, andando a rafforzare un percorso virtuoso di cui non sono molti gli esempi in Italia”.

Cardiologia di Castel San Giovanni i vantaggi del riassetto

Il dottor Rusticali cerca di uscire dai tecnicismi organizzativi per spiegare alla cittadinanza quelli che invece non esita a definire “vantaggi” di questo riassetto, che per altro semplicemente formalizza quanto già avveniva nella pratica quotidiana. “Per le persone che si affidano al sistema sanitario locale non cambia assolutamente nulla. Già da anni i casi acuti che riguardano l’ambito cardiovascolare sono necessariamente gestiti dal centro di primo livello provinciale, ovvero l’ospedale di Piacenza, o da quello di Parma se si tratta di casi che necessitano di un approccio cardiochirurgico. Non può che essere così. A Piacenza, nello specifico, vengono trattati gli acuti, perché in reparto ci sono le sale di emodinamica ed elettrofisiologia”.

Cardiologia di Castel San Giovanni risolto il problema critico

Ma risolto l’aspetto critico, già il giorno successivo a una coronografia, per esempio, un paziente che abita in Val Tidone può essere trasferito all’ospedale di Castel San Giovanni. “Presto – annuncia Rusticali – svilupperemo lo stesso sistema anche a Fiorenzuola. “Grazie alla nuova codifica del reparto, la nostra equipe può gestire in modo ottimale il paziente e il suo percorso riabilitativo a 360 gradi, già dai primissimi giorni, attivando la fisioterapia, consulenze nutrizionali e anche supporto psicologico”.

Ho colto tante preoccupazioni anche rispetto al numero di posti letto ma ci tengo molto a spiegare alle persone che diminuirli non vuol dire avere meno possibilità di ricovero. Un altro parametro fondamentale da considerare è quello della degenza media: se siamo bravi a utilizzare le risorse, alla fine dell’anno potremo dimostrare di aver trattato lo stesso numero di malati e comunque soddisfatto i bisogni di salute dei cittadini della val Tidone anche con meno letti”.

Cardiologia di Castel San Giovanni la vocazione post acuto

Per Rusticali, la vocazione “post acuto” della Cardiologia di Castel San Giovanni sarà proprio la carta vincente dello sviluppo: “Grazie alla presenza della Terapia intensiva, potremo accogliere pazienti stabili anche poche ore o pochi giorni dopo la stabilizzazione della loro patologia: per esempio, anche il giorno dopo un infarto. E potremo gestire totalmente il loro percorso di recupero. In questo modo, Piacenza e Castel San Giovanni (e poi anche Fiorenzuola) sono complementari e ci saranno benefici e ricadute positive su tutta la rete. Per gli abitanti della Valtidone, il percorso della Riabilitazione (che di solito è molto più lungo rispetto al ricovero in acuto a Piacenza) sarà “più vicino a casa”, anche con forme di day hospital o sedute di teleriabilitazione a domicilio. Non ci occuperemo solo del cuore ma anche di tutti quegli aspetti complementari (attività fisica, alimentazione, supporto psicologico, fisioterapia) indispensabili per un recupero completa e duraturo”.

Cambia la gestione dei pazienti

Bisogna essere molto chiari: se ho un dolore toracico dovuto a una patologia acuta del cuore, già da molto tempo non avrei tenuto un paziente a Castel San Giovanni: sarebbe stata una scelta imprudente. Così come non si potrebbe pensare di gestire qui una dissezione aortica che necessita di un intervento chirurgico. È così anche per le altre specialistiche: gli acuti devono essere trattati nel centro hub provinciale, dove ci sono gli specialisti di riferimento, con le clinical competence adeguate a gestire tutte le patologie complesse o tempo correlate”.

Rientro del reparto nella sua sede

Intanto, proprio in questi giorni il reparto sta tornando nella sede che aveva dovuto lasciare per qualche mese. Sono infatti in corso le pulizie e sanificazioni delle stanze al piano terra del blocco B dell’ospedale della Val Tidone.

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