Idrossiclorochina, la Regione boccia la risoluzione della Lega con cui si chiedeva di unirsi alla richiesta di altre Regioni. Richiesta di consentire protocolli sperimentali per la terapia domiciliare a base di idrossiclorochina. Una richiesta rafforzata dal fatto che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di alcuni medici di base sulla possibilità di prescriverla.
Il no della Regione, sorprende il professor Alessandro Capucci di Bologna, esperto a livello internazionale di malattie cardiovascolari, già Direttore della Scuola di Specializzazione di Malattie dell’ Apparato Cardiovascolare dell’Università Politecnica delle Marche in Ancona. Capucci è stato il primo firmatario e relatore del lavoro scientifico derivato dal protocollo di cura realizzato ad aprile nell’area di Rimini su 350 pazienti che sono stati curati a casa da 58 dottori di base.
“Sono sorpreso, il Consiglio di Stato ha concesso ai medici di utilizzare i farmaci che ritengono utili nella situazione clinica specifica, tra cui la idrossiclorochina per quanto riguarda il Covid. Secondo la sentenza non esistono prove che la idrossiclorochina non sia efficace se data a domicilio e precocemente, all’inizio della terapia”, spiega Capucci.
“Gli esiti negativi sono dovuti a studi avviati su pazienti con la patologia in stadio avanzato o come profilassi. In questi casi in effetti non è efficace”.
“Abbiamo incontrato l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini; quando ho spiegato di essere uno dei firmatari dell’azione rivolta al Consiglio di Stato, l’assessore ha applaudito, speriamo sia un segnale positivo”.
“Ma non esiste alcun dato che indichi questo aspetto, è assolutamente fuori da ogni regola scientifica. In alcune patologie croniche la idrossiclorochina viene utilizzata in dosi molto più importanti rispetto a quanto prevede la cura per il Covid. E nonostante questo non si sono mai rilevati effetti collaterali: gli studi dimostrano che si tratta di un farmaco sicuro“.
“Il tampone prende campioni di RNA proteico presenti nel nostro organismo che potrebbero essere dovuti ad altri virus. Pensare al tampone come unica diagnosi di Covid-19 è fuori da ogni regola scientifica e logica. L’attendibilità è al 70%, quindi è normale attendersi che ci siano falsi positivi e falsi negativi: abbiamo pazienti che hanno una patologia Covid avanzata e hanno il tampone sempre negativo. Il tampone deve essere affiancato a una valutazione clinica eseguita precocemente a casa dal medico di medicina generale”.
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