Oltre 75 mila le conversazioni telefoniche, ambientali nonché i flussi di comunicazioni telematiche captati ed analizzati dutante i sei mesi di indagini. Sono alcuni degli strumenti che hanno permesso alla guardia di finanza e alla Procura di arrestare i carabinieri infedeli.
Da alcune intercettazioni emerge quella che era l’organizzazione del gruppo costruito secondo una struttura piramidale.
“Minchia adesso ti devo racconta quello che ho combinato… ho fatto
un’associazione a delinquere ragazzi! Che se va bene, ti butto
dentro, nel senso a livello di guadagno”.
“In poche parole abbiamo fatto una piramide: sopra ci stiamo io, tu e lui… ok? Siamo irraggiungibili, ok? A noi non ci deve cagare nessuno.
Lui siccome è stato nella merda, e a Piacenza comunque conosce tutti gli spacciatori, abbiamo trovato un’altra persona che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori”.
Altre testimoniano il traffico di stupefacenti e il modus operandi.
“A noi l’importante è l’erba, io l’erba non posso fare a meno. In
settimana così faccio il viaggio (ndr trasporto di stupefacente). Mi faccio un unico perché COSÌ SE RIESCO VENGO A PRENDERE SIA L’ERBA CHE LA COCA. VENGO A PRENDERE TUTTI E DUE”.
Da altre ancora emergono i momenti della cessione: “IO GIÀ…STASERA LE DAVO PURE (ndr panette di stupefacente), UNA GIA’ L’HO VENDUTA E GIA’ C’HO PURE I SOLDI”.
Altre raccontano invece gli episodi di violenza e brutalità nei confronti di pusher “rivali” arrestati e picchiati. Come in questo caso, dove la vittima dell’aggressione era ammanettata durante le percosse.
“Prendetegli lo scottex così si pulisce. Togliamoci le manette”
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